Ticino e Grigionitaliano

«Le diversità sono ricchezza». È Gesù che ce lo insegna

di Federico Anzini
«O tutti o nessuno!» è il titolo scelto per la Giornata internazionale delle persone con disabilità promossa a Roma dal Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità della Conferenza episcopale italiana. Iniziata ieri, culminerà oggi, sabato 3 dicembre, con una udienza privata con papa Francesco. Un titolo che ben esprime l’atteggiamento odierno della Chiesa – «casa di tutti» – e quindi di un popolo in cui «tutti sono protagonisti e nessuno può essere considerato semplice comparsa», afferma il Pontefice.

Abbiamo chiesto a Marinella Giovannini, catechista dell’Oratorio di Lugano, di raccontarci la sua esperienza. In molti anni ha accompagnato diverse bambine e bambini, ragazze e ragazzi, con difficoltà, ad accostarsi ai sacramenti della Prima Comunione e della Cresima. «Ritengo che per accompagnare le persone con disabilità a ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana – afferma Marinella – ci vogliano catechisti e sacerdoti con delle competenze adeguate e con una minima formazione in pedagogia religiosa, perché è necessario un approccio che tenga conto della loro diversità per andare oltre i loro limiti. È una questione di rispetto della persona che abbiamo davanti. Chi soffre di disturbi dello spettro autistico spesso è a disagio in un contesto numeroso e quindi bisogna prevedere dei gruppi più piccoli. Nel caso di deficit cognitivi è essenziale costruire un percorso visivo, fatto con i pittogrammi ad esempio, per favorire al meglio la comprensione. Chi, a causa di difficoltà motorie, non riesce a mettere in bocca l’Eucarestia deve essere aiutato dal sacerdote. Ci vogliono molte delicatezze in questo tipo di accompagnamento perché spesso sono le piccole attenzioni che fanno la differenza».

Un aspetto importante nel progetto di catechesi è il coinvolgimento dei genitori perché ogni persona disabile ha la sua storia e chi meglio dei famigliari la conosce? Per questo è necessario un percorso personalizzato che inizia entrando in profonda relazione con loro.
«Bisogna fare dei percorsi ad hoc – continua Marinella – quindi ci vuole tempo e pazienza ma poi avvengono cose bellissime. La mia modesta esperienza mi dice che le persone con disabilità hanno una profonda spiritualità. Mi sono accorta davvero della presenza di Dio in loro e quindi non solo non si può negare loro l’accesso ai sacramenti ma sono un regalo per tutta la comunità».
«È proprio l’amicizia di Gesù, che tutti riceviamo come dono immeritato, che ci riscatta e ci permette di vivere le differenze come ricchezza», ci ricorda ancora papa Francesco. Oggi le persone con handicap sono sempre di più incluse nella Chiesa. Ma sono sicuramente necessari ancora molti sforzi affinché trovino il loro posto naturale nella vita ecclesiale. A volte li definiamo «diversamente abili» per metterci l’anima in pace ed essere politicamente corretti. «Tanto non capisce» spesso si sente dire. Ma chi conosce davvero il dialogo tra questi «figli speciali» e Dio? Non sono un errore, non sono un incidente di percorso, sono persone come tutti, più deboli e fragili ma persone. Dio lo sa ed è al loro fianco, mano nella mano.

Guarda anche: «Disabilità e sport» a Strada Regina del 3.12.2022 con la testimonianza di Denise Carniel e Cristina Vonzun.

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3 Dicembre 2022 | 07:28
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