Carlo e Camilla
Internazionale

L'incoronazione di re Carlo: una cerimonia dal sapore molto religioso in un Paese fortemente secolarizzato

«God save the King». Re Carlo III ha ereditato il 6 maggio 2023, nella sua Inghilterra i doveri e le prerogative di capo di Stato, in una linea ininterrotta di monarchi che risale al X secolo. Oltre a tutto questo e con la particolarità storica dell’Inghilterra anglicana dove la confessione nasce da uno scisma politico – religioso del XVI secolo, il sovrano assume anche il ruolo di governatore supremo della Chiesa d’Inghilterra. L’evento dell’incoronazione sarà in diretta su RSILa1 (sotto gli orari)

Lo scisma di Enrico VIII e nascita della Chiesa d’Inghilterra

La Chiesa anglicana è il nome della Chiesa d’Inghilterra, nata nel XVI secolo. La sua origine è legata alla vicenda del matrimonio del re d’Inghilterra Enrico VIII con Anna Bolena dopo il divorzio da Caterina da Aragona, a seguito del quale il Papa scomunicò il re e quest’ultimo decise la separazione dalla Chiesa di Roma. Le motivazioni, tuttavia, secondo gli storici sono più complesse.

La cerimonia del 6 maggio a partire dalle 12

Carlo III e Camilla, Re e Regina arriveranno all’Abbazia di Westminster a Londra seguendo un percorso che li porterà da Buckingham Palace a Westminster: una vera e propria ›processione’ che prende, infatti, il nome di »The King’s Procession» che vede Carlo e Camilla a bordo della Diamond Jubilee State Coach, trainata da 6 cavalli Windsor Grey.

Durante l’incoronazione l’arcivescovo anglicano di Canterbury consegnerà il globo al nuovo monarca che lo terrà nella mano destra. La preziosa sfera dorata, simbolo religioso di 16.5 cm di diametro con al centro una banda di perle e gemme, verrà poi posta sull’altare per tutta la durata della cerimonia. Alla fine, re Carlo prenderà ancora il globo nella mano sinistra, lo scettro nella mano destra e, indossando la corona imperiale di Stato, uscirà dall’abbazia di Westminster.

Il Re e la Regina consorte torneranno quindi a Buckingham Palace, dove saranno raggiunti dagli altri membri della Famiglia Reale sul balcone del palazzo. 

Carlo III e la sua visione religiosa

Sebbene Carlo III abbia da tempo dichiarato il suo desiderio, in una moderna società multiculturale, di essere difensore di tutte le fedi, non solo di una, il re Carlo III ha riaffermato la sua identità religiosa nei discorsi pronunciati dopo la morte della regina Elisabetta II nel settembre 2022 – e la riaffermerà ancora una volta durante la cerimonia di incoronazione.

Carlo ha dimostrato una personale apertura verso i cattolici, posticipando il proprio matrimonio con Camilla nel 2005 per partecipare ai funerali di San Giovanni Paolo II.

Prima della sua quarta visita in Vaticano, nell’ottobre 2019, per la canonizzazione di San John Henry Newman, Carlo ha pubblicato un articolo su L’Osservatore Romano e The Times of London in cui salutava l’evento come una celebrazione «non solo per i cattolici, ma per tutti coloro che hanno a cuore i valori a cui si è ispirato».

Altri aspetti religiosi della cerimonia di incoronazione

La Chiesa cattolica sarà rappresentata nell’abbazia dal cardinale Vincent Nichols di Westminster, che condividerà la benedizione con i leader protestanti e ortodossi. Il Papa ha inviato a Carlo III una preziosa reliquia per l’incoronazione, costituita da frammenti della croce di Cristo. Anche i vescovi cattolici di Galles, Scozia e Irlanda del Nord si uniranno alla cerimonia, insieme al segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, e al nunzio apostolico di recente nomina in Gran Bretagna, l’arcivescovo spagnolo Miguel Maury Buendía.

