Seconda domenica di Avvento
Ticino e Grigionitaliano

Nelle città ticinesi illuminate, c’è una Luce che attende tutti

Siamo in Avvento, si sono accese le luci degli alberi nelle nostre piazze, ci sono le finestre dell’Avvento che si illuminano, c’è la corona che ogni domenica segna con una nuova fiammella l’avvicinarsi del Natale. Questi segni esteriori richiamano ad una luce interiore da cercare. Come cercarla, come fare silenzio nel cuore dentro una vita che comunque è piena di impegni e suggestioni? Dove cercare Dio e con chi? Poi ci sono i lontani, quelli che forse non sentono da tempo la voce di Dio nel loro cuore. Anche per loro come per tutti è Avvento, è attesa del Natale. Abbiamo girato queste domande a suor Sandra Künzli, monaca agostiniana ticinese che ci ha risposto con questa riflessione.

di suor Sandra Künzli*

Già tanto tempo prima, i negozi espongono i loro prodotti natalizi per attirare i nostri sguardi: le luci e le decorazioni splendono nelle strade e a volte questo ci dà un po’ fastidio per la tempestività ma anche ci rallegra e dona una nota di festa e di gioia. Il Natale è vicino e quest’anno ancora di più perché l’avvento è ridotto a poco più di tre settimane.
Avvento, tempo di attesa… le quattro candele ci preparano ad accogliere il Salvatore che nasce per noi.
Con le luci che crescono ogni settimana, si alimenta la speranza che via via si fa certezza, per la nascita di Gesù. Egli viene per ogni uomo e ogni donna. Sant’Agostino esortava i suoi fedeli di Ippona a non uscire troppo fuori di sé, ma a riscoprire Dio nel silenzio interiore.
Quando passiamo accanto ad una chiesa, se abbiamo tempo, entriamoci, lì Gesù è presente e ci aspetta. Lui ci guarda e ci fa sentire amati.

Riscoprire le relazioni

In questo silenzio si riscoprono anche le relazioni che sono molto importanti. Non possiamo vivere isolati, senza nessuno che ci parli di Dio e ci trasmetta il suo amore. «Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi» è un proverbio antico. Per molti è difficile vivere questo, perché la famiglia, piccola Chiesa domestica, a volte non ha più l’armonia e l’unità di un tempo, quando eravamo meno stressati e sollecitati dall’esterno. In questi giorni è venuta a trovarmi una mia cara amica e mi ha chiesto di pregare perché il Natale riporti il miracolo dell’unità nella sua famiglia.
Sì, a Natale non possiamo dimenticarci di chi soffre, di chi piange la perdita di una persona cara, di chi è rimasto solo, senza niente e invece dei carillon natalizi, sente il rumore assordante delle bombe: a Gaza, in Ucraina, in Sudan…

Il rispetto verso donne e bambini

Il Natale, dove contempliamo Dio che si fa fragile Bambino, ci sollecita pure a ritrovare un profondo rispetto per i bambini, che sono coloro che soffrono maggiormente. Gesù li ha prediletti. Essi, con la loro fragilità, sono la pupilla di Dio. Chi accoglie un bambino con amore e rispetto, accoglie Gesù. Un giorno saremo giudicati sul come avremo trattato i bambini, di come avremo cercato di alleviare il loro dolore, di come avremo trattato le donne, le madri, le mogli…

Accoglierci reciprocamente

San Paolo nella lettera ai Romani ci esorta ad accoglierci gli uni gli altri, come Cristo accoglie noi, per la gloria di Dio. Nel cammino di Avvento, siamo affiancati da Maria e Giuseppe che sono in viaggio verso Betlemme, mano nella mano, con una grande gioia nel cuore. Avvento è tempo di attesa, di gioia e di preghiera, anche per chi sta peggio di noi, per chi è lontano da Dio ma forse già Dio parla al suo cuore senza che se ne accorga.
Termino con un pensiero di Papa Francesco, all’Angelus del 27 novembre del 2022: «Sempre Dio viene, ci sostiene, si fa vicino…Non dimentichiamolo mai! Ci fa visita, si fa vicino e ritornerà alla fine dei tempi per accoglierci nel suo abbraccio».

*monaca agostiniana

Seconda domenica di Avvento | © laura-nyhuis-fluyYH-T_z0-unsplash
9 Dicembre 2023 | 09:53
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