Papa e Vaticano

Il Papa riforma la Curia romana: basta essere un/a battezzato/a per ricoprire incarichi di governo

Una Chiesa sinodale, cioè partecipativa e conciliare, cioè nel solco di quel Concilio Vaticano II che ha rimesso al centro del villaggio ecclesiale, prima di qualsiasi ulteriore scelta di vita e vocazione, il fedele in quanto battezzato e dunque membro della Chiesa. La riforma della Curia varata oggi in Vaticano a partire da uno studio e un lavoro che di fatto ha impegnato Pap e commissioni fin dal 19 marzo 2013, data dell’apertura ufficiale del Pontificato di Francesco oggi, 19 marzo 2022, entra nella sua fade oerativa con la pubblicazione del documento papale: la costituzione apostolica Praedicate Evangelium.

Questo importante segno del papato di Bergoglio e un atto che rinnova l’assetto dei dicasteri vaticani nel segno dell’apertura e del «servizio nel mondo». Non una scelta «fine a se stessa» ma un «mezzo per dare una forte testimonianza cristiana». Questa è la riforma della Curia romana voluta da Papa Francesco che oggi, nel giorno di San Giuseppe, si fa realtà attraverso il testo della Costituzione apostolica «Praedicate Evangelium” promulgato sul Bollettino della Santa Sede, che entrerà in vigore il prossimo 5 giugno, solennità di Pentecoste. «Con l’entrata in vigore della presente Costituzione apostolica viene integralmente abrogata e sostituita la Costituzione apostolica Pastor bonus e in tal modo l’azione di riforma circa la Curia romana trova la sua forma compiuta», si precisa nella nota della Sala Stampa Vaticana.

Un cambiamento profondo e radicale, che va a incidere su ruoli, funzioni e organizzazione nel segno di una visione della Chiesa ecumenica, dialogante e plurale. Con la nuova Costituzione Apostolica, ad esempio tutti, quindi anche fedeli laici e  laiche, potranno essere nominati in ruoli di governo della Curia  romana.   «Ogni cristiano, in virtù del Battesimo, è un discepolo- missionario  nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù. Non si può non tenerne conto nell’aggiornamento della Curia, la cui  riforma, pertanto, deve prevedere il coinvolgimento di laiche e laici, anche in ruoli di governo e di responsabilità», si legge nella  Costituzione in vigore da giugno 2022.

«La riforma non è fine a se stessa, ma un mezzo per dare una forte testimonianza cristiana” scrive Papa Francesco nel preambolo della Costituzione apostolica . La riforma serve «per favorire una più efficace evangelizzazione; per promuovere un più fecondo spirito ecumenico; per incoraggiare un dialogo più costruttivo con tutti«.

Il Pontefice sottolinea il «contesto della missionarietà della Chiesa» in cui si inserisce la riforma. «La ‘conversione missionaria’ della Chiesa è destinata a rinnovare la Chiesa secondo l’immagine della missione d’amore propria di Cristo. I suoi discepoli e discepole sono quindi chiamati ad essere ‘luce del mondo’. Questo è il modo con cui la Chiesa riflette l’amore salvifico di Cristo che è la Luce del mondo». 

A tal proposito tra i cambiamenti più significativi oltre quello relativo alla Segreteria di Stato, che avrà funzione di «Segreteria papale» e «coadiuva da vicino il Romano Pontefice nell’esercizio della sua suprema missione», c’è quello del primo Dicastero della Curia romana riformata che non sarà più la Congregazione per la Dottrina della fede, come era nella ‘Pastor Bonus’ di papa Wojtyla, ma il Dicastero per l’Evangelizzazione, che sarà direttamente presieduto dal Papa e avrà «due Sezioni: quella per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo e quella per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari nei territori di sua competenza».

Nasce un nuovo Dicastero per il Servizio della Carità che, «chiamato anche Elemosineria Apostolica, è un’espressione speciale della misericordia e, partendo dall’opzione per i poveri, i vulnerabili e gli esclusi, esercita in qualsiasi parte del mondo l’opera di assistenza e di aiuto verso di loro a nome del Romano Pontefice, il quale nei casi di particolare indigenza o di altra necessità, dispone personalmente gli aiuti da destinare». Il Dicastero, in veste di Prefetto, sarà guidato dall’Elemosiniere di Sua Santità.

Viene istituita «la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori il cui compito è fornire al Romano Pontefice consiglio e consulenza ed altresì proporre le più opportune iniziative per la salvaguardia dei minori e delle persone vulnerabili», si legge nella Costituzione Apostolica «Praedicate Evangelium». La commissione «assiste i Vescovi diocesani/eparchiali, le Conferenze episcopali e le Strutture gerarchiche orientali, i Superiori degli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica e le loro Conferenze nello sviluppare strategie e procedure opportune, mediante Linee Guida, per proteggere da abusi sessuali i minori e le persone vulnerabili e fornire una risposta adeguata a tali condotte da parte del clero e di membri degli Istituti di Vita Consacrata e le Societa’ di Vita Apostolica, secondo le norme canoniche e tenendo conto delle esigenze del Diritto civile», si legge ancora nel documento.   I  membri della commissione «sono nominati dal Romano Pontefice per cinque anni e sono scelti tra chierici, membri di Istituti di Vita Consacrata e di Società di Vita Apostolica e laici di varie nazionalità che si distinguono per scienza, comprovata capacità ed esperienza pastorale.

Nella struttura della nuova Curia romana sparisce la distinzione che c’era finora tra»Congregazioni» e «Pontifici Consigli», per lasciare il posto esclusivamente a «Dicasteri», guidati da «prefetti».   Ecco quindi, subito dopo la Segreteria di Stato (con le sue tre Sezioni, Affari Generali, Rapporti con gli Stati e Rappresentanze Pontificie), 16 Dicasteri: per l’Evangelizzazione, per la Dottrina della Fede, per il Servizio della Carità, per le Chiese orientali, per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, delle Cause dei Santi, per i Vescovi,per il Clero, per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, per i Laici, la Famiglia e la Vita, per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, per il Dialogo Interreligioso, per la Cultura e l’Educazione, per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, per i Testi legislativi, per la Comunicazione.   Seguono gli Organismi di giustizia: Penitenzieria Apostolica,Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, Tribunale della Rota Romana. 

Quindi gli Organismi economici, così come già in vigore con gli interventi finora attuati dal Papa: Consiglio per l’economia, Segreteria per l’economia, Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, Ufficio del Revisore Generale,Commissione di Materie Riservate, Comitato per gli Investimenti.

«La riforma, auspicata vivamente dalla maggioranza dei Cardinali nell’ambito delle Congregazioni generali prima del Conclave, dovrà perfezionare ancora di più l’identità della stessa Curia romana – scrive Papa Francesco nel preambolo – ossia quella di coadiuvare il Successore di Pietro nell’esercizio del suo supremo Ufficio pastorale per il bene e il servizio della Chiesa universale e delle Chiese particolari. Esercizio col quale si rafforzano l’unità di fede e la comunione del popolo di Dio e si promuove la missione propria della Chiesa nel mondo. Certamente raggiungere una tale meta non è facile: richiede tempo, determinazione e soprattutto la collaborazione di tutti. Ma per realizzare questo dobbiamo innanzitutto affidarci allo Spirito Santo, che è la vera guida della Chiesa, implorando nella preghiera il dono dell’autentico discernimento», sottolinea.

| © vaticanmedia
19 Marzo 2022 | 16:39
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