Il libro "Il Sacro del Ticino" di Salvatore Maria Fares (sinistra) con Stefano Zuffi
Ticino e Grigionitaliano

«Il Sacro del Ticino»: prima puntata

«Il Sacro del Ticino»: la pubblicazione di questa nuova guida alla scoperta delle bellezze d’arte e architettura del nostro territorio costituisce un invito a rivalutare il paesaggio storico-religioso del Cantone. Esiste infatti un Ticino da riscoprire passo dopo passo, fra sentieri e scorci da gustare, frutto di un passato che si dipana dalla tarda antichità fino a testimonianze contemporanee. Il libro curato da Salvatore Maria Fares e Stefano Zuffi (ed. Skyra, 2019) è indirizzato tanto ai turisti quanto, forse ancora più, ai ticinesi, per ritrovare una serie di perle di rara bellezza, da Balerna fino all’Alta Leventina.

Catholica ha scelto alcune mete che sono testimonianze del passato e anche del presente della fede. Delle sentinelle di pietra capaci di porci la domanda sul senso della nostra esistenza, dell’eternità, della bellezza, di che cosa può reggere l’urto del tempo, in un’epoca in cui nulla sembra solido Pensando alla «Mendrisio sacra» il pensiero corre alle Processioni della Settimana Santa, con il Settenario nella chiesa di San Giovanni. Tuttavia, nel centro del borgo antico spunta anche l’esile campanile romanico di una chiesa da poco restaurata: Santa Maria in Borgo. Citata, fin dalla tarda epoca carolingia, come priorato benedettino, questa chiesetta testimonia il radicamento del cristianesimo longobardo in una località strategica di grande importanza. Dal 1587 fu gestita dalla confraternita del SS. Sacramento, che per secoli vi trovò una sede per vivere, senza troppe costrizioni, la ritualità del tempo, tanto che già nel 1616-1617 la compagnia rinnovò la chiesina, invertendone l’orientamento. La costruzione si compone di una navata a tre campate, voltata a botte, e comprende un coro e una cappella laterale. Due arconi conducono all’oratorio dei confratelli. La navata principale venne decorata da Angelo Sala, artista milanese esiliatosi dopo le Cinque Giornate di Milano, nel 1848. Il tema mariano è ripreso sia dalla pala d’altare, attribuita a Giovanni Battista Recchi, ispirata dalla famosa Natività della Vergine di Morazzone a Como, che dall’immagine, ritenuta miracolosa, di una Madonna tardo-quattrocentesca, posta sulla facciata interna del campanile. Degna di nota è la cappella laterale dedicata a San Carlo, voluta dalla famiglia Torriani nel 1656-1657, con un’alta cupola ricoperta da stucchi e dorature, di borrominiana memoria. Un’opera che eleva lo sguardo verso l’alto, dalla storia degli uomini al Cielo.

Da vedere in zona: la chiesa dei SS. Cosma e Damiano, le chiese di Santa Maria delle Grazie, San Giovanni e San Francesco, l’eremo di San Nicolao.

Chiara Gerosa

Il libro «Il Sacro del Ticino» di Salvatore Maria Fares (sinistra) con Stefano Zuffi | © Reguzzi
30 Giugno 2019 | 05:30
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