Ticino e Grigionitaliano

Locarno: i 100 presepi di don Alberto Ferrara in mostra al Centro Sacra Famiglia

Il suo cammino parte dall’abazia di Montecassino. Lì gli anni di formazione assieme ai monaci pur avendo deciso di rimanere sacerdote secolare, per poi, dopo un’esperienza come parroco a Ravenna, approdare in Svizzera, per svolgere la sua missione presso le parrocchie di lingua italiana in Svizzera tedesca: nel Canton Glarona e, infine, a Winterthur. Un lungo cammino che ha fatto sì che don Alberto Ferrara conoscesse nuove lingue, nuove culture, nuovi modi di interpretare culturalmente il Vangelo; esperienze suscitanti in lui, a un certo punto, un’illuminazione: perché non fare in modo che anche l’evento centrale della fede cristiana, la natività, venga illustrata, raccontata figurativamente ai fedeli, e soprattutto ai giovani, in Svizzera e non solo, in tanti modi quante sono le culture del mondo? Perché non «approfittare» del Natale per ricordarci i mille colori e volti della fede? Da qui un progetto concreto: collezionare presepi provenienti dalle parti più disparate del mondo, dall’Angola al Sud America passando per i carcerati di Rebibbia – autori di un commovente presepe – al presepe «dell’uomo contemporaneo»: una natività in legno i cui protagonisti – esili manichini – mancano totalmente di volto, a dirci «l’indifferenza, la spersonalizzazione che vive l’uomo d’oggi».

Manufatti oggi presenti al Centro Sacra Famiglia di Locarno, esposti a diverse decine, in una mostra aperta e presentata ieri, martedì 27 dicembre, proprio alla presenza di don Alberto, dell’arciprete di Locarno don Carmelo Andreatta e del collaboratore parrocchiale Ennio Carioti. «Così come Gesù fu posto nella mangiatoia, in mezzo alla paglia che normalmente viene ruminata dal bue e dall’asino, mi auguro anzitutto che la bellezza che emana da questi manufatti possa essere «ruminata» a sua volta, custodita, meditata; dopodiché tiratela fuori con tutte le vostre energie e testimoniatela», ha sottolineato simpaticamente ai tanti ragazzi venuti ad ascoltarlo don Alberto.

L’associazione Shalom

«Soprattutto, apritevi all’altro», e la mente del sacerdote corre qui all’esperienza che attualmente, come prete in pensione, ne anima le giornate. Si tratta dell’attività dell’associazione Shalom, che a Winterthur ha dato vita a un luogo di accoglienza diurna per persone in stato di precarietà economica, sociale, psicologica: dal calendario dell’Avvento, al bar sempre aperto, il centro è diventato in città un punto di riferimento per molti. «Oggi l’associazione conta 250 soci ma non sempre è stato facile portarla avanti. Riceviamo i pasti da distribuire dalla Caritas oppure dai contadini del posto. Non facciamo niente per amor proprio, bensì affinché l’altro sia rivestito di dignità e rispetto.

Ho così capito qualcosa che nemmeno 50 anni fa, al momento dell’ordinazione avevo capito: non è la gente che deve andare dal sacerdote, ma il sacerdote che deve andare dalla gente, perché è grazie ad essa se egli può fare quello che fa.

L’attenzione all’altro, anche alla sua diversità e alle sue peculiarità è essenziale. Nasce così il vero comportamento etico, duraturo, convincente: non c’è infatti etica vera che non sia frutto di un cammino di avvicinamento all’umano e alla cultura dei popoli».

Di questa intuizione si nutre anche la mostra sui presepi, allestita – ma poi sempre arricchita negli anni – dal 1992 e ora giunta a Locarno: «Con i suoi presepi, don Alberto  dimostra che Gesù è per tutti», sottolinea Carioti.

Laico, insegnante di religione e collaboratore della parrocchia di Locarno, ha fortemente voluto che questa mostra giungesse anche sulle sponde del Lago Maggiore, organizzandone poi l’effettiva realizzazione con un gruppo di giovani catechisti e volontari della parrocchia, Valentina Anzini e Matteo Giugni: «Basta una breve statistica per dimostrare quante nazionalità diverse popolino attualmente la parrocchia di Locarno. Ciascuna di esse rappresenta un modo diverso di vivere il Natale.

Mi vengono a questo proposito in mente le parole di Papa Francesco nella sua lettera apostolica Admirabile signum: «Dovunque e in qualsiasi forma, il presepe racconta l’amore di Dio, il Dio che si è fatto bambino per dirci quanto è vicino ad ogni essere umano, in qualunque condizione si trovi». Da qui il mio forte desiderio, coltivato nel tempo, di rendere omaggio alla diversità culturale che attraversa il nostro essere qui e ora Chiesa attraverso delle Natività in chiave nuova come quelle che poteva offrire la mostra di don Alberto», conclude Carioti.

Le offerte raccolte durante la mostra, che rimarrà visitabile negli spazi del Centro Sacra Famiglia fino al 30 dicembre, dalle 9 alle 11.30 e dalle 14.30 alle 17, andranno all’Associazione Shalom, di cui si può leggere di più qui: Shalom (associazione-shalom.ch).

LQ

28 Dicembre 2022 | 01:14
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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