I giovani e il clima: bisogna ascoltarli

I giovani in piazza a difesa del clima non sono dei disinformati, ma ragazzi «attrezzati» sulla questione, perché a scuola se ne parla, eccome. Una protesta, quella in atto in questi giorni in Svizzera e in Europa, la cui genesi parte dalla Svezia, passa per l’ultimo summit mondiale mezzo fallito, la Conferenza Onu sul clima di Katowice in Polonia, a dicembre. I ragazzi protestano per mandare un segnale forte nei confronti della generazione adulta che ritengono distratta sulla questione ambientale (che è anche politico- economica, prima di tutto), perché vedono bene che l’atteggiamento di fondo è di non prendere seriamente a cuore il problema.

Questi ragazzi riprendono la denuncia di quella intelaiatura economica e politica dominante, che rende ciechi e muti davanti alla questione ambientale. La Chiesa ha dalla sua la parola del Papa che denuncia nella sua Enciclica Laudato si’, la situazione di degrado ambientale e offre diversi percorsi di riflessione in dialogo con il mondo scientifico, parlando di «ecologia integrale» (difesa dell’ambiente e della vita umana insieme). Davanti alle immagini dei ragazzi in piazza ho pensato spontaneamente alla sintonia tra quanto ha scritto Bergoglio (4 anni fa) e quello che vediamo in questi giorni:

«I giovani esigono da noi un cambiamento. Essi si domandano com’è possibile che si pretenda di costruire un futuro migliore senza pensare alla crisi ambientale e alle sofferenze degli esclusi», Laudato si’ (n. 14).

La questione climatica -oggi più che mai chiede attenzione da parte dei cattolici impegnati in politica, nell’educazione e nello sviluppo. C’è uno sfondo biblico che l’Enciclica ripropone quando insiste sulla «custodia» del creato. Ci sono argomenti razionali condivisi con il mondo scientifico, c’è un impegno concreto portato avanti con altre Chiese cristiane nel campo dello sviluppo integrale, insomma c’è un patrimonio di riflessione e azione che Laudato si’ ripropone, da cui prendere spunto per formarci un giudizio e per offrire dei criteri di dialogo e per non abbandonare questi ragazzi alle piazze. Prima di concludere, vi lascio con un’avvertenza che mi pare banale scrivere: stiamo attenti che se lasciata senza risposte, la loro protesta potrebbe aprire il campo a varie strumentalizzazioni. Di questi tempi «veloci», dove tutto è mediatizzato e organizzato con un clic, non sarebbe una novità

20 Gennaio 2019 | 18:19
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ecologia (34), laudato si (50)
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