Ticino e Grigionitaliano

Padre Bahjat di Aleppo sarà a Lugano

Il 6 febbraio 2023, più di un anno fa, un devastante terremoto colpì la Turchia e la Siria settentrionale (quest’ultima già devastata dalla guerra), lasciando dietro di sé 56.000 morti (almeno 7.200 in Siria), e decine di migliaia di feriti e sfollati. Il ricordo di quei momenti è ancora vivo come testimonia il parroco di Aleppo, padre Bahjat Karakach, della Custodia di Terra Santa, che dal sito della Custodia racconta: «La gente scherza dicendo che ci sarà un altro terremoto. È solo una battuta, ma rivela lo stato di ansia che la gente continua a vivere. Io stesso a volte, mentre dormo ho la sensazione di un terremoto e mi sveglio di soprassalto. Portiamo ancora nell’inconscio quella paura». Padre Bahjat darà la sua testimonianza a Lugano giovedì 25 aprile alle 20.00 nella Sala S. Rocco.

Il convento francescano di Aleppo ha aperto le sue porte fin da subito, accogliendo persone in cerca di riparo. «Oggi non ci sono più persone che vivono qui in parrocchia. In questo anno abbiamo lavorato soprattutto per riparare le case danneggiate. Siamo riusciti a farne circa 70». Il parroco – padre Bahjat – lamenta inoltre l’aumento dei prezzi, «il costo del pane è aumentato del 100% ed è aumentato anche il costo del carburante. Questo trascinerà con sé l’aumento dei prezzi di tutto il resto».

In questo contesto, i frati francescani cercano di condividere e aiutare il più possibile la popolazione. A breve, annuncia padre Bahjat, «sarà operativo un forno. Abbiamo già alcuni locali predisposti e li adatteremo per poter servire migliaia di persone. Stiamo anche studiando la possibilità di creare un centro di fisioterapia e psicoterapia». Un modo per aiutare concretamente e anche per «stare vicino ai sofferenti e cercare di offrire un accompagnamento anche spirituale».

«Dio opera sempre, anche quando le cose sembrano andare in rovina – è la convinzione di padre Bahjat -. Un ragazzo mi ha raccontato che i giorni del terremoto sono stati giorni di riscoperta di Dio per lui. Venendo qui in chiesa, partecipando a ciò che facevamo, la sua vita è cambiata». Guardando all’anno passato, conclude, «ringrazio Dio che in mezzo a questa sofferenza ha usato di noi e della nostra presenza e testimonianza per rivelare la sua misericordia e il suo amore alla gente. È stata e continua ad essere un’occasione per rafforzare la nostra presenza e la nostra missione».

24 Aprile 2024 | 06:40
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