Svizzera

La guerra dei granai vuoti: non solo il rischio di una crisi alimentare

di Andreas Missbach*

Grosso modo, il Sud può essere ancora una volta diviso in due parti: esportatori di petrolio e importatori di cibo. I Paesi in via di sviluppo che esportano petrolio o materie prime metalliche traggono profitto dai prezzi alle stelle. Alcuni produttori di petrolio africani, che erano sull’orlo della bancarotta nazionale a causa del Covid, potrebbero ora essere in grado di evitarla. L’aumento dei prezzi del petrolio colpisce naturalmente anche molti Paesi in via di sviluppo che dipendono dalle importazioni di energia, ma l’inflazione è molto più immediata e grave nel caso dei prodotti alimentari. L’Ucraina è – o meglio era – il quinto esportatore di cereali. Fino alla fine di aprile doveva esserci la semina, ma i campi sono stati bombardati e, come ha scritto il ministro dell’Agricoltura ucraino Oleg Ustenko sul Financial Times: «I nostri trattori dovrebbero arare i campi e nutrire il mondo, ma invece troppi di loro passano il tempo a trainare attrezzature belliche russe rotte e catturate».

Da un lato c’è il fallimento del raccolto ucraino, dall’altro abbiamo l’imminente aumento globale dei costi di produzione agricola o la diminuzione dei rendimenti a causa dell’aumento dei prezzi dei fertilizzanti. La Russia è il più grande esportatore al mondo di fertilizzanti azotati e potassici (insieme alla Bielorussia) e il secondo produttore di fosforo. In linea di principio, l’azoto può essere estratto dall’aria ovunque, ma richiede grandi quantità di gas naturale. Già lo scorso anno, la produzione europea di fertilizzanti azotati è diminuita del 40% a causa dell’aumento del prezzo del gas. Se i prezzi del gas naturale esplodono, i fertilizzanti azotati diventeranno inaccessibili. Ciò significa che anche i grandi produttori agricoli come il Brasile non potrebbero più essere in grado di trarre profitto dall’aumento dei prezzi, perché i dollari guadagnati con le esportazioni di mais e soia vengono assorbiti dai costi d’importazione molto più elevati – il Brasile importa fertilizzanti soprattutto dalla Russia. La guerra in Ucraina rende più urgente che mai non solo la necessità di abbandonare i combustibili fossili, ma anche quella di abbandonare l’agricoltura industriale. A causa degli effetti della pandemia, 100 milioni di persone in più stanno già patendo la fame. La situazione è particolarmente esplosiva in Medio Oriente e in Egitto, le cui popolazioni dipendono in larga misura dalle importazioni di cereali. Vale la pena ricordare che gli aumenti dei prezzi dei cereali dettati dalla speculazione – in seguito ai fallimenti dei raccolti in Ucraina e in Russia nel 2011 – sono stati la causa scatenante delle guerre civili in Libia e in Siria. Le guerre generano guerre.

È necessaria una società civile forte

La guerra mostra direttamente quanto sia importante la società civile per fornire aiuti in tempi rapidi e per incanalare la grande disponibilità della popolazione europea ad aiutare in canali sensati. I membri di Alliance Sud stanno dando un importante contributo negli aiuti di emergenza in Ucraina e nell’assistenza ai rifugiati nei Paesi limitrofi e in Svizzera.
La Russia mostra in modo drammatico quali sono le conseguenze quando la società civile viene messa a tacere, passo dopo passo, per anni, e alla fine rimangono solo pochi manifestanti che finiscono in prigione o sono costretti a fuggire.

*direttore di Alliance Sud
(testo tradotto dal tedesco a cura della redazione di catt.ch)

22 Maggio 2022 | 06:43
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