Chiesa

Parole di vita», esce il primo volume delle Opere di Chiara Lubich

Per Chiara Lubich il Vangelo era il «pane» di cui nutrirsi quotidianamente, nonché il filtro per guardare la realtà che la circondava. Anche solo un versetto, una parola-chiave, una frase era un aiuto per orientare la giornata verso quell’amore di Dio che Chiara cercò di far conoscere a migliaia di persone attraverso la testimonianza di vita e l’opera grande di cui fu fondatrice, il Movimento dei Focolari.

 

«»Amate i vostri nemici». Questo sì che è forte! Questo sì che capovolge il nostro modo di pensare e fa dare a tutti una sterzata al timone della propria vita! Perché, non nascondiamocelo: qualche nemico… nemichino, nemicone lo abbiamo tutti. È lì dietro la porta dell’appartamento accanto, in quella si-gnora così antipatica e intrigante, che cerco sempre di sfuggire ogni volta che minaccia di entrare con me nell’ascensore… È in quel mio parente che trent’anni fa ha recato un torto a mio padre, per cui gli ho tolto il saluto…», scriveva ad esempio Chiara nell’aprile del 1978 in uno dei suoi tanti appunti che ora confluiscono, insieme ad altri scritti, nel nuovo progetto editoriale «Opere di Chiara Lubich».

 

È questo un «corpus» di testi che presenta in maniera sistematica il patrimonio di pensiero di questa donna che con le sue intuizioni anticipò il Concilio Vaticano II e di cui, a dieci anni dalla scomparsa, è in corso la causa di beatificazione. Quattordici titoli ordinati per generi letterari, suddivisi in tre blocchi omogenei: la persona, ovvero i testi autobiografici; la via spirituale, quindi l’esperienza mistica che emerge nei suoi diari e nelle lettere, la spiritualità dell’unità, le pagine di meditazioni e di pensieri teologici; l’opera e il rapporto con il mondo contemporaneo, con l’incidenza storica della vita e del pensiero della Lubich, quale si evince da discorsi fondativi, discorsi in ambito civile ed ecclesiale, articoli e interviste, fino agli Statuti del Movimento dei Focolari.

 

«Non si può parlare di Opera omnia perché il patrimonio letterario di Chiara è enorme e richiede ancora tempo per essere elaborato, in più ci sono parti sensibili da conservare per ora», ha spiegato Donato Falmi, direttore della Collana, durante la presentazione di oggi presso la sede della Fnsi del primo volume in uscita dal titolo «Parole di Vita» curato da Fabio Ciardi, ordinario di teologia spirituale presso il «Claretianum», che raccoglie circa 350 commenti al Vangelo.

 

«Chiara Lubich ha incontrato centinaia di migliaia di persone di ogni lingua, cultura, età ed estrazione sociale; ha parlato con loro, ha corrisposto con lettere (oltre 25 mila quelle oggi conosciute), telefonate, conferenze, messaggi… Questo immenso materiale documentario che la riguarda è raccolto nell’archivio che ora porta il suo nome».

 

L’opera, seppur non completa, è senza dubbio la pubblicazione più organica rispetto alle tante già esistenti. In essa, ha detto Falmi, il «già edito» si affianca agli «originali» di molti testi e al «completamento» di altri. L’obiettivo è quello di rendere «chiaro e comprensibile» il vissuto della Lubich, le sue intuizioni, i suoi «sprazzi di luce», gli impulsi che trasformava in azioni e che metteva nero su bianco su fogli modesti, con un linguaggio immediato, incisivo, diretto, a volte anticipando temi che, dopo dieci anni, risultano ancora di stringente attualità.

 

La questione migranti, giusto per citarne una: nel gennaio del 1991 Chiara chiedeva di «allargare lo spirito di comprensione e di accoglienza verso tutte le persone che appartengono ad un’altra religione, tradizione culturale, ecc., con le quali possiamo venire a contatto, come, per esempio i numerosi immigrati che sono tra noi. Scopriremo tanti punti, tanti valori che abbiamo in comune con essi». «Come cristiani – aggiungeva – dobbiamo essere i primi a testimoniare questo spirito di comprensione e di accoglienza».

 

La Lubich osservava il mondo e ad ogni segmento di vita associava un insegnamento di Gesù nel Vangelo. «Amare il prossimo… Prossimo è ogni essere umano, uomo o donna, amico o nemico, al quale si deve rispetto, considerazione, stima. L’amore del prossimo è universale e personale al tempo stesso. Abbraccia tutta l’umanità e si concreta in colui-che-ti-sta-vicino», scriveva nel 1999.

 

Della iniziativa sono coeditori Città Nuova Editrice e il «giovane» Centro Chiara Lubich, nato nel 2008 nel corso della prima assemblea generale del Movimento dei Focolari dopo la morte della futura Beata. Attualmente esso si pone come scopo principale è quello di mantenere viva la figura di Chiara Lubich, e dunque di curare, studiare, diffondere e provvedere alla tutela del suo patrimonio.

Salvatore Cernuzio – VaticanInsider

15 Novembre 2017 | 07:10
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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