La scuola di Souli
Ticino e Grigionitaliano

Il ticinese Franco Losa e l’Associazione «Beogo»: «Noi siamo del mondo e il mondo è noi»

Tre donne – Mariam, Blandine e Honorine – e tre ambizioni di fondamentale importanza: la promozione della donna, il sostegno all’agro-ecologia e al commercio locale, lo sviluppo di una sanità che sia accessibile a tutti. Per realizzarli, sul posto, in Burkina Faso, gestite da queste tre donne, due associazioni locali – «Zoodo – Pour la promotion de la femme», a nord del Paese, e «Yelemani – Pour la souveraineté alimentaire», nella periferia della capitale – e una Clinica ostetrica specializzata. È al loro fianco, per il sostegno concreto di questi progetti, l’Associazione ticinese «Beogo-Gruppo ticinese di solidarietà con il Burkina Faso», attiva nel Paese africano da ben 18 anni. «Beogo, nella lingua locale, significa «speranza, futuro»», ci racconta Franco Losa, docente in pensione di Verscio e fondatore dell’Associazione. «Il progetto è partito incontrando Mariam Maïga, una delle protagoniste del libro-testimonianza dell’Associazione Nouvelle Planète, Développement: l’avenir par les femmes. Nel 1995, con mia moglie, siamo scesi per la prima volta in Burkina Faso. Oggi l’Associazione conta oltre 600 soci». Un altro passo fondamentale è stato conoscere Blandine Sankara, sorella dell’ex Presidente, Thomas Sankara, assassinato nel 1987. È a lui, popolare tanto quanto Nelson Mandela, che si deve, in quegli anni, l’avvio di una rivoluzione popolare con un governo – uno dei primi – impostato sul principio della non-corruzione e dell’autonomia nei confronti dell’Occidente. Su richiesta dell’ONG Zoodo, solo nel 2021 e a inizio ’22, «Beogo» – come è stato messo in luce nell’assemblea annuale tenutasi lo scorso 29 aprile a Losone – ha sostenuto, tra i vari altri progetti, la costruzione di due scuole primarie, ognuna per 400 allievi, a Souli e a Gourga, villaggi nel Nord del Paese; la realizzazione di due pozzi per l’acqua potabile e parecchie borse di studio per studenti universitari. Dando anche continuità a molte altre iniziative avviate negli anni. Interventi urgenti, sollecitati dall’ONG locale, a fronte dell’allarmante situazione dei rifugiati e dell’appello lanciato dalla FAO: su una popolazione di 21 milioni di abitanti, a 3,5 milioni di persone manca cibo a sufficienza. Ma non sono solo le sfide sociali e alimentari a preoccupare. Il Burkina Faso è colpito, oggi, soprattutto dalla minaccia jihadista: «L’ombra scura dell’estremismo ha preso piede dalla destituzione dell’ex presidente Blaise Compaoré, fuggito in Costa d’Avorio a seguito della sollevazione popolare, nell’ottobre del 2014. Questa situazione di instabilità politica, oltre ai problemi endemici di povertà e di fame, ha generato un massiccio afflusso di profughi interni al Paese – più di 2 milioni di persone – verso zone ritenute più «sicure»». Nel gennaio di quest’anno, inoltre, è avvenuto un colpo di Stato militare. La popolazione, delusa dal presidente Kaboré, democraticamente eletto, per la mancata opposizione contro il terrorismo islamico, ha favorito l’instaurarsi di una giunta militare al potere. Da qui, di recente, la speranza riposta – o l’illusione – da parte della popolazione e, forse dello stesso governo militare, nei confronti di potenze straniere come la Russia, che promettono di debellare il terrorismo. Per l’Associazione «Beogo», di fronte a situazioni di crisi simili, ogni popolo, pur in una logica di collaborazione, deve trovare una propria via per affrontare i problemi: «Per il Burkina Faso, così come per tutti, la speranza è nel dialogo, nella reciprocità e in un concetto di cooperazione chiaro. C’è chi ha osato affermare che la società non esiste: esisterebbero solo gli individui. Al contrario, il principio che regge la cooperazione allo sviluppo è che non c’è separazione fra noi e l’altro; noi siamo il mondo e il mondo è noi», conclude Losa. (LQ)

Per informazioni www.beogo.ch.

La scuola di Souli | © associazione Beogo
10 Maggio 2022 | 09:50
Tempo di lettura: ca. 2 min.
Condividere questo articolo!