Il monastero di Mariastein cerca donatori per un progetto da 25 milioni di franchi

Mariastein, nel cantone di Soletta, è un monastero benedettino che sorge nell’affascinante campagna ai confini con la Francia. Il monastero sorge accanto all’omonimo Santuario, da secoli luogo di fede e devozione mariana. A Mariastein c’è in opera un progetto chiamato «Mariastein 2025» del costo complessivo di 25 milioni di franchi svizzeri. Un’impresa che i responsabili del progetto hanno spiegato in una conferenza stampa il 26 agosto scorso.


di Ueli Abt, kath.ch / Traduzione e adattamento Grégory Roth / adattamento per l’italiano redazionecatt

«Il motivo per cui il monastero dipende da donatori esterni per finanziare «Mariastein 2025» non è ovvio a prima vista, dato che il patrimonio monastico ammonta a 33 milioni di franchi», ha ammesso il responsabile del progetto Mariano Tschuor conversando con i media.

Un deficit di più di mezzo milione all’anno

Nel 2020, le spese del monastero ammontavano a 4,4 milioni di franchi, con entrate di 3,8 milioni. Per coprire l’eccesso di spesa di 600.000 franchi, la comunità ha dovuto attingere al suo patrimonio.

La maggior parte dei 33 milioni di franchi è attualmente bloccata e non disponibile per finanziare il progetto. Inoltre, circa 10 milioni di franchi sono investiti in titoli. Secondo Theres Brunner, direttore delle operazioni, questo investimento è importante per generare reddito per il monastero. Nel 2020, questo ammontava a circa 860.000 franchi.
Inoltre, il 31% del patrimonio è bloccato perché il monastero ha trasferito queste azioni come prestiti alle sue filiali, che gestiscono l’hotel, la fattoria e il negozio del monastero. «Questo denaro è necessario per la manutenzione e l’acquisto di beni immobili», ha spiegato Theres Brunner.

Solo il 20% dei beni – circa 7 milioni – sono liquidi. A causa del deficit ricorrente previsto nei conti annuali, questo importo diminuirà costantemente nei prossimi anni.

Meno donazioni e lasciti

Mariastein sta aprendo una nuova strada in termini di trasparenza della sua situazione finanziaria. «Per quanto ne sappiamo, nessun’altra comunità monastica ha fatto questo passo prima», dice Mariano Tschuor.

Il monastero vuole essere preparato per il futuro. La comunità benedettina affronta le stesse sfide di molte altre comunità religiose. Le entrate da donazioni e lasciti stanno diminuendo, le spese stanno aumentando a causa della necessità di avvalersi di servizi esterni per lavori un tempo svolti in monastero. E i monasteri non ricevono alcun contributo dalle tasse della Chiesa.

Tre progetti necessari

Il primo lavoro necessario è modernizzare la biblioteca. È anche in corso una riprogettazione della piazza.

Secondo Mariano Tschuor, anche le modalità per il pellegrinaggio saranno riorganizzate. Le attuali offerte devono essere esaminate criticamente ed eventualmente ridotte. Vanno create nuove offerte per altri gruppi della popolazione, per esempio, per le persone con un background di immigrazione o per coloro che non hanno una confessione.

Prima tranche: 12,2 milioni

Per questi tre progetti, il monastero avrà bisogno di circa 12,2 milioni di franchi, di cui prevede di raccogliere un quarto. Il resto sarà raccolto da donatori come fondazioni, istituzioni, organizzazioni e il settore pubblico.

(cath.ch/kath/ua/gr)

27 Agosto 2021 | 18:17
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