Hilarion: il Papa non può fare da «arbitro» tra gli Ortodossi

Il devastante conflitto in corso tra il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli e il Patriarcato di Mosca è destinato per sua natura a non rimanere questione «interna» alla Ortodossia. Esso coinvolge fatalmente i rapporti che le diverse parti in causa hanno intessuto con la Chiesa cattolica e con Papa Francesco. Lo ha detto senza giri di parole il metropolita ortodosso russo Hilarion di Volokolamsk, che non perde occasione di incontrare il Papa durante le sue trasferte romane. Dopo essere stato ricevuto da Bergoglio lo scorso 19 ottobre, Hilarion ha voluto raccontare al mondo che nel suo colloquio con il Pontefice «una parte importante della discussione è stata riservata alla situazione in Ucraina», dove il Patriarcato di Costantinopoli ha avviato le procedure per il riconoscimento dell’autocefalia (piena autonomia) di una Chiesa ortodossa ucraina, non più sottoposta alla giurisdizione di Mosca. In conseguenza di tale decisione, il Patriarcato di Mosca ha di fatto interrotto i rapporti di comunione con il Patriarcato ecumenico. Ma rispetto a tale scontro lacerante – ha avvertito Hilarion – Papa Francesco non può vestire i panni dell’arbitro. Per di più, la divisione che lacera le cristianità ortodosse di matrice bizantina potrebbe presto ripercuotersi anche sul dialogo teologico in corso da decenni tra le Chiese ortodosse e la Chiesa cattolica.

Le dichiarazioni, di grande portata, sono state pronunciata da Hilarion nel corso di una sua recente intevista trasmessa sul canale tv Russija 24. La Chiesa ortodossa russa – ha sottolineato Hilarion – «non si attende alcuna partecipazione del Vaticano» nei tentativi di superare il contrasto sorto tra Costantinopoli e Mosca. «Noi – ha spiegato il metropolita russo – non riteniamo che il Papa possa essere l’arbitro un questo conflitto», in quanto «non sarebbe giusto coinvolgerlo in questo problema, o attendere da lui qualche intervento, o che lui possa esprimere solidarietà con l’una o con l’altra parte». «La Chiesa ortodossa», ha inoltre aggiunto il responsabile della Chiesa russa per i rapporti con l’estero, «vive secondo le proprie regole e i propri canoni, E noi regoleremo il problema in maniera indipendente, senza la partecipazione di Papa Francesco».

Futuro a rischio per il dialogo teologico

Le parole di Hilarion esprimono con toni cortesi l’auspicio di parte russa che la Chiesa cattolica e la Santa Sede si tengano a debita distanza dalle dispute intra-ortodosse su dottrina e giurisdizione. Nel contempo, lo stesso Hilarion, nell’intervista trasmessa su Russija 24, ha messo in chiaro che la rottura della comunione tra la Chiesa russa e il Patriarcato di Costantinopoli condizionerà anche i rapporti tra Patriarcato di Mosca e Chiesa cattolica: «Oltre alle relazioni bilaterali tra la Chiesa russa e la Chiesa di Roma – ha spiegato Hilarion – c’è ancora il dialogo teologico tra ortodossi e cattolici», ma d’ora in poi «la Chiesa ortodossa russa non partecipa più a tale dialogo, così come a tutti i dialoghi che sono presieduti o co-presiefuti dal patriarca di Costantinopoli». Il metropolita russo ha comunque espresso parole di apprezzamento per l’approccio finora assunto dalla Santa Sede riguardo al dossier ucraino: «Noi – ha notato Hilarion riferendosi al Vaticano – non abbiamo mai registrato alcun sostegno agli atti delle autorità ucraine volti a introdurre discriminazioni ai danni della popolazione russofona. Prendiamo atto che una posizione generalmente equilibrata viene espressa dallo stesso Papa Francesco, dal Vaticano, dalla Chiesa cattolica a diversi livelli».

Nel contempo, il numero due della gerarchia russo-ortodossa ha anche sgombrato il terreno dalle ricorrenti voci su un possibile viaggio in Russia del Vescovo di Roma, sconsigliando con argomenti più che eloquenti ogni progetto di trasferta papale a Mosca: «Sono soprattutto i giornalisti, e non i fedeli, che mostrano interesse per questa faccenda» ha notato Hilarion, aggiungendo che «nell’ambiente della Chiesa ortodossa russa, almeno tra alcuni fedeli, compresi i fedeli attivi, prevale un’attitudine assai negativa nei confronti della Chiesa cattolica. Se una tale visita papale avesse luogo, essa potrebbe essere accompagnata da certe provocazioni, da un certo malcontento, e noi non ne abbiamo affatto bisogno». Hilarion ha anche ricordato che «di recente, la stessa Chiesa cattolica in Russia ha dichiarato che considera prematura la visita del Papa».

Bartolomeo: la Chiesa di Costantinopoli «origine» di tutte le Chiese locali

La distanza tra Patriarcato di Mosca e Patriarcato ecumenico di Costantinopoli sembra allargarsi, nonostante tutti gli appelli a ricercare la via della comunioni espressi anche dai rappresentanti di altre Chiese ortodosse. Durante la divina liturgia celebrata il 26 ottobre a Salonicco, nel santuario di di San Dimitrios Xirokrinis, il patriarca ecumenico Bartolomeo ha rivendicato con forza alla «Chiesa madre» di Costantinopoli il diritto di riconoscere l’autocefalia delle Chiese ortodosse. «La forza della grande Chiesa – ha detto nell’omelia il patriarca – non è di questo mondo e non è attestata dai numeri. Il nostro Patriarcato ecumenico è forte perché ha un amore che si offre in sacrificio e agisce attraverso l’umiltà e la croce». Nelle organizzazioni mondane, ha aggiunto Bartolomeo, conta solo la forza del denaro e del potere, mentre «la Chiesa di Costantinopoli rappresenta l’incarnazione dell’amore gratuito di Cristo, che non crocifigge ma si fa crocifiggere per i suoi amici, vale a dire per tutti gli uomini», compresi i nemici «e tutti coloro che non sono in grado di tollerare questa grande realtà», ossia il fatto «che il Patriarcato ecumenico è la prima Chiesa e l’origine di tutte le chiese locali», la «Chiesa madre» che «ha fondato in modo sacrificale e ha riconosciuto tutte le Chiese ortodosse autocefale nel mondo contemporaneo».

La responsabilità della «Chiesa madre», ha aggiunto il patriarca ecumenico, non ha data di scadenza. Solo la Chiesa di Costantinopoli «detiene questa alta responsabilità per i canoni divini e santi», e «ogni volta che si tenta di interferire con questo principio ecclesiologico fondamentale, si commette una gravissima colpa nell’abuso dell’autorità, vale a dire che alcuni sostengono di essere i primi senza esserlo e di prendere iniziative senza averne il diritto, dimenticando che il Patriarcato ecumenico esercita il suo dovere nell’amore, che è altruista e si offre in sacrificio».

(Vatican Insider)

 

31 Ottobre 2018 | 11:45
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