Il vescovo Markus Büchel Foto cath.ch
Ticino e Grigionitaliano

Messaggio dei vescovi svizzeri per la Giornata del malato

Cari malati, care famiglie, cari membri del personale infermieristico e medico,

Il motto della Giornata del Malato di quest’anno, il 5 marzo 2023, è «in cammino insieme». Per noi nella Chiesa cattolica, questo tema si inserisce nel processo sinodale mondiale a cui Papa Francesco invita tutti i fedeli. Scrive che «è proprio attraverso l’esperienza della fragilità e della malattia che possiamo imparare a camminare insieme secondo lo stile di Dio, che è vicinanza, compassione e tenerezza».

Le statistiche ci dicono che in Svizzera 2,3 milioni di persone di tutte le età sono affette da una malattia cronica. Nella vita quotidiana dipendono dal sostegno di professionisti, familiari, amici o volontari. Questa condivisione è la rete di relazioni che aiuta i malati a sopportare il loro destino e li protegge dalla solitudine e dalla mancanza di speranza. Nella domenica degli ammalati ringraziamo tutti per il loro importante servizio e chiediamo forza per il loro lavoro durante l’anno.

Il motto «in cammino insieme» mi fa pensare alla storia dei due uomini sulla strada da Gerusalemme a Emmaus. Mostra come Gesù ha inteso e praticato la cura pastorale. Sulla via di Emmaus ci sono due persone che stanno scappando dalla loro delusione. Avevano riposto la loro speranza in questa persona che poi è morta sulla croce. Non hanno altra scelta che lasciare Gerusalemme. I due sono delusi dalla loro vita, dalla loro speranza. Nulla di ciò che si aspettavano si è avverato.

La malattia e la disabilità vanificano le speranze e le aspettative di una vita. Ne derivano impotenza e amarezza, difficili da sopportare. Nella narrazione biblica, arriva Uno. Cammina con loro e li ascolta semplicemente. Li prende sul serio. Non sminuisce le loro esperienze, ma le lascia vivere. Ascoltare e affrontare le sfide difficili sono esperienze che aiutano e guariscono. Dimostrano alla persona oppressa, malata o disabile, che rimane un essere di valore nonostante le limitazioni.

Torniamo al racconto biblico: dopo aver ascoltato, Gesù pone una semplice domanda: «Il Messia non doveva forse soffrire tutto questo? Non si doveva arrivare a questo?». Non impone un’interpretazione, non dà un’interpretazione – ma pone una domanda che può aiutare a vedere l’intero evento in una luce diversa….

Reinterpretare – collocare in un quadro diverso – non significa sorvolare, idealizzare o banalizzare, non vuol dire moralizzare. Significa vedere ciò che è e cercare di interpretare i fatti in modo che non ci dominino o ci paralizzino. Il punto di riferimento costituito dalla storia di Emmaus è centrale per il viaggio di persone sane e malate insieme. Quando arriva la sera, i due delusi invitano lo straniero a rimanere. Quante volte le persone ci chiedono di stare con loro perché hanno paura della notte della solitudine, di non essere comprese dai loro simili, della morte. Per le persone malate può essere fondamentale saperlo: chi è disponibile per me, dove posso bussare in qualsiasi momento?! Questa certezza e fedeltà reciproca è il grande aiuto che ci dobbiamo l’un l’altro. Gesù diventa ospite in casa dei due discepoli con cui era in cammino e che lo riconoscono quando spezza il pane per loro. «La vicinanza, la compassione e la tenerezza» rivelano il procedere di Dio. In questo orizzonte di fede, sani e malati portano insieme i loro destini di vita verso il grande futuro della vita promessa in pienezza. Questa speranza cristiana è luce nei giorni bui. Dà la forza di perseverare in tutto ciò che rimane come una domanda senza risposta.

Per il momento, però, rimaniamo sul sentiero insieme, dipendendo l’uno dall’altro, sostenendoci l’un l’altro. La domenica degli ammalati ci invita a prendere nuovamente coscienza della nostra responsabilità verso il prossimo e a ringraziare tutti coloro che ogni giorno svolgono questo servizio per gli altri. Essere «in cammino insieme» aiuta noi, sani e malati, a comprendere e interpretare sempre più profondamente la nostra vita. Ringrazio tutti coloro che aiutano gli altri ad amare e a vivere la propria vita. La storia di Emmaus ci dà la certezza che Dio ci accompagna in ogni situazione e ci dà forza. Che la sua benedizione accompagni tutti i nostri sforzi a favore dei malati e dei disabili.

Per la Conferenza dei vescovi svizzeri, Markus Büchel, vescovo di San Gallo

Leggi anche il messaggio integrale di Papa Francesco per la XXXI Giornata mondiale del malato.

Il 5 marzo negli ospedali con il vescovo Alain

Per la Giornata del malato, mons. Alain de Raemy presiederà domenica la Santa Messa alle ore 9.30 alla Clinica luganese Moncucco e alle ore 16 all’Ospedale San Giovanni di Bellinzona.

Il vescovo Markus Büchel Foto cath.ch
5 Marzo 2023 | 12:09
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