Migranti a Como (foto d'archivio).
Ticino e Grigionitaliano

Mendrisiotto e comasco: la Chiesa accanto ai migranti

di Silvia Guggiari

Ormai da settimane il flusso migratorio in entrata in Svizzera è incessante e sempre in aumento: si calcola, in media, che ogni giorno entrino in Ticino 80 migranti, persone in fuga, perlopiù solo di passaggio in Svizzera, dirette nei Paesi del nord Europa. Tra di essi, tantissimi i minori non accompagnati. Abbiamo provato ad analizzare la situazione al di qua e al di là del confine per capire come vengono gestiti questi flussi attraverso gli occhi di chi opera per e nella Chiesa. A confermarci la situazione critica è Marcel Mattana, diacono permanente, dal 2010 assistente spirituale dei migranti al centro richiedenti asilo di Chiasso. «Attualmente nei centri di accoglienza c’è un sovraffollamento; il centro di Pasture è al limite della sua capienza, ovvero 220 posti circa. Spesso accade poi che la domanda dei migranti venga respinta e che siano costretti a rientrare in Italia: secondo le decisioni internazionali, il primo Paese d’Europa dove vengono registrati rimane infatti il responsabile». Un’altra emergenza è quella che riguarda i minori che – come spiega Mattana – «hanno uno statuto a parte e vengono seguiti dagli educatori e non dagli assistenti sociali: attualmente sono veramente tanti, la maggior parte di provenienza afghana scappa dal regime talebano. Prima della pandemia c’era stata l’ondata degli eritrei, ragazzini che scappavano dal servizio militare».

Da Como, il direttore della Caritas della diocesi, Rossano Breda, conferma la situazione delicata, anche se dice di non registrare un aumento del flusso: «Essendo città di confine, l’interazione tra Como e Chiasso è costante – spiega Breda -. Sicuramente è un periodo in cui, in conseguenza agli sbarchi continui sulle coste italiane, notiamo una frequenza più alta di minori non accompagnati che stanno sollecitando sia le registrazioni in prefettura, come anche realtà private che stanno facendo accoglienza. In generale, sui migranti, in questo momento non abbiamo una pressione particolare. Per quanto riguarda i minori, molti di loro tentano il passaggio verso il nord Europa dove hanno degli appoggi e possono essere accolti più facilmente. Abbiamo poi notato un aumento generico da parte della fascia maghrebina, in particolare dalla Tunisia e dall’Egitto». Da entrambe le parti del confine, si nota dunque che sui minori stranieri non assistiti, la pressione è molto alta: «Tutte le prefetture – conferma il direttore comasco – sono molto sollecitate da questo punto di vista. Normalmente in Italia ci sono convenzioni con delle cooperative che si fanno carico di questa accoglienza e ora, essendo la pressione aumentata, si è fatto richiesta anche ad alcune comunità cristiane di accogliere qualche minore». Ma per comprendere e cercare di risolvere quello che avviene alle nostre latitudini, secondo Breda, sarebbe fondamentale «volgere uno sguardo globale sul perché di questi fenomeni, per capire cosa sta avvenendo, per esempio, nella regione maghrebina, in quella del Sahel, sul Corno d’Africa, in particolare Eritrea, Mozambico, Somalia, e in Medio Oriente dove l’attuale situazione in Iran porterà sicuramente tra qualche mese un’ondata di profughi iraniani. All’interno di questo quadro è bene capire quale sia l’orientamento internazionale politico per cercare di risolvere questi fenomeni».

La disponibilità delle parrocchie di Novazzano e Balerna

Tornando in Ticino, Marcel Mattana ci racconta dell’esperienze positive che da qualche anno vive con gli ospiti dei centri. «Due pomeriggi a settimana diamo loro la possibilità di uscire dal centro e andare nelle parrocchie per dei momenti di convivialità e di svago. Una volta usciti dai centri, cambia completamente il rapporto con gli ospiti che si aprono e si sentono più liberi: all’interno di questi luoghi, in particolare in quello di Pasture, tra Balerna, Novazzano e Chiasso, essendo così sovraffollato, è molto difficile instaurare un rapporto personale. Le parrocchie di Novazzano e di Balerna mettono a disposizione l’oratorio un pomeriggio a settimana: sono momenti molto belli per tutti. Ad esempio, a Novazzano,il mercoledì pomeriggio, portiamo le famiglie con i bambini; il venerdì andiamo a Balerna con i giovani e gli adolescenti». Anche Mattana, in conclusione, è d’accordo con Breda nell’andare a fondo di questi fenomeni, «altrimenti, sarà difficile trovare delle soluzioni che possano andare bene per tutti. La gente continua a scappare dai propri Paesi e attualmente le siccità e le carestie stanno ulteriormente peggiorando la situazione».

Migranti a Como (foto d'archivio). | © catt
29 Novembre 2022 | 09:08
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