Internazionale

La solitudine raccontata dal Nobel Ishiguro

di Francesca Bolino

I desideranti siamo noi che vogliamo elevarci, slanciarci, attraversare in modo autentico le persone e la vita, provando ad andare oltre. E «desideranti» è anche il tema della diciassettesima edizione di Torino Spiritualità, la manifestazione sempre molto attesa (dai torinesi e non) che invaderà la città con lezioni, dialoghi, letture, esperienze e meditazioni da giovedì a domenica. Quattro giorni non stop per tornare a parlarci, a conoscerci e a ri-conoscerci, a rallentare e a riflettere. Un momento quanto più possibile collettivo (finalmente) per affrontare molti argomenti a partire da quello della solitudine, dimensione che ha caratterizzato l’esistenza di ciascuno di noi in questo ultimo anno e mezzo. E ad affrontare questo tema sarà il premio Nobel Kazuo Ishiguro (domani alle 18.30, in videocollegamento dall’Inghilterra, al Padiglione Torino Spiritualità in piazza Carlo Alberto) in occasione dell’uscita del suo ultimo romanzo «Klara e il Sole» (Einaudi), mentre alle 17 ci sarà un omaggio a Leonard Cohen. Per raccontarci quest’edizione abbiamo incontrato Armando Buonaiuto curatore della manifestazione che ha aperto la conversazione dicendoci: «Ah… mi manca il respiro…».

Ma il respiro è il tema dell’anno scorso.

(sorride) «Ma io sono sempre indietro di un anno. Vivo l’edizione precedente, a ridosso di quella successiva… Comunque, sono eccitato e già molto provato allo stesso tempo. È stato un anno faticoso, pensato e vissuto intensamente. Sono molto contento che, ad aprire la manifestazione, quest’anno sia proprio Ishiguro, uno scrittore che tutti abbiamo amato molto con «Quel che resta del giorno» con cui ha vinto il Booker Prize nel 1989, con «Non lasciarmi» del 2005. I suoi lavori affrontano sfere emotive fondamentali e di cui c’è davvero bisogno di parlare, come appunto la solitudine che ha riguardato (e riguarda) tutti noi, ma soprattutto i giovani».

Il desiderio è spesso inteso in senso positivo, come apertura verso l’altro, ma c’è anche un’altra faccia della medaglia, un movimento, un’onda che ci porta lontano da noi stessi: per esempio l’invidia. Come li avete raccontati?

«Tendere verso l’altro è una cifra positiva dell’incompiutezza come ci narrerà la filosofa Laura Boella (sabato alle 10.30 al Padiglione Torino Spiritualità) per cui il meglio che nutre ogni desiderio è una potenzialità di sogni e di vita che non bisognerebbe mai dimenticare in dialogo con Lidia Maggi, pastore valdese, secondo cui, il desiderio rappresenta una distanza preziosa, uno spazio tra noi e l’altro per conoscere e imparare la grammatica della relazione. Ma, appunto, esiste la dimensione opposta, quella negativa. Spesso vogliamo ciò che non abbiamo, siamo attratti da quello che arriva dall’esterno, seguiamo le volontà della moltitudine e ci allontaniamo da noi stessi. Ed è allora che siamo accecati dall’invidia. A indagare sull’essenza di questo stato d’animo sarà il filosofo Silvano Petrosino, sabato alle 12 al Padiglione in piazza Carlo Alberto».

E poi c’è il piacere di piacersi, il narcisimo.

«Esatto. Per questo abbiamo chiamato lo psichiatra Vittorio Lingiardi (sabato alle 16.30 al Padiglione Torino Spiritualità) che ci narrerà di quanto dietro il desiderio di te si nasconda soltanto un desiderio per me e di come questo porti spesso al dolore».

E tra gli ospiti di quest’anno, ci sono nuovi amici?

«Beh, per esempio Vittorio Lingiardi non era mai stato a Torino Spiritualità, ma anche Marco Pesatori: sono un fan del suo oroscopo dadaista. Lo adoro E poi ero molto curioso di avere per la prima volta Alessandra Smerilli, religiosa ed economista che ci parlerà di una dimensione altra del desiderio, quello artificiale, cui tendiamo quando digitiamo un pin. E tra le curiosità di quest’anno, domenica alle 16.30 al Padiglione, sarò molto contento di moderare il dialogo, pensato per i più giovani, tra Enrico Galiano, insegnante e scrittore, e Alberto Ravagnani, sacerdote e youtuber che con «Vocazione. E se sbaglio bersaglio?» ci racconteranno che a volte (e non è raro) per trovare la strada che porta al desiderio più limpido si debba, prima, perdersi un po’».

18 Giugno 2021 | 09:41
Tempo di lettura: ca. 2 min.
ishiguro (1), solitudine (11), torino (12)
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