Una scena della pièce "Il Vangelo secondo Pilato"
Ticino e Grigionitaliano

La pièce «Il Vangelo secondo Pilato» di Poggioni a Morcote

La parrocchia di Morcote porta in Ticino lo spettacolo «Il Vangelo secondo Pilato», scritto e interpretato da Christian Poggioni, attore e regista – nato a San Paolo del Brasile e residente a Como – tra gli ultimi allievi di Giorgio Strehler. Lo spettacolo andrà in scena sabato 16 marzo, ore 20, nella sala multiuso Sergio Maspoli a Morcote. L’entrata è libera.

Energico e travolgente, Christian Poggioni interpreta il Pilato dello scrittore francese Éric Emmanuel Schmitt. Un vero e proprio monologo, malgrado la polifonia delle voci che impersona e al di là dei brevi interventi di un secondo attore. La scenografia, giocata sul continuo rimaneggiare i pochi elementi sul palco, e l’uso sapiente delle luci, stimolano l’immaginazione e conducono lo spettatore in luoghi e atmosfere differenti.

«Grazie alla segnalazione del nostro Amministratore parrocchiale don Andrea Stabellini – ci racconta Andrea Soldini, Presidente del Consiglio parrocchiale di Morcote – abbiamo potuto apprezzare già l’anno scorso, una pièce di Poggioni, intitolata «La Notte degli Ulivi».  Pertanto, quando si è presentata l’occasione di poter riproporre un suo secondo spettacolo, abbiamo colto con entusiasmo tale opportunità. Gli enti e le associazioni di Morcote hanno a cuore l’arte e la cultura e dunque si cerca di offrire alla popolazione e a chi viene da fuori uno spunto interessante per poter trascorrere qualche ora in uno dei più bei luoghi della Svizzera, proponendo, come in questo caso, un intrattenimento di grande spessore».

Una scena della pièce «Il Vangelo secondo Pilato»

Lo spettacolo è caratterizzato da uno stile avvincente e dal ritmo incalzante della spy-story. È in grado di conquistare lo spettatore fin dalle prime battute tenendolo ancorato, con una sequenza di colpi di scena, alla vicenda di Ponzio Pilato, governatore romano della Palestina, alle prese con il caso Jeshua, il «mago di Nazareth» da poco giustiziato. Non solo il cadavere è scomparso, addirittura circola la voce che Jeshua sia riapparso vivo. Occorre sventare la leggenda di una resurrezione: avrebbe conseguenze imprevedibili per la Palestina, forse per tutto l’Impero romano. Ha così inizio una caccia serrata, carica di suspense.

Pilato s’interroga, cerca di negare l’evidenza di fatti e racconti. È un crescendo che culmina nella testimonianza della sua amata moglie Claudia: «Pilato, tra le donne sotto la croce, c’era tua moglie». Non visibile in scena, la donna è tuttavia tangibile grazie a un velo femminile che il protagonista rende vivo, muovendolo e disponendolo lungo il corso delle parole.

Tutte le piste seguite da Pilato si sbriciolano sotto i colpi di dichiarazioni e smentite. Le certezze crollano e la sorte di Pilato diverrà, forse, quella di essere l’autentico primo cristiano: lui che non ha visto Cristo risorto, dovrà credere sulla base delle testimonianze altrui. Ma c’è un prima e un dopo. Nel racconto di Pilato e, curiosamente, anche nella vita di Emmanuel Schmitt. «Dal momento in cui ho creduto in Dio tutto è cambiato», racconta Schmitt della sua vita. E così, anche per Pilato, l’imbattersi in testimoni e fatti gli scuote la coscienza fino a trasformare la sua incredulità in rispetto del mistero.

«Il Vangelo secondo Pilato» è un’opera capace di coinvolgere gli spettatori emozionando, interrogando e soprattutto toccando le corde profonde del sentimento religioso insito in ognuno, qualunque sia la risposta individuale alla grande domanda su chi sia il Cristo dei Vangeli.

Una scena della pièce «Il Vangelo secondo Pilato» | © Poggioni
13 Marzo 2024 | 14:34
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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