La Biblioteca Salita dei Frati, annessa all'ex convento cappuccino.
Ticino e Grigionitaliano

Il rilancio di un luogo secolare nel segno della cultura religiosa

di Laura Quadri 

Sita nel cuore di Lugano, la Biblioteca Salita dei Frati è la più importante biblioteca privata del Cantone aperta al pubblico, la più antica – la sua fondazione risale al 1565 – e la sola biblioteca conventuale del Ticino (con quelle molto più piccole di Bigorio e di Faido) che sia rimasta integra, non avendo subito spoliazioni. Trasferitasi nel 1980 nel nuovo edificio disegnato dall’architetto Mario Botta, custodisce un patrimonio bibliografico di notevole importanza storico-culturale, tra cui anche il cospicuo fondo dell’illustre italianista padre Giovanni Pozzi (oltre 10’000 libri). Da lunedì, varcata la soglia della Biblioteca, troveremo ad occuparsi di tutto questo Pietro Montorfani, nuovo Bibliotecario responsabile di sede. Per lui, una nuova sfida professionale, ma anche l’occasione di portare nuova linfa vitale alla struttura, pensando a progetti di valorizzazione futura, come ci spiega in questa intervista.

Pietro Montorfani, rispetto ad altre biblioteche qual è la specificità della Salita dei Frati e questo cosa implica per lei come Bibliotecario responsabile?

«Potremmo dire che una biblioteca come la nostra è un veicolo a trazione posteriore: il peso specifico, la sua forza e la sua identità, stanno nei libri più antichi e nelle competenze che necessariamente questi oggetti richiedono. Gli ambiti in cui da sempre si muove la Salita dei Frati sono infatti la storia del libro e l’aggiornamento bibliografico, senza dimenticare naturalmente la cultura religiosa, soprattutto francescana. Sono come due grandi ali: da una parte il libro in quanto oggetto tipografico (la cui tradizione continua ancora oggi, pensiamo all’arte della silografia e della calcografia), e dall’altra i testi come veicolo dell’esperienza spirituale, anche nei suoi aspetti più sociali e popolari. Sono davvero due contesti affascinanti nei quali iniziare a mettere le mani».

Lei è anche un ricercatore. Intravede possibili piste di ricerca riguardo alla Biblioteca, aspetti che potrebbero essere approfonditi?

«Per indole, forse quasi per una forma di patologia, vedo possibili piste di ricerca ovunque io guardi. Ma non è colpa mia, è «colpa», se così possiamo dire, del contesto nel quale ci muoviamo, perché la Svizzera italiana è da molti punti di vista un oggetto di studio interessantissimo. Nello specifico della Salita dei Frati, non mi dispiacerebbe avviare in futuro una ricerca nell’ambito della cultura religiosa in senso lato: come questa ha saputo nutrire ad esempio le opere degli scrittori ticinesi, oppure le abitudini sociali radicate nella popolazione (si pensi alle processioni di Mendrisio, alle confraternite, alle feste di paese). Ritengo fondamentale tornare a parlare della religione, in questo caso quella cristiana, come cultura della società, indipendentemente dagli aspetti privati della fede di ciascuno».

Uno dei compiti fondamentali dell’AssociazioneBibliotecaSalita dei Frati, espressamente indicato nello Statuto, è quello di promuovere un’attivitàculturalepubblica. Ha già qualche progetto nel cassetto per potervi contribuire?

Vorrei provare, in futuro, a ragionare per progetti trasversali: grandi temi che tocchino tutte le nostre attività, da quelle bibliografiche a quelle espositive, dalle conferenze alla didattica. Un esempio potrebbe essere il progetto, a cui già stiamo lavorando, per celebrare l’anno prossimo il centenario della nascita di Padre Pozzi. Ci sarà sicuramente un convegno di due giorni organizzato assieme all’USI e all’Università di Friburgo, ma immagino anche serate per il grande pubblico e forse una mostra biografica su Padre Giovanni, a partire dal suo fondo librario e dalle sue carte personali. Ci sarà persino una sorpresa letteraria, ma non vorrei svelare troppo…».

Quali saranno i rapporti tra lei e la Fondazione «Convento Salita dei Frati»?

«Io lavorerò per entrambi, all’80% per l’Associazione e al 20% per la Fondazione (con una formula molto elastica, una sorta di consulente freelance). Fungerò quindi da ponte tra le due istituzioni. La biblioteca continuerà a essere il cuore, il nucleo principale della Salita dei Frati, ma sarà necessario coordinarsi con tutte le attività, sociali e culturali, che con il tempo troveranno ospitalità negli altri spazi del complesso conventuale. Dobbiamo essere grati alla Fondazione che si è data il compito di salvare il convento dalla speculazione immobiliare. Le idee sono molte, dall’accoglienza dei profughi ucraini alla creazione di un vero e proprio centro sociale e culturale per associazioni e fondazioni attive sul territorio. Bisognerà avere solo un po’ di pazienza».

La Fondazione istituita nel 2021

Nel febbraio 2021 l’Associazione dei Cappuccini della Svizzera italiana ha sottoscritto la compravendita del Convento di Lugano – con tutti gli immobili annessi, compresi l’edificio della biblioteca e il fondo librario – alla neocostituita Fondazione «Convento Salita dei Frati». Fanno parte del Consiglio di Fondazione Niccolò Lucchini (presidente), Fabio Stampanoni (vice presidente), Fausto Poretti (segretario e cassiere) e Mario Botta (membro). Come si legge nel suo statuto, il suo scopo è «la tutela del patrimonio storico ed immobiliare del complesso del Convento dei Cappuccini di Lugano, la tutela e la gestione della biblioteca (incluso il suo patrimonio librario), così come del vigneto »; essa si propone inoltre di curare l’assistenza «di bambini e giovani, prevalentemente luganesi, così come di persone bisognose o con difficoltà di integrazione» e di promuovere «la formazione, la cultura, la ricerca e l’agricoltura».

La Biblioteca Salita dei Frati, annessa all'ex convento cappuccino.
11 Aprile 2022 | 06:10
Tempo di lettura: ca. 3 min.
Condividere questo articolo!