Il gruppo di 15 persone nelle Filippine.
Ticino e Grigionitaliano

Nelle Filippine, l'associazione ticinese «Ponti di speranza» attiva dal 2008

Sta per giungere la sera. Il cielo si arrossa mentre l’aereo vira sopra Manila iniziando la sua manovra d’atterraggio. Dal finestrino si riconoscono vasti appezzamenti di risaie, grandi pescicolture, e la capitale di 12 milioni di abitanti, in cui spiccano i grandi grattacieli della zona ricca di Makati con la periferia che presenta case che per noi occidentali sarebbero rifugi di prima necessità. Prima di uscire dall’aeroporto un meticoloso controllo. Chi entra nel paese deve essere rigorosamente vaccinato. In tutte le Filippine vige l’obbligo delle mascherine per tutti.

Il Covid ha avuto molte conseguenze. Per noi, gruppo di 15 persone, ha determinato la sospensione del viaggio pianificato nel 2020 per poi rimandarlo nuovamente nel 2021 e ritrovarci ora nel 2022 coi prezzi di aereo elevati. Conseguenze molto più gravi per i Filippini invece, per cui il Covid ha significato forti rialzi di prezzi sui prodotti basilari e severissime restrizioni. Le scuole a causa della pandemia sono state chiuse per oltre due anni, con conseguenze gravissime per i tantissimi minorenni (ben il 35 % della popolazione). Dal punto di vista politico, incontriamo sostenitori del nuovo presidente Marcos speranzosi e fiduciosi che egli saprà tener alto il nome del padre, ex Presidente-dittatore dal 1965 al 1986, pur sempre elogiato dal popolo. Altri invece temono che il nuovo presidente possa incrementare ancor di più la disparità tra ricchi e poveri che già vige nel paese.

La pompa di acqua creata da Nicolas Poncini per l’orto comunitario nelle Filippine.

«Ponti di Speranza», nel suo piccolo e modesto aiuto, persiste nel suo operato. Il viaggio è l’opportunità di rivedere e rincontrare le persone che sul posto sono responsabili e che oramai conosciamo da ben 17 anni. In un rapporto così lungo, fedele e professionale si è nuovamente instaurata la volontà a proseguire entrambi gli impegni del «ponte». Da una parte si cercano sostegni finanziari e sensibilizzazione verso un paese svantaggiato e dall’altra parte del «ponte», chi riceve cerca di dare il meglio per sfruttare l’opportunità di studi che altrimenti mai avrebbe. Le testimonianze di gratitudine sono dei momenti speciali che colmano il cuore e vanno oltre la ragione. Madri in lacrime ringraziano per ciò che i loro figli ricevono e che loro mai avrebbero potuto dar loro. Giovani che abbiamo sostenuto nei nostri primi anni di mandato ora sono divenuti adulti e ringraziano per quanto hanno potuto raggiungere.

La povertà è un insieme di concause. In questo momento il raddoppio dei costi di fertilizzanti, del gasolio e delle sementi fa sì che tra investimento e vendita, il guadagno ultimo del riso ricavato, sia veramente minimo. Chi subisce per primo le crisi purtroppo sono i più poveri. E quando la dignità viene calpestata, si creano grandi ferite che creano conseguenze di disagi irreparabili.

Lo scambio del «ponte», per noi gruppo ticinese, sono le fantastiche testimonianze , i felici momenti di giornate condivise e la gioia genuina, viva, autentica che soprattutto i giovani ci hanno condiviso e fatto vivere.

Dal 2008, l’Associazione «Ponti di Speranza» è attiva nelle Filippine. Nata dall’esperienza della famiglia Moggi che, dal 2005, con i quattro figli ancora piccoli, nel Paese visse un’esperienza di volontariato di quasi tre anni. Prima di rientrare in Ticino è nata la richiesta da parte di famiglie locali, di ricevere un supporto per gli studi dei propri figli. Per far fronte a questa importante necessità è stata creata l’associazione «Ponti di Speranza», cresciuta e tutt’ora attiva grazie al prezioso sostegno di fedeli amici ticinesi e svizzeri tedeschi.

Associazione Ponti di Speranza

Il gruppo di 15 persone nelle Filippine.
12 Ottobre 2022 | 06:11
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