Il cardinale Kurt Koch è presidente del Dicastero vaticano per l'Unità dei cristiani.
Internazionale

Sinodalità e primato al centro del dialogo tra cattolici e ortodossi

di Gino Driussi

È finalmente ripreso, dopo una lunga interruzione durata 7 anni, il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme. La Commissione mista internazionale ha infatti tenuto la sua XV sessione plenaria dal 1. al 7 giugno ad Alessandria, ospite del Patriarcato greco-ortodosso della città egiziana.

Costituita nel 1980, la Commissione si era riunita per l’ultima volta nel 2016 a Chieti, poi, sia a causa della pandemia sia per i dissidi interni al mondo ortodosso non era più stato possibile proseguire i lavori. A questo proposito va ricordato che il Patriarcato di Mosca ha rotto la comunione ecclesiale con quello di Costantinopoli – che gode del primato d’onore – in seguito all’autocefalia concessa da quest’ultimo alla Chiesa ortodossa ucraina nel gennaio 2019. Successivamente, la guerra ha ulteriormente acuito il conflitto tra le due Chiese, segnatamente in terra ucraina, dove esistono la neo-costituita Chiesa ortodossa autocefala e quella legata al Patriarcato di Mosca, che gode comunque di una certa indipendenza e che si è in qualche modo distanziata dalla Chiesa russa in seguito all’appoggio dato dal Patriarca Kirill al presidente Putin. Tra l’altro, la Chiesa di Mosca (quella numericamente più importate tra quelle ortodosse) era assente ad Alessandria, dimostrando ancora una volta che l’ecumenismo non figura di certo tra le sue principali preoccupazioni. Alla riunione dei giorni scorsi mancavano anche le Chiese ortodosse di Antiochia, di Serbia e di Bulgaria, guarda caso quelle storicamente più legate – soprattutto le ultime due – al patriarcato di Mosca. Da parte cattolica, i membri presenti erano 18.

Ad Alessandria i lavori, guidati dai due co-presidenti – il metropolita Job di Pisidia del Patriarcato ecumenico e il cardinale svizzero Kurt Koch, presidente del Dicastero vaticano per la promozione dell’unità dei cristiani – si sono concentrati su un documento preparatorio relativo «alla sinodalità e al primato nel secondo millennio e oggi». Come è noto, gli ortodossi respingono l’autorità del Papa com’è esercitata nella Chiesa cattolica, segnatamente i dogmi del Concilio Vaticano I che conferiscono al pontefice romano l’infallibilità e il primato di giurisdizione. La discussione si è incentrata sulla sinodalità e sul primato in Oriente e in Occidente nel corso del secondo millennio, cercando di dare per quanto possibile una lettura comune della storia e di promuovere una comprensione reciproca, «requisiti essenziali – si legge nel comunicato pubblicato al termine dei lavori – per la riconciliazione all’inizio del terzo millennio». Nelle sue conclusioni, il documento adottato dalla Commissione afferma che «l’interdipendenza della sinodalità e del primato è un principio fondamentale nella vita della Chiesa» e che questo principio «dovrebbe essere invocato per venire incontro alle necessità e ai bisogni della Chiesa nel nostro tempo».

Durante la sessione di chiusura della riunione, la Commissione ha espresso il desiderio che il Comitato di coordinamento – incaricato di mantenere i contatti tra una sessione e l’altra e di preparare le plenarie – si riunisca il prossimo anno per dare un seguito ai lavori.
Segnaliamo ancora che la riunione – come sottolinea il comunicato – si è svolta «in uno spirito di amicizia e di collaborazione basato sulla fiducia» e che durante le celebrazioni liturgiche non si è mancato di pregare per la pace in Ucraina.

Il cardinale Kurt Koch è presidente del Dicastero vaticano per l'Unità dei cristiani. | © Jacques Berset
12 Giugno 2023 | 13:32
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