Il Papa emerito
Papa e Vaticano

Pedofilia in Germania: la Chiesa tedesca nella bufera, accuse di copertura anche al papa emerito che si difende

Bufera nella Chiesa tedesca per la pubblicazione di uno studio commissionato dalla diocesi di Monaco di Baviera e che mette in luce una serie di casi di pedofilia compiuti da agenti pastorali e clero dal 1945 a 2019. Una bufera che arriva in questi giorni anche a Roma, dato che viene tirato in ballo anche il cardinale Ratziger che fu per un certo periodo arcivescovo di Monaco, accusato di aver sottovalutato quattro casi. «La Santa Sede ritiene di dover dare la giusta attenzione al documento di cui al momento non conosce il contenuto. Nei prossimi giorni, a seguito della sua pubblicazione, ne prenderà visione e potrà opportunamente esaminarne i dettagli», ha spiegato l’addetto stampa del Vaticano ai giornalisti, che ha proseguito: «Nel reiterare il senso di vergogna e il rimorso per gli abusi sui minori commessi da chierici, la Santa Sede assicura vicinanza a tutte le vittime e conferma la strada intrapresa per tutelare i più piccoli, garantendo loro ambienti sicuri».

Sarebbero almeno 497 le vittime di abusi sessuali nell’Arcidiocesi cattolica di Monaco e Frisinga secondo quanto emerge dall’indagine realizzata dallo studio legale Westpfahl Spilker Wastl. La maggior parte delle vittime, è stato scoperto, sono minori maschi, abusati in un periodo che va dal 1945 al 2019.

Tra i 235 presunti responsabili degli abusi compaiono 173 sacerdoti e 9 diaconi. La maggior parte dei casi, rileva l’indagine, non sono stati denunciati.
Secondo il libro bianco nei cinque anni passati alla guida della diocesi di Monaco e Frisinga tra il 1977 ed il 1982, una delle più antiche ed autorevoli di Germania, l’allora arcivescovo Joseph Ratzinger non avrebbe bloccato in quattro diversi casi alcuni sacerdoti accusati di abusi. L’accusa è lanciata dallo studio legale Westpfahl Spilker Wastl, che ha condotto l’inchiesta indipendente su incarico delle autorità ecclesiastiche.

Oltre al papa Emerito Benedetto XVI, il rapporto sugli abusi sessuali che si sarebbero consumati nell’Arcidiocesi di Monaco e Frisinga chiama in causa altri due cardinali. Si tratta del cardinale Reinhard Marx, arcivescovo uscente, che ha rifiutato l’invito a prendere parte alla presentazione del rapporto. Marx è accusato di condotta scorretta in relazione a due presunti casi di abusi sessuali. La posizione di Marx è in relazione alle denunce inoltrate alla Congregazione per la Dottrina della Fede in Vaticano, secondo quanto rilevato dallo studio legale Westpfahl Spilker Wastl (Wsw), che ha realizzato il rapporto per conto dell’Arcidiocesi di Monaco e Frisinga. Nel documento si accusa anche l’ex arcivescovo di Monaco Friedrich Wetter, ritenuto responsabile di comportamenti scorretti in 21 casi.

Il Papa emerito ha dichiarato di non essere stato a conoscenza della situazione

Ratzinger, anche’egli in passato arcivescovo di Monaco e Frisinga, viene dunque chiamato in causa per quattro casi che si sarebbero consumati tra il 1977 e 1982. Gli estensori del rapporto ritengono che vi siano state delle responsabilità, mentre il Papa emerito – come loro stessi hanno riferito – ha risposto alle domande e dichiarato di non essere stato a conoscenza della situazione. Il caso più eclatante, riguardante un sacerdote della diocesi di Essen poi trasferito a Monaco, era già noto dal 2010.

Il grande e straordinario lavoro di Ratzinger contro la pedofilia

È da sottolineare che una volta lasciata la diocesi per approdare a Roma al dicastero della Dottrina della Fede, il cardinale Ratzinger, fu l’autore materiale della lettera apostolica in forma di m.p. SACRAMENTORUM SANCTITATIS TUTELA che trasferì la competenza per giudicare tali crimini alla Congregazione per la dottrina della fede.

«Tale cambiamento – sottolinea il sito Silere non possum – è di radicale importanza nella vita della Chiesa e nella lotta alla pedofilia, perché in questo modo non si rischiava che i casi fossero trattati in modo difforme a seconda del dicastero che si trovava a ricevere la «patata bollente» e inoltre si andava a risolvere quei limiti evidenziati dallo stesso Ratzinger nella lettera del 1988.

Ma in Vaticano, il card. Ratzinger si trovò ad affrontare un ulteriore problema, forse il più grave e difficile da scardinare, ovvero una mentalità che, consapevolmente o no, riteneva che il sacerdote non potesse commettere questi atti. Lo ha ricordato anche il Sommo Pontefice Francesco, durante la conferenza stampa sul volo di ritorno dal viaggio apostolico ad Abu Dhabi nel 2019. Il Papa ha raccontato un episodio che evidenzia la volontà di combattere questa piaga da parte di Joseph Ratzinger».

«C’è un aneddoto, riferisce Papa Francesco, lui aveva tutte le carte, tutti i documenti, su una organizzazione religiosa che aveva corruzione al suo interno, sessuale ed economica. Lui [da Cardinale] andava e c’erano dei filtri, e non poteva arrivare. Alla fine, il Papa [Giovanni Paolo II], con l’intento di capire la verità, ha fatto una riunione, e Joseph Ratzinger è andato lì con la cartella e tutte le sue carte. E quando è tornato ha detto al suo segretario: «Mettila nell’archivio, ha vinto l’altra parte». Noi non dobbiamo scandalizzarci per questo, sono passi di un processo. Ma poi, diventato Papa, la prima cosa che ha detto è stata: «Portami dall’archivio quelle carte», e ha incominciato…»

Benedetto XVI, quindi, si trovava, ancora cardinale, ad affrontare una mentalità, restia a credere che il sacerdote potesse anche solo pensare tali nefandezze. 

In diverse occasioni Benedetto XVI ha usato parole molto dure nei confronti degli autori di questi crimini. Fra i molti momenti ricordiamo il Viaggio Apostolico negli Stati Uniti d’America nell’A.D. 2008 in occasione della visita alla sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Durante quel Viaggio il 17 aprile 2008 alle 16.15 il Pontefice incontrò, nella Nunziatura USA, un piccolo gruppo di persone vittime di abusi sessuali da parte di esponenti del clero. Parlò, in cinque occasioni, di questo grave scandalo, fino a discuterne apertamente con i vescovi. 

Non è possibile dimenticare la lettera, che Benedetto XVI inviò ai cattolici d’Irlanda. Il Papa indirizzò una Lettera Pastorale a tutti i Cattolici irlandesi per esprimere lo sgomento per gli abusi sessuali commessi sui giovani da parte di esponenti della Chiesa e per il modo in cui essi furono affrontati dai vescovi irlandesi e dai superiori religiosi. Benedetto XVI propose un cammino di risanamento, di rinnovamento e di riparazione.

Infine, ma di massima importanza, fu di Ratzinger l’indicazione che purtroppo oggi non viene abbastanza considerata, ovvero di prestare massima attenzione alla formazione presbiterale.

Benedetto XVI, invece, puntò i riflettori sul vero problema, sulla vera natura della pedofilia nel clero, ovvero la mancanza di formazione all’affettività, alla relazione sana, all’interno dei seminari e delle case religiose. 

agenzie/farodiroma/red

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21 Gennaio 2022 | 09:48
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