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Il 6 agosto 1978, 40 anni fa, si spense papa Paolo VI

Il 6 agosto 1978 era una domenica. A Castel Gandolfo, nella dimora estiva dei Pontefici, l’orologio segnava le 21,40.  Giovanni Battista Montini, Paolo VI, il 262esimo successore di Pietro, si spense come aveva desiderato: lontano dai riflettori e dalle veglie di popolo che avevano accompagnato l’agonia di Angelo Roncalli, Giovanni XXIII, e che più in là, negli anni, avrebbero segnato le ultime ore di Karol Wojtyla, Giovanni Paolo II. «Aveva pregato Dio di consentirgli un addio in solitudine», annotò tempo fa Avvenire, il quotidiano cattolico: «Fu esaudito». Non solo. Paolo VI morì in un giorno particolare, carico di significato simbolico, quello della Trasfigurazione: una festa che lui amava al punto da averla scelta, nel 1964, per pubblicare la sua prima enciclica, l’Ecclesiam Suam. 

Giovanni Battista Montini avrebbe compiuto 81 anni il mese successivo. IL già arcivescovo di Milano era stato eletto papa il 21 giugno 1963.

La memoria liturgica del beato Paolo VI viene celebrata il 26 settembre, il giorno in cui nacque. E’ in ogni caso opportuno oggi far memoria di quello che fu e fece Giovanni Battista Montini perché adesso stiamo vivendo una stagione ecclesiale che tanto deve al Papa d’origini bresciane. Compreso l’accento sulla misericordia, che ha colorato il recente Anno Santo. Già, perché tra gli ispiratori di Jorge Mario Bergoglio c’è sicuramente questo suo predecessore.

Ieri infatti, all’Angelus, papa Francesco ha voluto ricordare Paolo VI, che canonizzerà il prossimo 14 ottobre in piazza San Pietro.

Più che le parole, però, come sempre, contano i fatti. E allora: la Chiesa in uscita, la Chiesa sinodale, cioè quella del camminare insieme, la Chiesa che scruta i segni dei tempi senza falsi ottimismi ma senza arroccarsi, più compagna di viaggio che fredda precettrice, questa Chiesa che respiriamo ogni giorno ha in sè tanto di Paolo VI. Non a caso fu lui che nel discorso con cui chiuse il Concilio vaticano II, il 7 dicembre 1965, parlò di una Chiesa «samaritana», «ancella dell’umanità», più incline  a «incoraggianti rimedi» che a «deprimenti diagnosi», a «messaggi di fiducia» che a «funesti presagi».

Il Papa sulla tomba di Paolo VI

Questa mattina, 6 agosto, papa Francesco si è recato in preghiera sulla tomba di Paolo Vi. A diffondere la notizia è stato l’Osservatore romano.

(agenzie/red)

6 Agosto 2018 | 06:23
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chiesa (579), Papa (1255)
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