Mons. Pier Giacomo Grampa, vescovo emerito di Lugano.
Ticino e Grigionitaliano

Mons. Pier Giacomo Grampa si racconta su Ticino Welcome

Su Ticino Welcome (febbraio 2021) una lunga intervista/incontro di Eduardo Grottanelli de’Santi con il vescovo emerito di Lugano, mons. Pier Giacomo Grampa. Un incontro che è l’occasione, come spesso avviene, di un dialogo franco e senza reticenze intorno alla Chiesa e alle questioni morali che sono caratteristiche di questi tempi.

«Per me poi gli incarichi rivestiti sono stati conseguenza di una chiamata, frutto di una vocazione. Non ho scelto io di fare il prete, l’educatore e il Vescovo. Sono stato chiamato, ho cercato di rispon- dere di sì e di svolgere con autenticità i servizi richiesti, senza rinunciare ad essere quello che sono, sempre in cammino di conversione», esordisce don Mino.

Vengono poi affrontati i temi legati alla stretta attualità «Papa Francesco l’intuizione che il nostro tempo non è tanto un’epoca di cambiamenti, ma piuttosto un cambiamento d’epoca».

E aggiunge don Mino

«Il cambiamento, più che dalla pandemia, dipenderà dalla saggezza delle persone, che imparano presto, ma dimenticano ancora più in fretta».

E ancora «C’è da augurarsi che si sappiano trarre tutti gli insegnamenti contenuti non solo nella terribile, pesante esperienza della pandemia, ma anche da altri fenomeni come ad esempio il degrado ecologico, lo sfruttamento insensato delle ricchezze della natura per calcoli economici, le migrazioni dei popoli, la gestione dei nuovi mezzi di comunicazione, la ripresa delle ambizioni spaziali, il non sopito scontro religioso o ideologico (…) al quale tenta di ovviare Papa Francesco con la sua Terza Lettera Enciclica, Fratelli tutti, sulla fraternità e l’amicizia sociale. Sono tanti i segni che dicono di un profondo cambiamento in atto, il cui esito dipende dalla saggezza degli uomini e delle donne, delle persone, che ne devono essere protagonisti e non succubi».

Un passaggio importante dell’intervista pubblicata su Ticino Welcome riguarda i suoi anni da Vescovo di Lugano. Come esercita la sua funzione al servizio di una popolazione che lo continua
a riconoscere come il proprio pastore? «Per favore non cadiamo nell’equivoco dei due Vescovi, come dei due Papi.

Papa è uno solo: Francesco; Vescovo di una Chiesa è uno solo, da noi nella Chiesa di Lugano, si chiama Valerio.

Evitiamo gli equivoci, peggio le contrapposizioni (…). Se l’episcopato è uno dei tre Sacramenti (l’Ordine sacro) che col Battesimo e la Cresima imprime un carattere indelebile, non si può metterlo sotto naftalina (…), dipende dalla saggezza delle persone non sollevare equivoci e divisioni. Le occasioni non mancherebbero».

E a proposito di saggezza si esprime, o meno, sulla dolorosa chiusura del Giornale del Popolo «Su questo punto per mettere in pratica quanto venivo dicendo, preferirei non rispondere. Leggendo i Vangeli mi ha sempre colpito l’atteggiamento di Gesù durante il suo processo, quando gli evangelisti ritornano con un ritornello:

«Jesus autem tacebat»

Precisa don Mino «Gesù taceva e non rispondeva nulla. Per cui preferisco non esprimermi, avrei troppe cose da dire, ma riapri- rei ferite che è meglio lasciar guarire. Il giornale non andava più in quella forma, ma in un’altra? In un certo senso «res ipsa loquitur», parlano i fatti, gli storici li analizzeranno, lasciamo tempo al tempo».

Mons. Pier Giacomo Grampa, vescovo emerito di Lugano. | © catt
8 Gennaio 2021 | 10:38
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Grampa (8)
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