Internazionale

Padre Michel Daubanes: «Lourdes è una profezia nel cuore della modernità»

di Cristina Uguccioni

«Anche l’11 febbraio 2023 guardiamo al Santuario di Lourdes come a una profezia, una lezione affidata alla Chiesa nel cuore della modernità. Non vale solo ciò che funziona e non conta solo chi produce. Le persone malate sono al centro del popolo di Dio, che avanza insieme a loro come profezia di un’umanità in cui ciascuno è prezioso e nessuno è da scartare». Così scrive papa Francesco nel suo lungo Messaggio per la Giornata Mondiale del Malato che si celebra l’11 febbraio (ndr: In Svizzera è in programma domenica 5 marzo). In occasione di questa Giornata conversa con Catholica e catt.ch padre Michel Daubanes, 58 anni, rettore del Santuario francese di Lourdes.

Quale riflessione suscita in lei il Messaggio del papa intitolato «Abbi cura di lui» (Lc 10,35), la raccomandazione che, nella nota parabola, il buon samaritano rivolge all’albergatore?

«Ho molto apprezzato il Messaggio del Papa e le sue considerazioni circa la malattia. Essa può diventare disumana se è vissuta nell’isolamento e nell’abbandono, se non è accompagnata dalla cura e dalla compassione. Gesù rilancia a ognuno di noi la raccomandazione «Abbi cura di lui». E alla fine ci esorta: «Va’ e anche tu fa’ così». La parabola – dice il Papa – ci mostra con quali iniziative si può rifare una comunità a partire da persone che fanno propria la fragilità degli altri, che rialzano e riabilitano chi cade e soffre, perché il bene sia comune. Proprio attraverso l’esperienza della fragilità e della malattia possiamo imparare a camminare insieme secondo lo stile di Dio, che è vicinanza, compassione e tenerezza. Nel Messaggio Francesco fa esplicito riferimento al nostro Santuario proprio perché Lourdes è luogo di compassione e tenerezza, è casa per chi è fragile e indifeso. Qui i piccoli e i malati, per i quali il Signore ha passione e compassione, sono accolti e onorati. Hanno il primo posto».

In base alla sua esperienza, la pandemia quali cambiamenti ha provocato?

«Mi pare vi siano stati mutamenti positivi e negativi. Purtroppo molti malati che venivano a Lourdes sono deceduti a causa del Covid. Altri, a causa del perdurare della pandemia, si stanno isolando: vinti dalla paura, rinunciano a molte attività fra le quali il pellegrinaggio al nostro Santuario. Per contro, moltissimi malati che ho incontrato qui, dove è in vigore un protocollo sanitario che garantisce serenità e sicurezza, mi hanno raccontato quanto fosse cresciuto in loro il desiderio di tornare, di pregare con gli altri, di fare ancora esperienza di fraternità. Allo stesso tempo, moltissimi pellegrini mi hanno confidato la loro gioia nel poter ricominciare a prendersi cura dei malati. La pandemia ha separato le persone costringendole a stare lontane le une dalle altre: oggi le persone assaporano con una intensità speciale la possibilità di stare insieme, di vivere in fraternità, di pregare uniti».  

In un tempo nel quale l’indifferenza verso l’altrui patire appare ormai come elemento strategico al raggiungimento del benessere personale, l’esperienza di un pellegrinaggio a Lourdes come istruisce le giovani generazioni? 

«I giovani portano in fondo al cuore grande generosità che attende solo di essere compresa e di potersi esprimere. Qui a Lourdes trovano persone che li sostengono e si fanno complici del loro altruismo, qui trovano un modo diverso di vivere, fondato sulla dedizione verso i più piccoli e fragili, su quella fraternità che loro comprendono essere vitale. Fare un’esperienza a Lourdes aiuta e allena i ragazzi a esprimere le loro qualità migliori e a metterle a disposizione degli altri. Siamo molto lieti che quest’anno, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà a Lisbona, migliaia di giovani potranno fare una sosta a Lourdes. Ne attendiamo oltre 20.000: abbiamo preparato un programma ad hoc per loro con celebrazioni eucaristiche, incontri, processioni, catechesi».

Quale tema è stato scelto per la stagione dei pellegrinaggi 2023?

«Per il triennio 2022-2024 abbiamo scelto la frase che Maria ha rivolto a Bernadette nella tredicesima apparizione: «vada a dire ai preti che si costruisca qui una cappella e vi si venga in processione». Quest’anno, in particolare, rifletteremo sull’espressione «che si costruisca qui una cappella». Essa oggi non può certo essere intesa come un invito a costruire altre cappelle: nel santuario ne abbiamo a sufficienza. Cosa significa per noi «costruire una cappella»? Significa edificare la Chiesa. Dunque: quale Chiesa vogliamo costruire? E come intendiamo abitarla? Sono questi i temi sui quali rifletteremo e pregheremo».

Quale pensiero vorrebbe offrire a coloro che, al termine del pellegrinaggio a Lourdes, si domandano come conservare nella quotidianità quello spirito di preghiera e di affidamento al Signore, di cura e di fraternità sperimentato al Santuario?

«È difficile, una volta tornati a casa, riuscire da soli a conservare lo spirito di Lourdes. Per continuare a viverlo bisogna mantenere quella dimensione comunitaria che è stata sperimentata qui: ciò significa che, ripresa la vita ordinaria, è essenziale continuare a pregare e ad affidarsi al Signore insieme agli altri, a prendersi cura del prossimo e a fare esperienza di fraternità insieme agli altri. È anche importante per il proprio cammino spirituale rivolgersi ai pastori che possono consigliare e guidare. Non va comunque dimenticato che nella vita si vivono anche tempi «forti», che hanno peculiarità speciali: il pellegrinaggio a Lourdes è uno di questi tempi. Bisogna considerarlo anche come un faro che illumina la quotidianità e costituisce un punto di riferimento e di incoraggiamento».


Sabato la Messa col vescovo e la Preghiera perenne

Il pellegrinaggio della Svizzera italiana a Lourdes avrà luogo dal 21 al 25 agosto prossimi per chi viaggia in aereo e dal 20 al 26 per chi viaggia in bus. La partecipazione dei pellegrini malati è in via di definizione e eventuali informazioni verranno comunicate nelle prossime settimane. Nel frattempo, sabato 10 febbraio, festa della Madonna di Lourdes, alle 15, mons. de Raemy presiede la S. Messa con unzione degli infermi in sS. Giovanni a Bellinzona mentre l’Ospitalità «Nostra Signora di Lourdes» invita questa sera alle 19.45, nella parrocchiale di Rivera alla celebrazione della Preghiera perenne, esortando tutti a partecipare a questa preghiera prevista pure in varie parrocchie: Preghiera perenne con l’Ospitalità di Lourdes (catt.ch)


11 Febbraio 2023 | 07:09
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