Svizzera

I vescovi svizzeri: «Solo il sacerdote può presiedere l'Eucaristia»

In una lettera congiunta del 5 gennaio 2023 inviata alle persone attive nella pastorale, i vescovi di Basilea, Coira e San Gallo invitano a rispettare le regole liturgiche: «Voi tutti sapete che solo il sacerdote può presiedere validamente l’Eucaristia, concedere la riconciliazione sacramentale e amministrare l’unzione degli infermi», sottolineano in quella che sembra essere una risposta al «caso Monika Schmid» (ndr: l’operatrice pastorale di Illnau-Effretikon (ZH) ha «concelebrato» a fine agosto una Messa, in contrasto con le disposizioni liturgiche) . E un severo avvertimento a chi non rispetta le regole comuni.

In occasione del nuovo anno, i tre vescovi, Felix Gmür, Joseph Bonnemain e Markus Büchel, esprimono innanzitutto il loro ringraziamento e i loro auguri ai loro operatori pastorali, ma desiderano anche condividere la loro preoccupazione.

«Sappiamo bene che non è insolito che il vostro lavoro richieda un doppio equilibrio. C’è un grande divario tra ciò per cui ci si impegna intensamente, la fede personale e il confronto con tutto ciò che rende la Chiesa così dolorosamente indietro rispetto al Vangelo». A questo si aggiunge lo sguardo della società quando ci si riconosce come persona attiva e impegnata nella Chiesa.

«Come voi, viviamo in queste aree di tensione e facciamo del nostro meglio per sopportarle e viverle in un atteggiamento di speranza. Siamo molto grati per il processo sinodale, che ci dimostra ancora una volta che siamo in cammino insieme e che solo insieme possiamo essere testimoni credibili di Gesù Cristo».

La testimonianza comune richiede regole comuni

Per i vescovi, tuttavia, «la testimonianza comune richiede forme e regole comuni». Per quanto riguarda l’osservanza di queste regole, (…) noi vescovi riceviamo regolarmente richieste e reazioni preoccupate, soprattutto per quanto riguarda le celebrazioni religiose. I fedeli hanno diritto a funzioni religiose che rispettino le regole e le forme della Chiesa.

«La liturgia inculturata, ma omogenea nelle sue forme fondamentali, è un tesoro della nostra Chiesa che dà una patria ai credenti, soprattutto ai migranti, in tutto il mondo. Insistiamo quindi affinché le forme e le regole liturgiche si applichino anche nel nostro Paese, secondo le disposizioni dei vescovi», continua la lettera.

Solo il sacerdote presiede validamente l’Eucaristia

«Riguardano in particolare coloro che presiedono alle celebrazioni. Tutti voi sapete che solo il sacerdote presiede validamente l’Eucaristia, concede la riconciliazione sacramentale e unge i malati. È proprio per questo che è stato ordinato. Questa regola della fede cattolica romana deve essere rispettata senza restrizioni anche nelle nostre diocesi», avverte il messaggio. 

Una risposta al «caso Monika Schmid»

«Non si tratta di obbedienza cieca e tanto meno di promozione di un clericalismo patriarcale, ma della convinzione che i sacerdoti, nel servizio e nell’esecuzione dei sacramenti, rendano visibile che Gesù Cristo stesso agisce nei e attraverso i sacramenti. Mantengono per così dire aperto lo spazio per l’azione di Dio nella liturgia. È per questo che la Chiesa sostiene fin dall’inizio del cristianesimo – e questo in consenso ecumenico con quasi tutte le altre Chiese cristiane – che è necessaria una designazione sacramentale, cioè un’ordinazione, per presiedere la celebrazione dell’Eucaristia e per dire la preghiera eucaristica come sacerdote concelebrante». 

I testi liturgici non sono nemmeno una cosa qualsiasi, perché non sono i nostri testi, ma quelli dell’intera comunità di fede. Esiste una grande diversità di testi nella Chiesa, anche nell’ecumenismo, ma tutti seguono una struttura di base che deve essere rispettata. 

La liturgia non è un luogo di sperimentazione personale.

«Sentiamo le richieste di molte persone di poter partecipare alla liturgia in modo diverso, ad esempio come donna. Ascoltiamo la richiesta di un linguaggio appropriato e apprezziamo la vostra preoccupazione per un buon linguaggio nella liturgia. Tuttavia, vi invitiamo a non fare del segno dell’unità, la liturgia, un banco di prova per progetti personali. È proprio nella celebrazione universale della stessa liturgia che siamo cattolici e solidali gli uni con gli altri».

«Utilizzate la diversità delle forme di celebrazione liturgica che la Chiesa offre. E sfruttate i luoghi della liturgia come la riflessione, la predicazione, la meditazione, le intercessioni, i canti, la musica, il silenzio, per poter dare il vostro contributo personale. Consigliamo a tutti coloro che desiderano approfondire la questione di leggere la lettera apostolica Desiderio desideravi di Papa Francesco». 

Senza menzionare la possibilità di sanzioni, i vescovi concludono con un caloroso ringraziamento per «il vostro impegno nella fede e la vostra fedeltà» (cath.ch/com/mp, tradotto e adattato da catt.ch) 

10 Gennaio 2023 | 13:46
Tempo di lettura: ca. 3 min.
Condividere questo articolo!