Progetto missionario da Haiti (foto d'archivio)
Ticino e Grigionitaliano

Nasce «Mezanmi», una rete di sostegno per la missione ad Haiti, ma non solo

Un’associazione che possa continuare a sostenere, in modo duraturo, i progetti avviati ad Haiti, dapprima nel 2010 con l’esperienza dei padrinati e, dal 2017, con l’inizio della collaborazione, da parte della diocesi di Lugano, con la locale diocesi di Anseà- Veau-Miragoâne. È questa l’idea con la quale, il 7 luglio alle 19 presso la Casa patriziale di Rivera, si intende dar vita, con un’assemblea costitutiva e l’elezione del suo comitato, all’associazione «Mezanmi». «Nasce tutto da coloro che, nel tempo, hanno contribuito, dal Ticino, alla buona riuscita di queste iniziative sul territorio haitiano», ci racconta Maria Laura Pron, già missionaria ad Haiti nel progetto diocesano dal 2019 allo scorso anno. «Penso ai tanti benefattori sui quali, lungo gli anni, si è potuto contare per realizzare una rete di amicizia e solidarietà, ma soprattutto di fiducia, con la gente del posto. Proprio dagli haitiani stessi, incoraggiati da questi legami, spesso sono nati i progetti più belli, realtà in favore dell’educazione, della salute e della promozione umana, che in vista del concludersi del progetto diocesano, richiedono ora più che mai garanzia di continuità». L’Associazione collaborerà da vicino con la Conferenza missionaria della Svizzera italiana ma non sarà tuttavia solo Haiti a beneficiare dell’aiuto: «Contribuiremo a valorizzare anche i contatti avuti dei missionari dopo il loro rientro dall’isola. Nicole Agustoni, ad esempio, tra i primi a partire, ha poi proseguito il suo percorso in Uganda, dove attualmente sta tessendo nuove relazioni. Ogni nostro intervento sarà guidato da un denominatore comune: sostenere l’operato di partner locali che si impegnano per il bene delle comunità, lavorando per la riduzione della povertà e delle disuguaglianze, con particolare attenzione al ruolo delle donne». Questo perché «le sfide globali enormi. Ad Haiti è in atto una gravissima urgenza umanitaria; 5 milioni di persone – metà della popolazione – soffre la fame in modo grave. In Uganda, a causa dei cambiamenti climatici che caratterizzano il Corno d’’Africa, la situazione non è molto diversa. Il nostro vorrebbe essere un aiuto che dia risposta ai bisogni espressi dalla popolazione locale. Senza imposizioni, ma dando valore e rinforzando risorse umane e capacità già presenti sul territorio», conclude Maria Laura. (LQ)

Progetto missionario da Haiti (foto d'archivio) | © cmsi
3 Luglio 2023 | 08:12
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