Ticino e Grigionitaliano

I commenti al Vangelo di domenica 28 maggio

Calendario Romano Anno A / Gv 20,19-23 /Domenica di Pentecoste

«Dove sono io sarete anche voi»

di Dante Balbo*

Racconta Boccaccio in una sua novella che un ebreo, prima di convertirsi al cristianesimo volle andare a Roma. L’amico cristiano che lo aveva accompagnato era perplesso e immaginava che il confronto con la Chiesa secolarizzata della capitale della cristianità avrebbe affossato ogni possibilità di giungere alla fede e fu sorpreso quando il compagno, tornando, gli disse che era convinto a farsi battezzare. Disse infatti che se la Chiesa era sopravvissuta a se stessa, nonostante tutto, doveva essere opera della Spirito Santo. Al di là del paradosso da questa novella ci viene rivelata una verità importante: l’azione del Consolatore non è una fantasia umana, ma un’opera concreta, che supera i nostri sforzi, vince la nostra fragilità, porta con sé il vento della novità della Risurrezione che realizza la promessa di Gesù: «Io sarò con voi, ogni giorno, fino alla fine dei secoli». Questa è la Pentecoste, festa della Legge per gli ebrei, scrittura della legge d’amore nel cuore dei credenti. Solo quando Gesù sale al Padre, lo Spirito Santo scende dall’unità fra di loro: è la comunione che aveva narrato nell’Ultima Cena a farsi carne in chi lo accoglie. La sua presenza si fa memoria, anche di quello che non avevamo capito, quando per Grazia siamo stati battezzati, ancora bambini ci siamo comunicati al suo Corpo Santo, abbiamo ricevuto il sigillo del Crisma profetico, regale e sacerdotale. Possiamo perdonarci a vicenda, perché riconosciamo di essere stati perdonati, amati da Gesù gratuitamente, salvati dalla sua morte, in cui tutto si è compiuto ed è sbocciato nella sua e nostra risurrezione. Frutto della Pentecoste è il desiderio di raccontare al mondo e a chi amiamo, quello che Lui ha fatto per noi, quello che può operare in ogni persona, senza condizioni, se non l’accoglienza del suo amore, che come ogni vero amore non ha pretese se non di essere riconosciuto. Non è un modo di dire: per mezzo dello Spirito Santo possiamo veramente chiamare Dio «Abbà, Padre».

*Il Respiro spirituale di Caritas Ticino su TeleTicino e su YouTube

Calendario Ambrosiano Anno A / At 2, 1-11 1Cor 12,1-11 Gv 14,15-20 / Pentecoste

Dentro il mondo con la forza dello Spirito

di don Giuseppe Grampa

C’è nell’Evangelo di oggi, domenica di Pentecoste, un tratto di singolare tenerezza: nell’imminenza della sua separazione dai discepoli, Gesù promette loro «Non vi lascerò orfani». Poco prima si era rivolto a loro chiamandoli affettuosamente: «Figliolini miei, sono con voi ancora per poco» (13, 33). Gesù avverte la tristezza che avvolge il cuore dei discepoli «Perché vi ho detto questo la tristezza ha riempito il vostro cuore» (16,6). «Ora siete nel dolore ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà» (ivi,22) perchè dopo Gesù vi sarà l’altro Paraclito, un altro che starà accanto. Gesù è il primo Paraclito, con Lui Dio finalmente sta accanto a noi. Dopo di Lui vi sarà un altro Paraclito che starà accanto a noi, lo Spirito di Gesù.
Sulle strade del mondo i discepoli di Gesù hanno la certezza di essere da Lui accompagnati grazie al suo Spirito. Ma questo clima di confidenza e di tenerezza è turbato da un ripetuto cenno al mondo: mondo che non può ricevere lo Spirito, non lo vede e non lo conosce. E ancora «il mondo non mi vedrà più». Nel quarto Vangelo il termine «mondo» ha una duplice accezione: una positiva e indica tutta la benevolenza di Dio che «Ha tanto amato il mondo fino a dare il suo Figlio…» (Gv 3,16), ed una negativa: il mondo è quanto si chiude, si oppone a Gesù, fino a dire che il mondo è tutto sotto il potere del Maligno. Vuol dire, allora, che senza disprezzo per il mondo il discepolo di Gesù deve avere uno sguardo lucido, capace di riconoscere tutti i segni negativi , tutte le molteplici forme di male che deturpano il volto dell’uomo e della terra.
Dobbiamo stare dentro il mondo ma con la forza dello Spirito di Gesù che suscita nella coscienza di ognuno di noi il coraggio dell’indignazione e la forza di rispondere al male sempre e solo con l’inerme forza del bene, affamati e assetati di giustizia, creatori di bellezza nel degrado e nella volgarità, strumenti di pace dentro il dilagare della violenza.
Lo Spirito di Gesù, Spirito che rinnova il volto della terra, ci faccia sognare nuovi cieli e una nuova terra.

27 Maggio 2023 | 17:33
Tempo di lettura: ca. 3 min.
Condividere questo articolo!