Civica Filarmonica Mendrisio.
Ticino e Grigionitaliano

L'opera «Maddalena». Dalla Mendrisio del Seicento una storia di fede e coraggio

di Laura Quadri

«I livelli di lettura possibili, anche sottili, sono molti. Sicuramente risalta, alla fine, un messaggio di bene e la capacità di una donna di opporsi a tutti i giudizi». Così Diego Bernasconi ci presenta la sua ultima lavorazione, che lo ha impegnato dal 2021: la pièce operistica, in scena il 3, 4 e 5 novembre al Palazzo dei Congressi di Lugano, «Maddalena».

Tratta dai due fortunati romanzi Il ladro di ragazze e Latte e sangue dello storico e giornalista Carlo Silini e ambientata nel Seicento, ricostruisce tutte le contraddizioni di quell’epoca a partire da quanto vissuto dalla protagonista tra il Ducato di Milano e i baliaggi svizzeri a sud delle Alpi, in particolare nella regione che è oggi Mendrisio: le superstiziose credenze nella magia, ma anche la forza di una religiosità pura, in grado di abbattere ogni pregiudizio e ogni tentativo di sabotaggio.

La direzione di Carlo Balmelli

Al libretto di scena, ci indica Bernasconi, ha lavorato in un primo momento lo stesso Silini. Successivamente è intervenuta una pianificazione più puntuale delle varie scene: «Si tratta di due ore di spettacolo, e, complessivamente, di due atti di 15 scene ciascuno: ogni scena prevede un’ambientazione e un tempo diversi. Cinque cantanti fanno la parte di 8 personaggi; vi si aggiungono 4 attori, per le parti recitate e 80 coristi del Coro Lirico di Lugano che interpretano a turno a volte il popolo o i briganti, a volte donne e monache. Ci avvaliamo anche della tecnologia: i coristi indossano delle tuniche bianche in modo che su di essi possa essere proiettata la scenografia. Le musiche sono invece eseguite dalla Civica Filarmonica di Mendrisio, diretta sulla scena da Carlo Balmelli».

La complessità scenica ricalca il ricco articolarsi della trama nei romanzi originali: «Maddalena è una donna coraggiosa. Durante la pièce ripercorriamo tutto il suo vissuto, raccontando anche di sua mamma e di sua nonna, e la accompagniamo fino alla morte». La sua storia – prosegue il regista – si intreccia ben presto con quella del Mago di Cantone, che vive in un palazzo alle pendici del Monte San Giorgio, che, dopo aver praticato misteriosi rituali magici, uccide le sue vittime. La vicenda è intricata: alcuni abitanti pensando che il Mago possa essere il padre di Maddalena, lo uccidono; quindi, cresciuta e adulta, Maddalena scopre essere accaduto un fraintendimento: il Mago è suo nonno, ancora vivo e intento a compiere senza freni le sue malvagità. Sarà durante uno scontro a tu per tu e con la semplice forza dello sguardo che, in stile manzoniano, Maddalena riuscirà a indurlo a pentimento. Alla fine, però, dovrà fronteggiare l’Inquisizione.

Folclore e religione ticinesi

L’aspetto religioso attraversa tutte le due ore di spettacolo: non solo Maddalena vince sul mago con il candore mariano del suo sguardo, «ma vi sono delle parti che sin dalle prove generali e per chi vi ha assistito hanno suscitato molta commozione. L’opera si apre infatti con la processione del Venerdì Santo del 1659, durante la quale si vede Maddalena cantare le litanie sacre nella chiesa di S. Giovanni a Mendrisio. Nell’entrata in scena è inoltre circondata dalle immagini dei trasparenti della storica Processione della settimana santa, di cui si offre anche un ricordo musicale, attraverso gli strumenti solitamente impiegati durante la manifestazione, ad esempio i tamburi. Nel finale, il pluripremiato musicista svizzero Thomas Trachsel, compositore dell’opera, ha invece pensato di introdurre un rimando alla celebre preghiera mariana dello Stabat Mater, così come viene cantata ancora oggi dai fedeli, sempre nel Settenario della chiesa di S. Giovanni».

L’Associazione «Maddalena»

L’iniziativa nasce dall’entusiasmo dell’omonima Associazione «Maddalena », che dopo la messa in scena, nel 2003 e nel 2007, della pièce di Giovanni Battista Mantegazzi Sacra terra del Ticino e del Guglielmo Tell di Rossini, serbava nel cassetto il sogno di completare una sorta di trilogia operistica dedicata al territorio. Due incontri alla Filanda di Mendrisio nel corso del mese di ottobre con le persone coinvolte, tra cui Bernasconi, hanno quindi permesso di conoscere meglio questo nuovo progetto.

Un finale aperto

«Il finale rimane aperto: mentre la trama prevede che alla fine sia la stessa Maddalena a essere accusata di stregoneria e condannata al rogo, la sua ricomparsa finale sulla scena lascia che lo spettatore possa immaginare almeno la sopravvivenza della sua anima pura. Altri potrebbero pensare che sia proprio lei, sopravvissuta alla sentenza. Ma il messaggio è sempre lo stesso: che l’amore – quell’amore di cui Maddalena fu capace lungo tutta la sua vita – vince su tutto».

Per l’acquisto dei biglietti: info@opera-maddalena.ch.
Ulteriori informazioni: operamaddalena.ch.

Civica Filarmonica Mendrisio. | © catt
31 Ottobre 2023 | 06:38
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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