Ticino e Grigionitaliano

I commenti al Vangelo di domenica 2 aprile

Calendario Romano

Anno A / Gv 12, 12-16/ Domenica delle Palme

Tu sei la mia forma, inizio e destino

di Dante Balbo
Mio papà lavorava in una fabbrica di scarpe e prima di cucire e incollare le suole, si metteva la tomaia in forma: in pratica si usava una forma di legno, sulla quale si fissava la scarpa, perché assumesse i contorni precisi che doveva avere una volta ultimata.
Quando si parla di forma mi viene sempre in mente, perché è la visione chiara di cosa significa che
ad una cosa si dia la sua esatta consistenza.
In questa domenica, entrando nella Settimana santa, contempleremo il mistero di un Dio che si offre, muore e risorge. Tutto questo accade però nella forma umana, svuotato della sua divinità, anche se di essa è impregnato tutto il suo essere.
Questa umanità è la stessa che San Paolo chiede di assumere ai credenti della comunità di Filippi e
per tramite loro a noi tutti. Non si tratta di accogliere qualche idea, dei buoni sentimenti, delle sante aspirazioni, dei principi di solidarietà e giustizia sociale, ma di identificarsi con l’umanità di Gesù, per lasciarci invadere dalla sua divinità.
È un’operazione di conoscenza, certamente, perché non si può assimilarsi a qualcuno che non si
conosce, ma è soprattutto un investimento d’amore, il riconoscimento che lasciarci abitare da lui,
significa trovare la nostra forma più autentica. San Paolo dice «Non sono più io che vivo, ma Cristo
vive in me.» e anche «questa vita che vivo nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio.»
Quando si ama è l’altro il nostro destino, la misura del nostro pensiero, del gusto, delle passioni.
Per il nostro amore impariamo ad amare cose che ci erano estranee, abitudini che ignoravamo,
piaceri che non conoscevamo.
Se questa domenica vogliamo entrare veramente nella settimana Santa, possiamo accogliere l’invito dell’apostolo e lasciare che Gesù diventi la nostra forma, la meta e la strada, per scoprire che alla fine saremo noi stessi come mai avremmo potuto sognare.

Calendario Ambrosiano

Anno A / Gv 12, 12-16 /Domenica delle Palme

Da un gesto d’amore il valore della persona

di don Giuseppe Grampa
Questa domenica inaugura la Settimana santa. La pagina evangelica parla un linguaggio insolito, non consueto per lo stile ecclesiastico. Non siamo nel Tempio ma in una casa, casa di amici, invasa dal profumo perché Maria, sorella di Lazzaro e di Marta compie una «opera bella» (così l’evangelista Luca qualifica il gesto) per il corpo di Gesù. Entriamo anche noi in questa casa invasa dal profumo e guardiamo questa donna, Maria, che compie un atto di straordinaria tenerezza per il corpo di Gesù profumandolo con un profumo assai costoso.
Questo gesto di cura per il corpo di Gesù è di imbarazzante bellezza. Imbarazzante perché questa femminile tenerezza per il corpo di Gesù non è usuale, soprattutto in chiesa. Siamo gli eredi di una cultura che per secoli ha svalutato il corpo a vantaggio dell’anima ritenuta prigioniera del corpo. E invece Gesù si lascia toccare, anzi accarezzare, anzi profumare da mani femminili capaci di delicata premura. Facciamo allora l’elogio del corpo, impariamone il linguaggio. Sì, perchè il corpo parla, manifesta i nostri più intimi sentimenti. Già una semplice stretta di mano può comunicare la forza di un rapporto. Bello il gesto di Maria di Betania: ha la bellezza dei gesti gratuiti, mossi solo dall’amore per la persona, perché la persona vale più di ogni altra cosa e per Lei si può sprecare un costoso profumo. Trecento denari valeva quel profumo, una somma sembra equivalente al salario annuo di un lavoratore. E infatti è criticato come spreco di risorse che potevano esser meglio utilizzate per i poveri. Invece una parola di Gesù prende le difese della donna per un gesto che anticipa misteriosamente la sua morte e gli onori al suo corpo. Ha ragione Giuda a ritenere eccessivo il gesto di Maria, proprio uno spreco? Invece Gesù elogia questo gesto segno di un amore «eccessivo’» un amore che non calcola ma dona senza misura: senza qualche gesto «eccessivo» forse non c’è vero amore.

2 Aprile 2023 | 07:55
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