Nicolas Betticher, oggi è parroco a Berna
Svizzera

L'ex vicario generale di Losanna, Ginevra, Friburgo: «Non posso più accettare la dissimulazione»

In una lettera al Vaticano, Nicolas Betticher (nb: già vicario generale della diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo) ha denunciato le gravi mancanze di vescovi e sacerdoti svizzeri nella gestione dei casi di abusi sessuali. «Il mio pensiero va alle vittime. Perché si tratta di loro, non dei ministri», spiega. Chiede che venga finalmente applicato il diritto canonico e che si ponga fine al «deliberato insabbiamento». La lettera di Betticher al Vaticano è stata pubblicata il 10 settembre 2023 sul Sonntagsblick. La conferenza dei vescovi svizzeri ha successimante diffuso un comunicato stampa dove ha confermato che il Vaticano dopo aver ricevuto a maggio 2023 la lettera di Betticher, ha affidato al vescovo di Coira, mons. Bonnmain la conduzione di un’indagine

di Annalena Müller kath.ch / adattamento di Maurice Page/ripresa dal francese con traduzione redazionecatt

È stato lei ad aver inviato la lettera al SonntagsBlick?

Nicolas Betticher: No, ho sempre rispettato il segreto professionale. La lettera è una comunicazione interna del Vaticano su abusi all’interno della Chiesa in Svizzera che devono essere indagati. Noto che la mia lettera interna è arrivata ai media. Poiché è stata resa pubblica, è naturale che io prenda posizione sulla questione.

«Tutti abbiamo commesso degli errori, io compreso».

Perché ha scritto questa lettera?

Volevo che come Chiesa non ci limitassimo al lavoro storico – lo studio preliminare uscirà il 12 settembre 2023 ed è molto, molto importante. (n.d.r Lo studio commissionato dai vescovi svizzeri ad esperti dell’Università di Zurigo sugli abusi nella Chiesa in Svizzera). Ma è anche importante lavorare sulla legge della Chiesa. Lo studio storico non può farlo, o meglio, non è il suo compito. Assumersi la responsabilità, trarre le conseguenze e rimuovere gli autori degli abusi dal servizio della Chiesa è il nostro dovere come Chiesa. La mia richiesta è che facciamo lo stesso.

Lei è stato vicario generale della diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo fino al 2011. Perché non si è rivolto al Vaticano molto prima con le sue conoscenze?

Tutti abbiamo commesso degli errori, io compreso. Ora dobbiamo affrontare il fatto che non abbiamo lavorato bene per molto tempo. Per molto tempo ho osservato e visto che non succedeva nulla. Per questo, come il Papa chiede esplicitamente ai sacerdoti di fare in «Vos Estis», ho informato la Santa Sede.

Cosa dice la sua lettera al Vaticano?

Ho informato il Vaticano di tutti i casi di abuso di cui ero a conoscenza. Nella mia lettera, tutti i casi sono elencati con delle domande. Queste dovrebbero aiutare il giudice istruttore a scoprire la verità.

«Nei procedimenti straordinari, spesso sentiamo solo gli accusati».

In che misura?

Ad esempio: sono a conoscenza del caso XY. È stata condotta un’indagine preliminare in questo caso? È stato avviato un procedimento? Quali sono stati i risultati? C’è stata una sentenza? Questo dovrebbe aiutare il giudice istruttore a scoprire la verità. E poi, si spera, ci sarà un procedimento ordinario.

Come sarebbe un procedimento ordinario?

Secondo il diritto canonico, significherebbe ascoltare tutti, non solo il presunto colpevole. Nei procedimenti straordinari, spesso viene ascoltato solo l’accusato. In passato, questo ha portato all’abbandono di molti procedimenti. Solo i procedimenti ordinari possono far emergere la verità – e condannare o scagionare un imputato.

«Ancora oggi, le persone interessate si accorgono regolarmente che le loro denunce non hanno conseguenze per i colpevoli».

Cosa la motiva personalmente?
Penso alle vittime. Perché si tratta di loro, non dei ministri. I ministri hanno fallito. Anch’io, all’epoca, come vicario generale e funzionario, ho fallito. Lo accetto. Ma oggi, quindici anni dopo, non posso più accettare che le cose continuino così. Ho avuto molte discussioni con le persone interessate. Ancora oggi, si accorgono regolarmente che le loro denunce non hanno conseguenze per i colpevoli. È una questione seria.

Ha informato anche i ricercatori dell’Università di Zurigo di queste accuse?
Sì, ho dato loro tutte le informazioni. Loro se ne stanno occupando da un punto di vista storico e Joseph Bonnemain, che è stato nominato dal Vaticano come investigatore speciale, se ne sta occupando da un punto di vista legale. E questo è importante. Oltre all’indagine storica, abbiamo bisogno anche di un’indagine legale. Come Chiesa, siamo stati troppo lenti per molto tempo. Ora dobbiamo agire.

Perché la Chiesa non è più attiva?
Non lo capisco nemmeno io. Anche oggi, quando ci sono commissioni in ogni diocesi, si fa ben poco. Si limitano a trasmettere i casi che vengono segnalati al pubblico ministero. E quando quest’ultimo dichiara che il caso è prescritto, viene comunque archiviato nelle diocesi. Eppure il diritto canonico consente di revocare la prescrizione. Perché non lo si fa? Perché così potremmo scoprire verità che non vogliamo sapere. È un tipo di occultamento che viene fatto consapevolmente. E che non posso più accettare. (cath.ch/kath.ch/am/mp/traduzione dalla versione in lingua francese a cura di redazionecatt)

  • Nicolas Betticher (61) è stato portavoce della Conferenza episcopale svizzera dal 1995 al 2000. Nel 2001 è stato nominato cancelliere della diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo. Ordinato sacerdote nel 2007 dopo 20 anni di servizio nella Chiesa, è stato nominato vicario generale dal vescovo Bernard Genoud nel 2009. Dopo la morte del vescovo Genoud e la nomina del vescovo Charles Morerod, Nicolas Betticher si è trasferito a Berna come segretario della Nunziatura. Dal 2015 è parroco e responsabile della parrocchia Frère Nicolas di Berna. È anche giudice del Tribunale interdiocesano.
  • Leggi anche: vescovi svizzeri denunciati per presunti occultamenti di casi di abusi sessuali
Nicolas Betticher, oggi è parroco a Berna | © cath.ch/mauricepage
10 Settembre 2023 | 14:50
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