Perché dovremmo ascoltare Bauman sui rischi dell’amore liquido?

Perché una vita sicura e protetta può rivelarsi tanto insoddisfacente? Una possibile risposta è affidata al noto sociologo polacco Zygmunt Bauman morto oggi, che dimostra perché una vita priva di problemi non è necessariamente una vita felice.

Bisogna affrontare le sfide, si raggiunge la felicità quando si riesce a controllare le sfide poste dal fato. Tuttavia ci si sente persi se le comodità aumentano. Una cosa che non abbiamo e che non può esserci fornita dallo Stato, dai politici, è stare insieme agli altri, stare con altre persone, stare in un gruppo. Di questo ti devi occupare. Le persone abituate all’indipendenza stanno perdendo la familiarità alla convivenza con altra gente, perché sei già stato privato della capacità di socializzare. E’ faticoso perché bisogna negoziare e rinegoziare, discutere, concordare, ricreare. L’indipendenza ti priva della capacità di fare tutto questo. La nostra vita è ora divisa: online e offline, connessi e non connessi. La prima è priva di rischi, è molto semplice farsi degli amici su internet, non percepisci mai davvero la tua solitudine, se non ti piaccino gli altri utenti smetti di interagire, offline invece è difficile sottrarsi al confronto. Più siamo indipendenti e meno siamo in grado di fermare la nostra indipendenza e sostituirla con una piacevolissima interdipendenza…

Uno stile di vita liquido (categoria molto amata dall’illustre sociologo) è attraente per molte persone perché offre un rapporto senza restrizioni, senza impegni. L’amore, invece, richiede, impegno, sforzi. I social network rendono facile trovare come abbandonare i partner, amplificando sempre di più una tendenza che è diventata dominante in Occidente.

Per Bauman (1925 – 2017), sociologo polacco naturalizzato inglese, la nostra società correva da qualche decennio verso la distruzione di tutti i legami interpersonali, una tendenza che ha visto progressivamente la fine dei partiti, dei sindacati, del rapporto tra famiglie e istituzioni come la scuola, e in taluni casi anche tra singole persone, sempre più ridotte ad atomi incapaci di costruire legami di qualunque tipo, condannate alla solitudine e all’unica gratificazione del consumo. Il consumismo è diventato infatti la cifra dell’Occidente, unica ideologia intoccabile con un unico nemico: l’amore. Oggi ci lascia un grande pensatore, tra i pochi capaci di mettere in guarda contro queste derive, ci mancherà.

(Aleteia.org)

 

Altri alrtioli:

– A colloquio con il sociologo Zygmunt Bauman. L’illusione di una felicità solubile (L’Osservatore Romano)
– Zygmunt Bauman: L’ odio che sospende l’etica (Avvenire)
– L’incontro ecumenico. Da Assisi il richiamo al dialogo necessario. Bauman: affidare le speranze ai soldati semplici della vita quotidiana e non ai generali dello scontro di civiltà(Stefania Falasca, Avvenire)
– Intervista. Bauman: «Il dialogo è la vera rivoluzione culturale» (Stefania Falasca, Avvenire)
Quella cultura del dialogo che ha unito Francesco e Bauman (Vatican Insider)

 

9 Gennaio 2017 | 21:17
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Bauman (2)
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