Il vescovo di Matagalpa (Nicaragua) condannato a 26 anni di carcere
Internazionale

Nicaragua: si acutizza la persecuzione contro la Chiesa

Si acutizza la persecuzione sandinista cont Esponenti della Chiesacattolica. L’allarme è stato dato dalla diocesi di Matagalpa attraverso i social network (gli unici mezzi che non sono ancora stati chiusi), verso mezzogiorno (ora italiana), quando in Nicaragua era ancora notte. Le forze di polizia del regime di Daniel Ortega hanno fatto irruzione, in piena notte, nella curia di Matagalpa, dove dai primi giorni di agosto il vescovo José Rolando Álvarez, che è anche amministratore diocesano di Estelí, viveva in pratica agli arresti domiciliari, con sei sacerdoti e sei laici. Il vescovo, come la maggior parte dei sacerdoti e laici che erano con lui, è stato prelevato dalla polizia che condotto il presule a Managua. Si sa che il presule è ora agli arresti domiciliari nella sua residenza privata a Managua.

La Conferenza episcopale del Nicaragua ha rilanciato la notizia sui propri profili social.

La preoccupazione del segretario generale dell’Onu

Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, «è molto preoccupato per la grave ostruzione dello spazio democratico e civico in Nicaragua e per le recenti azioni contro le organizzazioni della società civile, comprese quelle della Chiesa cattolica», come il raid nella sede episcopale di Matagalpa. È quanto ha affermato il portavoce Farhan Haq durante una conferenza stampa all’Onu. Guterres – ha proseguito il portavoce – ribadisce il suo appello al governo di Daniel Ortega affinché garantisca «la tutela dei diritti umani di tutti i cittadini, in particolare i diritti universali di riunione pacifica, libertà di associazione, pensiero, coscienza e religione» e chiede il rilascio tutte le persone detenute arbitrariamente. L’azione è stata condannata anche dal segretario dell’Organizzazione degli Stati americani (OSA), Luis Almagro.

Immediata solidarietà alla Chiesa del Nicaragua è stata manifestata, attraverso dei comunicati diffusi dalle Conferenze episcopali di Perù, Panama e Costa Rica. Prese di posizione che fanno seguito a quelle diffuse nei giorni scorsi, prima della notizia di oggi, dalle Conferenze episcopali di quasi tutti i Paesi latinoamericani.

Una tensione che viene da lontano

Secondo il report «Nicaragua: una Chiesa perseguitata» dell’Osservatorio Pro Trasparenza e Anticorruzione, ripreso dalla Cnn, tra aprile del 2018 e maggio del 2022 si sono verificate 190 aggressioni contro la Chiesa cattolica nel Paese centroamericano, molti preti sono stati arrestati e sono state chiuse diverse radio cattoliche.

Ma questa strategia di repressione del regime nicaraguense non è nuova. Quanto i sandinisti (di cui Ortega faceva parte) diroccarono la dittatura di Anastasio Somoza nel 1979, erano molto vicini alle istituzioni religiose perché grazie all’intervento del cardinale Miguel Obando y Bravo, all’epoca arcivescovo di Managua, sono stati liberati molti prigionieri politici e si è evitato più spargimento di sangue.

L’intesa però durò poco. Negli anni ›80 la Chiesa condannò molte delle azioni del nuovo governo sandinista e la partecipazione di promotori della Teologia della Liberazione nell’esecutivo non è stata ben vista dal Vaticano.

La tensione tra Chiesa e governo di oggi in Nicaragua è la più grave della ultima decade. Ed è pronta la denuncia del governo degli Stati Uniti. Brian Nichols, sottosegretario di Stato americano per l’emisfero Occidentale, ha detto che «il brutale assalto al clero cattolico, alle strutture radiofoniche e ai membri della comunità di Sebaco è un altro colpo alla libertà religiosa in Nicaragua e alla libertà di espressione».

Anche l’Unione europea ha condannato le azioni di Ortega contro la libertà di espressione e di religione. Il Servizio europeo per l’azione esterna (Seae) ha diffuso un comunicato con cui disapprova l’uso eccessivo della forza di polizia nell’occupare le strutture e intimidire manifestanti disarmati, invitando al governo del Nicaragua a ristabilire il rispetto dei diritti umani e liberare immediatamente, e senza condizioni, tutti i prigionieri politici.

Fonte: agenzie/red

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20 Agosto 2022 | 08:35
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