Ticino e Grigionitaliano

Giornata della donna: lo sguardo femminile sulla pace per costruire ponti

di Katia Guerra

Guardare alle madri e alle donne per trovare la pace, per uscire dalle spirali della violenza e dell’odio, e tornare ad avere sguardi umani e cuori che vedono: lo ha sottolineato papa Francesco durante la Messa della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, lo scorso 1° gennaio, nella Giornata Mondiale della Pace. È solo una delle tante occasioni in cui il Pontefice dipinge la figura femminile come seminatrice e custode della vita, della pace, della speranza, sull’esempio di Maria, Madre della Chiesa e dell’umanità.

«La chiave per la pace»: così definiscono le Nazioni Unite le donne dei «Casci blu». La capacità nel mitigare le tensioni, promuovere i diritti umani, proteggere la popolazione civile e i più deboli: sono queste alcune degli «atout» che rendono le donne operatrici di pace. Una convinzione confermata anche con la risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, adottata nel 2000, e che di fatto riconoscere esplicitamente il valore aggiunto della visione femminile nelle operazioni di pace e negli affari militari.

Oggi, venerdì 8 marzo, è la giornata internazionale della donna e in questo periodo contrassegnato da guerre e tensioni in molte parti del mondo, viene spontaneo soffermarsi sulle donne come via per la pace. Questa consapevolezza non porta nella realtà ad un effettivo riconoscimento delle donne in questo ruolo, perché ancora oggi, a più di vent’anni dalla risoluzione ONU, sono ben poche le donne coinvolte nei processi di pace e nelle negoziazioni e non mette al riparo dall’esclusione generata da disuguaglianze di potere e di genere, e dalla discriminazione.

Nonostante ciò, se lasciamo da parte queste pur importanti considerazioni di «alto livello» e iniziamo a guardarci intorno nel nostro piccolo, ci accorgiamo di quante donne, spesso nell’ombra, sono state e sono vere e proprie generatrici di pace, a partire dalle mamme e dalle nonne, che di fronte alle difficoltà ci hanno insegnato, dando l’esempio, a rispondere con pacatezza, ad insegnanti ed educatrici che ci hanno mostrato che le parole che usiamo possono fare la differenza, alle amiche che di fronte agli ostacoli non si sono arrese e con perseveranza hanno continuato a sperare e hanno contagiato, con questo loro atteggiamento, tutti coloro che hanno incrociato il loro cammino. Ci sono poi le donne, vicine e lontane, che, senza fare rumore e a volte a scapito della libertà e della propria vita, si impegnano ogni giorno a lasciare il mondo un po’ migliore di come lo hanno trovato. Alcune di queste storie sono state raccontate, ma moltissime altre rimangono ancora da scoprire e da rivelare.

La speranza e l’auspicio, per questa giornata della donna, è che si colga, a tutti i livelli, l’opportunità per costruire ponti al posto dei muri, coinvolgendo maggiormente le donne nel mantenimento della pace.

| © Cristina Gottardi su Unsplash
8 Marzo 2024 | 10:35
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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