Ticino e Grigionitaliano

La bellezza di un (nuovo) inizio, «perché ricominicare è un dono»

È ormai già trascorsa la prima settimana di lezioni nelle scuole elementari ticinesi e quella mia e dei miei allievi è volata alla velocità della luce! Abbiamo ricominciato ad alzarci alle prime luci dell’alba – per scoprire che l’aria fresca esiste ancora: incredibile! –, a fare colazione con in sottofondo il radiogiornale del mattino e abbiamo di nuovo il batticuore per il timore di perdere io la Posta e i bambini il pulmino che ci trasportano a valle. In un’aula decisamente sovraffollata abbiamo ricominciato pian pianino a ingranare e, perché no, a fare conoscenza con nuovi bambini. Il Covid non ci fa più la stessa paura, ora i bambini possono giocare con chi vogliono e abbracciare la maestra tutte le volte che gli garba. Al mattino e alla sera i bambini possono di nuovo stringermi la mano in gesto di saluto e sfoggiare i loro stupendi sorrisi, sdentati e non. Abbiamo aperto con una scuola più ricca. Più ricca di esperienze, più ricca di culture e quindi più ricca di lingue. Ci sono sempre più bambini che ne parlano una in particolare. La riconosciamo subito perché nessuno di noi la capisce (n.d.r. i bambini ucraini). Per fortuna questi bambini sono in gamba e imparano presto a capirci. Ci ricordiamo ancora che a questi bambini, quando non erano ancora arrivati da noi, avevamo preparato dei disegni con tanti cuori e tanti bei pensieri. Poi le mamme avevano infilato le nostre letterine dentro a delle grandi scatole di cartone che contenevano dei bei vestiti caldi, delle cose da mangiare nutrienti e perfino del mangime per i loro animali domestici. Sembra passato così tanto tempo da allora…

E ora eccoli qua: abbiamo lasciato partire una quinta per l’avventura delle medie (è stata dura vederli andare) e abbiamo accolto una nuova terza elementare. Ora siamo in 24 allievi più la maestra 25, più la maestra di appoggio 26… Tantissimi! Spesso ci chiedono: «Ma come fate con tre classi e 24 allievi allo stesso tempo?». Come si fa? Semplice! Non si fa da soli. I bambini aiutano, pazientano, si impegnano e così crescono. Ma soprattutto si fa con il cuore. Con il cuore di tutti. Perché se le cose non si fanno per amore allora è meglio non farle. E poi ci sono i genitori che, poverini, ormai fanno parte di un assillante mantra del tipo «ah i genitori di oggi, sono sempre più difficili». Cari genitori, non prendetevela: io senza di voi sarei persa! Non sapete a volte quanto una parola di conforto da parte vostra ci possa motivare… quindi non esitate. Ogni inizio anno è diverso da quelli precedenti, ma più passa il tempo più mi rendo conto di cosa cambia negli occhi dei bambini che mi ritrovo davanti. C’è infatti nel loro sguardo un’immensa gratitudine. Vedo che a loro la scuola sta a cuore. Capiscono che sono fortunati ad averla. Comprendono l’importanza di fare le cose con cura. Perché, banalmente, l’estate è bella da morire, e tornare a faticare non è evidente. Cosa muove i bambini a tornare in classe? La bellezza. La bellezza di un nuovo inizio. Ma quanto è bello un nuovo inizio? Perché il più bel dono che la vita vi può fare è quello di poter ricominciare.

La maestra Clara Seitz
con gli allievi di II, IV e V di Neggio e Vernate

| © unsplash.com
3 Settembre 2022 | 08:13
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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