Anna Imbria, Maria Teresa Candian, Silvia Ambarus della Compagnia S. Teresina del Bambin Gesù di Lugano
Ticino e Grigionitaliano

La Compagnia di S. Teresa del Bambin Gesù di Lugano

Entrando dal portone, un po’ nascosto, di via Nassa 64, si lascia la frenesia dei commerci della via più rinomata di Lugano per entrare in un’oasi di pace e tranquillità. Subito si rimane colpiti dall’ordine mentre un piacevole profumo di pulito sale dalla lavanderia e contamina tutti i piani dello stabile che ospita le attuali tre sorelle, laiche consacrate dell’Istituto secolare diocesano della Compagnia di S. Teresa del Bambin Gesù: Anna Umbria, Silvia Ambarus e Maria Teresa Candian, l’attuale direttrice.

«Il nostro carisma è servire Cristo e la Chiesa», esordisce Maria Teresa. «Avevo 21 anni quando negli anni 60’, sono entrata nella Compagnia. Allora questa casa, in via Nassa, era un porto di mare. Ogni week-end arrivavano 70 o 80 persone, soprattutto ragazze giovani, da tutto il Ticino per incontri e esercizi spirituali. Noi ci occupavamo di ogni cosa: dalle camere alla cucina, dall’accoglienza al riordino finale. In tanti anni ho conosciuto gente di tutte le parrocchie della diocesi. Un’esperienza d’avvero arricchente».

Ma andiamo con ordine. La Compagnia di S. Teresa del Bambin Gesù ebbe inizio nel 1927 su ferma volontà di mons. Bacciarini, vescovo di Lugano dal 1917 al 1935. Fin dai primi anni del suo episcopato Bacciarini dimostrò grande attenzione al coinvolgimento dei laici attraverso in particolare l’Azione Cattolica (AC). Inoltre l’Unione femminile cattolica ticinese (UFCT), il ramo femminile dell’associazionismo cattolico, doveva avere, secondo il vescovo di Lugano, un maggiore sviluppo. Era dunque necessario poter contare su donne, adeguatamente preparate, che potevano dedicarsi totalmente a nuovi ed importanti compiti. Per questo Bacciarini riteneva prioritario fondare un istituto secolare. Le Teresine, così venivano familiarmente chiamate le sorelle della Compagnia, iniziarono la loro vita in comune a Lugano e il servizio all’AC, alle parrocchie, alle opere diocesane e soprattutto alla stampa. In particolare, nel nascente Giornale del Popolo, ma anche in altri periodici quali: Vita femminile, l’Almanacco Ore in Famiglia e Spighe al Vento.

Un altro vescovo di Lugano, mons. Corecco, portò nel 1992 il seminario diocesano e la nascente Facoltà di teologia di Lugano (FTL) nello stabile di via Nassa. «Questo fatto – prosegue Maria Teresa – fece arrivare a Lugano anche studenti stranieri e fu per noi un’occasione incredibile di conoscenza di popoli e culture lontane. Negli anni nacquero legami d’amicizia con seminaristi provenienti dalla Romania e i loro rispettivi vescovi. Fu così che fummo invitate ad andare nel loro Paese a proporre ad altre donne il nostro carisma. Una missione che dura da più di 25 anni e che ha generato in Romania oltre 140 vocazioni alla Compagnia».

Negli ultimi decenni gli uffici diocesani e il seminario si sono trasferiti al Centro San Giuseppe e la FTL ha trovato la sua sede nel campus dell’USI, così lo stabile di via Nassa, progressivamente, si è svuotato. «Attualmente gestiamo una trentina di camere che affittiamo a studenti universitari e apprendisti. Ogni mercoledì don Pietro Borelli, il nostro assistente, celebra la S. Messa nella cappella interna e annualmente predica a noi gli esercizi spirituali. Siamo rimaste solo in tre in casa oltre una decina di sorelle esterne. Quasi un paradosso pensando alle numerose vocazioni nate in Romania. Ma il vento dello Spirito soffia dove vuole», conclude Maria Teresa Candian.