La cerimonia di incoronazione comprenderà una lettura della Bibbia da parte del primo ministro britannico Rishi Sunak, un induista praticante, e la presentazione di simboli da parte di leader musulmani, ebrei, sikh e induisti.

Le religioni in Inghilterra e Walles

Recenti statistiche mostrano che i cristiani rappresentano complessivamente il 46% della popolazione, i cattolici rappresentano circa il 13% degli abitanti del Regno Unito, con gli anglicani al 14%, anche se le affiliazioni religiose sono diminuite drasticamente in tutto il Paese, con un aumento impressionante di persone che si definiscono senza religione. Qui un link per vedere le statistiche ufficiali.

L’anglicanesimo

L’anglicanesimo va inserito nel contesto più ampio delle Riforme europee, alle quali si collega per struttura e teologia. Si pone a metà strada tra il cattolicesimo e protestantesimo. Dal punto di vista dottrinale, paradossalmente, re Enrico VIII (1451 – 1547) non aveva alcuna intenzione di abbracciare la Riforma in Inghilterra. La storica Lucia Felici definisce il programma della Chiesa di Inghilterra del re Enrico VIII scritto nella promulgazione dell’Atto di supremazia come «uno scisma senza eresia«, proprio perché non stabilisce una differenza dottrinale tra anglicanesimo e cattolicesimo. Solo poco più di dieci anni prima, nel 1521, Leone X aveva insignito Enrico VIII del titolo di Difensor fidei, difensore della fede, per aver difeso i sette sacramenti contro Lutero.

La Chiesa anglicana mantenne quindi la liturgia, la dottrina, la struttura episcopale, nel 1539 pubblicò i Six Articles con cui sostanzialmente sancì la continuità con il credo cattolico. Ma la guida ed il controllo della Chiesa d’Inghilterra erano prerogative del re, i vescovi anglicani erano di nomina regia, i conventi e i monasteri furono soppressi e i loro beni incamerati.

L’arcivescovo di Canterbury si occupava dell’amministrazione della gerarchia e l’amministrazione degli atti ecclesiastici. Tutti coloro che non si conformarono alla nuova religione erano considerati nemici, in particolare i cattolici erano visti come sudditi del papa, e per questo perseguitati. Il caso più famoso è quello di Tommaso Moro ministro di Enrico VIII che disapprovava lo scisma e si rifiutò di aderire all’anglicanesimo, per questo fu condannato a morte. Sarà successivamente Elisabetta I, salita al trono nel 1558 a dare una struttura e riforma decisiva alla Chiesa d’Inghilterra, di cui il regnante è governatore. I rapporti tra cattolici e anglicani a quell’epoca e in quella successiva in Inghilterra furono (come anche altrove in Europa tra cattolici e protestanti) a dir poco esplosivi. Una situazione che si risolse dopo molti anni, se si pensa che fino al 1871 gli accademici cattolici non erano ammessi alle università di Oxford e Cambridge e ci volle fino alla storica visita di San Giovanni Paolo II nel 1982 perché fossero stabiliti legami diplomatici formali. Da allora, il profilo della Chiesa cattolica è stato ricostruito, avvicinandola alla piena accettazione come istituzione britannica.

L’evento dell’incoronazione su RSILa1

Sabato 6 maggio 2023, il Day dell’Incoronazione, LA 1 si collega in diretta con Londra dalle 11.00. La programmazione proseguirà in prima serata con due documentari a tema che completeranno il flusso informativo: «Carlo, nato per diventare Re» di John Osborne (LA 1, 20.40) e Il grande progetto di Re Carlo III» di Jim Brown (LA 1, 21.30). Per chi vuole seguire gli eventi in lingua inglese la BBC farà una lunga diretta durante tutta la giornata.

fonte: agenzie/red

Carlo e Camilla | © garret/flickr
5 Maggio 2023 | 10:30
Tempo di lettura: ca. 4 min.
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