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Svizzera

«Il messaggio di Nicolao della Flüe più che mai attuale» /catt.ch/gdp

In un’epoca segnata da crescente competitività, individualismo, valore dell’apparenza e rapporti di forza sempre più brutali il consigliere federale Guy Parmelin, in occasione del suo discorso del Primo agosto, tenuto a Wimmis (BE) e Yvorne (VD), ha trovato nella saggezza, nella perseveranza e nel pacifismo di Nicolao della Flüe l’ispirazione per migliorare il già prospero destino della Svizzera.

«Facciamo attenzione a non ironizzare sull’assolutezza del suo messaggio perché è proprio nel nostro mondo attuale che trova l’eco più cristallina», ha sottolineato il capo del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS), stando alla forma scritta della sua allocuzione.

Quali i meriti di Nicolao della Flüe, che scelse l’eremitaggio ed è santo patrono della Confederazione, di cui proprio quest’anno si celebrano i 600 anni dalla nascita? Prima di tutto è stato un precursore in materia di mediazione: Bruder Klaus, il fratello Nicolao, «esaltava l’unione, un’unione che considerava minacciata dallo spirito di parte, dalle velleità espansionistiche, dal desiderio del guadagno e dal bellicismo».

«Fondamentalmente sosteneva che l’uso delle armi dovesse servire al massimo alla difesa della libertà, delineando così la neutralità che è indissociabile dalla nostra politica estera e dalla nostra identità nazionale», ha aggiunto il vodese.

Come mistico eremita, Nicolao richiamava gente comune e personalità dell’epoca che cercavano consiglio, ricorda il Dizionario storico della Svizzera. «È ormai comprovata l’opera di mediazione svolta da Nicolao nella conclusione della convenzione di Stans del 1481», si legge nell’articolo a lui dedicato. Il trattato, completato dal patto di alleanza con Friburgo e Soletta stipulato lo stesso giorno, mise fine alle forti tensioni sorte tra Cantoni urbani e agricoli.

La costante ricerca della mediazione e del consenso per Parmelin sono del resto uno degli aspetti che permettono alla Svizzera di prosperare. «È il consenso che attenua le frustrazioni e i rancori e che può far emergere una maggioranza assoluta (…), è lui che evita che il vincitore si offra una vittoria troppo orgogliosa e il perdente subisca una sconfitta troppo mortificante».

Il consigliere federale democentrista ha pure enfatizzato il valore dell’apertura al mondo: «Risparmiata dalla maggior parte delle sventure del nostro tempo, e talora tentata dal ripiego su sé stessa, la Svizzera non si è mai rinchiusa nella sua torre d’avorio. Preservata, rimane e deve rimanere aperta al mondo, come era stato l’umile eremo del nostro santo nazionale».

Sono soprattutto il consenso e la democrazia diretta che hanno reso la Confederazione un Paese sicuro, prospero, con infrastrutture e servizi efficaci, attrattivo e innovatore. «Sono queste le qualità che permettono di guardare lontano, con serenità e sentimento di sicurezza».

Gdp.ch

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1 Agosto 2017 | 13:35
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