Le origini della Compagnia: la vocazione di Maria Motta

Nel novembre del 1925, mons. Bacciarini, incontrava Maria Motta, sorella del consigliere di Stato – e in seguito consigliere Federale – Giuseppe Motta, al quale il Vescovo era legato da profonda amicizia. La futura fondatrice della Compagnia di S. Teresa del Bambin Gesù, nonché prima superiora fino alla morte avvenuta nel 1948, era nata ad Airolo il 27 dicembre 1883.

Maria si presentò al Vescovo – sul treno che li riportava in Ticino dopo il secondo pellegrinaggio diocesano a Roma in occasione di quell’Anno Santo – e gli confidò l’intenzione di entrare tra i Paolini di Milano, di cui aveva studiato la regola e gli chiese una lettera di presentazione. Bacciarini colse immediatamente la maturità della sua vocazione e la invitò a rinviare: perché fare a Milano quello che lui stava per promuovere in Ticino a favore dell’apostolato dei laici in particolare delle donne, tramite l’UFCT? Bacciarini riteneva infatti prioritario anche nella diocesi di Lugano avviare un’esperienza analoga a quella che stava crescendo a Milano, in quegli anni la diocesi modello per l’organizzazione e la diffusione del ramo femminile dell’AC, secondo le modalità inedite realizzate da Armida Barelli.

L’associazione corporativa e l’istituto secolare Compagnia di S. Teresa del Bambin Gesù

Maria Motta obbedì. Nel mese di gennaio 1926, Bacciarini le scriveva sollecitandola a «prepararsi ad ogni distacco». Il 21 di quel mese fondava in Curia l’associazione corporativa di S. Teresa del Bambino Gesù, per «promuovere delle provvidenze e delle opere di assistenza d’ordine religioso, morale, sociale e culturale nel ceto femminile». La giovane Margherita Dotta si unì a lei. Presero alloggio in alcuni poveri locali degli stabili Maghetti in quella che sarebbe stata la casa madre della Compagnia fino al 1949.

L’11 aprile 1927, mons. Bacciarini, volendo procedere nella realizzazione del suo progetto, sollecitava dal Prefetto della Sacra Congregazione dei Religiosi l’autorizzazione a fondare, con decreto vescovile, «una associazione pia femminile» a sostegno delle attività promosse dall’Azione Cattolica nel campo femminile, per contrastare con attività benefiche cattoliche quelle statali, in aiuto alla formazione cristiana ed alla preservazione della fede e nell’intento di assecondare «lo spirito di apostolato che il Signore suscita in anime privilegiate, col provvedere a queste una comunità che le sostenti spiritualmente e materialmente». A partire dal 1930 la Compagnia accoglieva anche nuovi membri in qualità di ausiliatrici, ovvero ascritte che non prendevano residenza nella casa madre, ma rimanevano in famiglia oppure per conto loro, vicine al loro luogo di lavoro. Il vescovo seppe mantenne la permeabilità tra le due forme di adesione.

Al momento della richiesta a Roma, mons. Bacciarini aveva specificato che la costituenda associazione non prevedeva voti solenni. Le Teresine avrebbero però presto pronunciato dei voti, temporanei e rinnovati di anno in anno, per la prima volta il 23 agosto 1930. In quella prima occasione erano in sette: quattro sorelle effettive della Compagnia di S. Teresa del B. G. e tre ausiliatrici.

Per Bacciarini la Compagnia di S. Teresa era l’opera più cara, insieme all’Azione Cattolica alla quale per altro era indissolubilmente legata, preceduta per importanza solo dal seminario diocesano. Probabilmente sia lui che le prime ascritte si aspettavano una fioritura più spettacolare della Compagnia, eppure non mancò mai di incoraggiare le giovani che facevano credito a questa forma di vita consacrata, affrontando le incertezze e le asperità degli inizi, quando forse la loro vocazione era poco capita e di conseguenza poco apprezzata.

Anna Imbria, Maria Teresa Candian, Silvia Ambarus della Compagnia S. Teresina del Bambin Gesù di Lugano | © catt.ch
18 Ottobre 2023 | 15:41
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