Ticino e Grigionitaliano

I commenti al Vangelo di domenica 1 ottobre

Calendario Romano

Mt 21, 28-32 / XXVI Domenica del Tempo ordinario

Ladri e prostitute, una bella compagnia

di Dante Balbo*

La logica di Dio è strana, fuori dai nostri parametri. Ci hanno detto fin da bambini che per andare in cielo bisogna essere bravi, ubbidire ai genitori, alle norme della Chiesa, alle regole della legge civile, alle consuetudini, alle convenzioni sociali. Poi arriva questo Messia e ci dice che il suo regno è fatto per chi lo ascolta, si converte, cambia vita. Tutti quelli che avevamo guardato con una certa sufficienza, al massimo con una qualche compassione, perché la moderna psicologia ci ha insegnato che spesso se si comportano male è per via di qualche storia di disagio infantile, di una famigliarità distorta, di eventi sfortunati, ci passeranno davanti, saranno accolti come eroi. Già domenica scorsa avevamo scoperto che stare alle regole tutta la vita, significava aver fatto solo il nostro dovere, che quelli che avevano accolto la fede quasi alla fine avevano lo stesso premio. La nostra cultura retributiva, nella quale ad una prestazione corrisponde un compenso adeguato era stata messa in crisi, ma adesso ci viene detto che addirittura saranno i disonesti come i pubblicani, le donne dai costumi sconvenienti ad avere un posto privilegiato nel regno di Dio.
Quello che stiamo trascurando è la passione, quella stessa smisurata che ha portato Gesù sulla croce, che lo ha commosso davanti a due sposi tristi per il loro giorno più bello rovinato dalla mancanza di vino, che gli ha fatto toccare un lebbroso, guarire un bambino e una bambina, resuscitare un suo amico. Se qualcuno ti accoglie per quello che sei, ti promette una vita migliore, non perché piena di felicità passeggera, ma della sua vicinanza, solida come una roccia, lasci tutto quello che avevi inseguito invano e permetti alla pienezza della vita di contagiarti. La compagnia di quelli che hanno fatto l’esperienza travolgente dell’amore di Dio, potrà strapparci dal grigiore e immergerci nel fiume della vita eterna, definitiva e impossibile da scambiare con qualsiasi promessa umana.

*Dalla rubrica televisiva Il Respiro spirituale di Caritas Ticino

Calendario Ambrosiano

Mt 22, 34-40 / Domenica V dopo il martirio di S. Giovanni

La difesa dei fratelli, segno dell’amicizia con Dio

di don Giuseppe Grampa
L’evangelo di questa domenica che congiunge i due comandamenti – amore per Dio e amore per l’uomo – mi riporta alla memoria una parola di un grande credente del nostro tempo: Dietrich Bonhoeffer. Pastore della Chiesa evangelica luterana tedesca, non si sottrasse al dovere di combattere il nazionalsocialismo, prendendo parte alla cospirazione che mirava a mettere fine al nazismo e a Hitler. Bonhoeffer pagò con la vita questa scelta coerente con la sua fede nell’unico Signore. Una scelta che provocò all’interna della Chiesa luterana tedesca una dolorosa scissione tra quanti tolleravano il nazismo e quanti, Bonhoeffer tra questi, lo combattevano risolutamente. In quella stagione non lontana dai nostri giorni, Bonhoeffer scrisse questa folgorante parola: «Solo chi grida per gli Ebrei ha il diritto di cantare il gregoriano». Solo chi pratica un amore coraggioso e rischioso per le vittime, allora milioni di Ebrei che finirono nelle camere a gas, potrà poi aprire le labbra nella preghiera, nel canto delle belle melodie del gregoriano, il canto liturgico cristiano. In altre parole, amore per Dio che si esprime nella preghiera e nel canto e amore per l’uomo sono inseparabili. Anzi la verità , l’autenticità del nostro amore per Dio ha il suo banco di prova, la sua verifica nell’amore fraterno. Lo afferma l’apostolo Giovanni: «Come puoi dire di amare Dio che non vedi se non ami il fratello che vedi?». Dio e uomo, amore di Dio e amore dell’uomo non stanno su due sponde irrimediabilmente distanti, anzi. E oggi? Per chi bisogna gridare oggi, se vogliamo che poi la nostra voce di preghiera sia ascoltata dal Signore? Oggi è per quanti fuggono dalle terre della fame e della guerra cercando con tutti i mezzi rifugio sulle nostre coste. Oggi è per i cristiani che subiscono persecuzione. Oggi è per i tanti, troppi che vivono ai margini, nella solitudine, nell’esclusione sociale, nelle diverse forme di discriminazione. Se non diamo voce a questi senza voce, inutile sarà cantare salmi, inni e cantici spirituali.

30 Settembre 2023 | 18:13
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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