Foto di gruppo con in partecipanti
Ticino e Grigionitaliano

Il «Lavoro che riconnette», un metodo per navigare in tempi difficili, sperimentato a Camperio

Una riconnessione riuscita: è quanto hanno dichiarato i dodici partecipanti all’Atelier «Lavoro che riconnette» che si è svolto il 21 e il 22 maggio alla casa Montanina di Camperio, in valle di Blenio. A guidare la riconnessione è stata Ellen Bermann, da molti anni attiva in questo campo. «Si tratta di un lavoro esperienziale per riavvicinare le persone alla propria sfera emotiva, e rigenerare le energie e la forza per affrontare il cambiamento», ci spiega Ellen Bermann. Oltre ai «pesi» di questo momento storico causati dagli strascichi rimasti dalle restrizioni legate al diffondersi del coronavirus e ora dallo scoppio della guerra in Ucraina che non lascia indifferenti, ci sono le storie di vita di ognuno e i molti nodi da sciogliere.

«Azione Quaresimale ha già organizzato nel 2019 nella Svizzera italiana un atelier con Ellen Bermann sul Lavoro che riconnette. Avendone constatato il successo, lo ha riproposto per dare modo a più persone di fare esperienza di un metodo efficace per navigare in tempi difficili», ci spiega Daria Lepori. Perché – evidenzia -, come scrive Joanna Macy nel suo recente saggio Coming back to life: «Abbiamo fatto tanta strada. La vita che è in noi è sopravvissuta a così tanti millenni di prove, si è evoluta attraverso così tante sfide e così tante promesse si devono ancora realizzare. Eppure, vista la facilità con cui un sistema può dissolversi, ci si prospetta la possibilità di perdere tutto». E lei oggi legge letteralmente le parole che Dio disse attraverso Mosè:»Io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza» (Dt 30, 19).

Il lavoro dello scorso fine settimana è stato strutturato basandosi su un metodo sviluppato proprio da Joanna Macy. «Il metodo della spirale parte dalla gratitudine, per poi affrontare la sofferenza per quello che succede e in seguito ampliare le percezioni in modo da trovare un modo per connetterci nuovamente e con uno sguardo nuovo a noi stessi e al mondo», ci dice Ellen Bermann. Nel concreto, sono state proposte varie attività pratiche attraverso le quali condividere esperienze e sensazioni, stimolarci a considerare altri punti di vista, così come pure dei rituali per favorire il lavoro interiore non solo a livello cognitivo, ma anche a livello fisico e spirituale. «Nel gruppo ho percepito fin da subito sorellanza e fratellanza e questo ha portato a tutti grandi benefici ed è stato importante per la buona riuscita del lavoro. La presenza femminile era preponderante. Mi auguro che in futuro più uomini partecipino a questo tipo di lavoro: ciò sarebbe arricchente per tutti», evidenzia Ellen Bermann.

Olivia, una delle partecipanti, ci ha confidato che questa esperienza le ha permesso di fare il punto su come sta emotivamente. «Questa metodologia molto dolce e caratterizzata dalla condivisione e dalla spontaneità mi ha permesso di ritrovare i miei punti cardine, rimettere ordine e rifocalizzarmi rispetto al mio percorso di vita. Ciò è stato possibile soprattutto perché mi sono sentita protetta», evidenzia.

Costantin era l’unico uomo presente. «All’inizio ero un po’ preoccupato, ma è durato poco, perché ho capito subito che stavo vivendo una bellissima esperienza, chi ma permesso di fare nuovi incontri in un’atmosfera intima nella quale ci siamo sentiti liberi di affrontare anche temi difficili», ci confida. Costantin ha fatto un lungo viaggio dall’Italia per partecipare al questo atelier. Ci dice che ha saputo ed è stato attratto da questa opportunità nei social media. Vicino a casa sua non ha trovato qualcosa di simile, a prezzi abbordabili, e ha dunque deciso di raggiungere il Ticino.

Stephanie ha già partecipato a diverse attività di questo genere. «Da queste opportunità sono sempre tornata a casa in qualche modo cambiata, sia interiormente che esteriormente, e con ritrovata energia», ci confida. «Si tratta di un lavoro costruttivo, non idealistico, focalizzato sulla ricerca di soluzioni e nel lasciare andare la negatività e la sensazione di impotenza. Ognuno di noi nel suo piccolo può fare qualcosa. Il cambiamento inizia nel cuore di ognuno di noi». Stephanie fa parte di PermaSI, che insieme ad Azione Quaresimale, ha organizzato questo evento.  «In molti collegano la permacultura esclusivamente alla coltivazione dell’orto, ma ciò è riduttivo. È prima di tutto un modo di progettare prendendo in considerazione tre principi etici: la cura della terra, la cura delle persone, e la equa e solidale distribuzione delle risorse della terra. Do quello che ho in più a chi ha bisogno, non prendo di più di quello che ho bisogno. E questo vale per la coltivazione dell’orto, ma anche ad esempio nella coltivazione delle relazioni con le persone e con sé stessi: ecco perché il Lavoro che riconnette rientra pienamente nelle nostre attività».

Katia Guerra

Foto di gruppo con in partecipanti
31 Maggio 2022 | 11:36
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