I giovani alla capanna dell'Adula UTOE
Ticino e Grigionitaliano

Pastorale Giovanile: una due giorni alla capanna dell'Adula

Sabato 6 e domenica 7 agosto, una decina di giovani della Pastorale Giovanile della Diocesi di Lugano hanno vissuto una bella esperienza di fede, comunità e amicizia, percorrendo a piedi il tragitto fino alla capanna Adula UTOE, in valle di Blenio, dove hanno poi trascorso la notte.

«La salita è andata bene, abbiamo tenuto un buon passo, non è stato troppo faticoso. Il percorso era più tranquillo dalla diga del Luzzone fino alla capanna Adula del CAS, poi in seguito un po’ più impegnativo verso quella dell’UTOE, più sopra (2393 msm, ndr)», ci dice Giovanni, 17 anni.

Dopo aver raggiunto la capanna, don Rolando Leo, accompagnatore del gruppo, ha celebrato la messa della Trasfigurazione. «Il gruppo è eterogeneo, con anche persone nuove: ci siamo resi conto che l’amicizia ci aiuta a coinvolgere altre persone, con alle spalle storie diverse», sottolinea l’assistente della Pastorale Giovanile. «Durante questa esperienza in capanna abbiamo la possibilità di condividere le nostre esperienze di fede e anche quelle vissute quest’estate, come ad esempio il campo di lavoro in Libano, il pellegrinaggio ad Assisi, il cammino di San Giacomo da Coira e Disentis, ripensando all’esperienza della trasfigurazione come ce la propone Gesù e cioè di essere trasfigurati seguendo Lui».

Dopo lo spettacolo di un bellissimo e suggestivo tramonto e dopo una bella serata di condivisione di esperienze di vita e di fede, i giovani hanno poi intrapreso la discesa domenica per rientrare nelle proprie case in serata.

Le testimonianze dei partecipanti

«Personalmente questo fine settimana mi ha permesso di paragonare il cammino verso la capanna con quello spirituale; fatiche, difficoltà, momenti individuali e comunitari principalmente insieme a Gesù. Inoltre ho avuto l’opportunità di conoscere nuove persone ognuna con la propria storia», confida Amodini al termine della bella esperienza.

«Ho trovato che si potrebbe fare una specie di paragone, un po’ forzato, tra la Via Crucis, e la salita verso la capanna. Di per sé non era difficile, ma se non lo si è mai fatto, non si ha l’attrezzatura corretta, o si parte stanchi, il tutto può risultare più faticoso del normale, come nel il mio caso. Rimane il fatto che lungo il tragitto, in particolare nelle parti più impegnative, mi trovavo spesso a riflettere su me stesso, anche, ma non solo, per aiutarmi ad andare avanti. Penso che lo scopo di questo tipo di uscite sia l’esperienza personale e di gruppo: personalmente mi sono trovato molto bene nel gruppo, tutti molto aperti. Ho imparato molto da questa uscita». Sono le parole di Samuel Er Viveros, 21 anni, al termine dell’esperienza vissuta.

«Il weekend scorso è stato un’opportunità per riflettere su me stessa e su ciò che mi circonda. È stato un cammino piacevole in compagnia di persone fantastiche», Marta Spiller.

I giovani alla capanna dell'Adula UTOE | © PG
7 Agosto 2022 | 22:24
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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