Ticino e Grigionitaliano

I commenti al Vangelo di domenica 26 marzo

Calendario Romano Anno A / Gv11,1-45 / V Domenica di Quaresima

Al centro della fede, un cuore indiviso

di Dante Balbo

La quinta domenica di Quaresima completa il cammino dei catecumeni, portando a compimento il
ritratto dell’umanità e divinità di Gesù, perché ad esso si conformi la vita dei discepoli.
L’ultima sfida è quella che manifesta il suo potere sulla vita, l’impossibilità di contenerla anche
oltre i confini della morte, nella risurrezione di Lazzaro.
In questa domenica il Vangelo ci parla anche del cuore di Gesù, della sua unità profonda fra le
relazioni umane e quella indivisibile con il Padre. C’è un equivoco nella lettura del senso del cuore che purtroppo viene riportato nella necessità di riequilibrare ciò che ad esso è stato attribuito dalla cultura romantica e dal relativismo contemporaneo.
Per contrastare l’idea che il cuore sia una specie di organo in balia di emozioni e sentimenti, si
sottolinea che per gli Ebrei della sacra Scrittura il cuore sia il centro delle decisioni, il luogo della
determinazione che orienta la vita e le scelte personali e di un popolo fedele o traditore dell’amore di Dio, ma in questo modo si perpetua una separazione derivata dalla filosofia greca, che ritiene il corpo un accidente che impedisce all’anima di essere veramente se stessa, a meno che non si riesca a mortificarlo.
Gesù in questo capitolo del vangelo di Giovanni afferma tutta la potenza dell’unità fra corpo, psiche e spirito, mostrando sentimenti ed emozioni, valorizzando i legami di amicizia profonda con la famiglia di Lazzaro, provando tutta l’angoscia di fronte alla morte che è per lui una bestemmia contro la vita, se non è in vista di una resurrezione che coinvolga tutto l’uomo, compreso il corpo che abiterà l’esistenza nuova, senza negare le ferite del passaggio sulla terra. È questa fede che chiede a Marta, con un cuore intatto e indiviso che i suoi discepoli comprenderanno solo quando lo vedranno risorto, con i segni della passione e il fulgore dell’unità piena con il Padre.

Calendario Ambrosiano Anno A / Gv 11,1-53 /V Domenica di Quaresima

Nemmeno la morte ci separerà dai nostri cari

di don Giuseppe Grampa
Il brano odierno sottolinea una reazione quasi psicologica di Gesù: «Si commosse profondamente, si turbò…scoppiò in pianto…». Mi colpisce questo pianto perché i miei lontani studi classici mi hanno insegnato che gli Dei «liberi da ogni cura al pianto condannano il mortale». È dei mortali piangere; gli Dei, invece, imperturbabili, sono liberi da ogni affanno. E invece Gesù piange. Mi chiedo quale rivelazione racchiuda questo pianto. E per scoprirlo mi volgo alla mia esperienza del pianto, pianto per la perdita di una persona amata, come Lazzaro per Gesù. Il pianto è l’unica espressione dei nostri sentimenti quando una persona cara ci lascia. Il pianto dice un legame che nei giorni abbiamo costruito con chi ci lascia, un vincolo di appartenenza che viene meno aprendo un vuoto dentro di noi. Questa mi sembra essere la voce del pianto.
La nostra meditazione potrebbe femarsi qui, condividendo il pianto umanissimo di Gesù. Ma l’Evangelo non sarebbe davvero notizia buona se non osasse una parola, quella che Gesù rivolge alle sorelle di Lazzaro: «Chi vive e crede in me non morirà in eterno». Molte persone segnate dalla morte di una persona cara si chiedono: «E adesso dov’è?». Quante volte queste domande mi nascono dentro quando sono davanti alla tomba dei miei genitori che sarà anche la mia tomba. Confesso di non saper rispondere. Ma custodisco come perla preziosa la certezza racchiusa nella promessa di Gesù, forse l’unica sua parola che davvero illumina l’oscurità della morte, una parola che ha un tratto di tenerezza: «Vado a prepararvi un posto, quando sarò andato e vi avrò preparato un posto ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io» (Gv 14,2,s.). Non il vuoto ma «un posto», preparato per me, per te, per noi, per tutti. Ci prepara un posto e niente, neppure la morte, ci potrà mai separare da Lui e da quanti abbiamo amato.

26 Marzo 2023 | 08:02
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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