Papa e Vaticano

«Gesù ci ama senza chiederci il contraccambio», prendiamo esempio da Lui

«Come io ho amato voi, così voi amatevi gli uni gli altri. Egli ci ama senza chiederci il contraccambio. È un amore gratuito quello di Gesù che chiede che questo modo di amare diventi la forma concreta della vita tra di noi».

Lo ha detto questa mattina papa Francesco durante la preghiera del Regina Caeli trasmessa in streaming dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico. Nella sesta domenica di Pasqua, il Vangelo di Giovanni ci parla dell’amore di Dio. È un amore «gratuito» che Gesù vuole diventi anche la «forma concreta della vita tra di noi», un amore che dona «al cuore del cristiano» lo Spirito Santo perché ci aiuti a compiere questa Sua volontà, ci sorregga, ci consoli e trasformi i nostri cuori aprendoli alla verità e all’amore.

L’amore reciproco è il comandamento di Gesù

Ecco dunque i due messaggi  fondamentali che la liturgia di oggi contiene: «l’osservanza dei comandamenti e la promessa dello Spirito Santo». Papa Francesco, nell’approssimarsi della Pentecoste, li mette al centro della riflessione che precede la recita del Regina Coeli:

Gesù ci chiede di amarlo, ma spiega: questo amore non si esaurisce in un desiderio di Lui, o in un sentimento, no, richiede la disponibilità a seguire la sua strada, cioè la volontà del Padre. E questa si riassume nel comandamento dell’amore reciproco, il primo amore, dato da Gesù stesso: «Come io ho amato voi, così anche voi amatevi gli uni gli altri» (Gv 13,34). Non ha detto: «Amate me, come io ho amato voi», ma «amatevi a vicenda come io vi ho amato». Egli ci ama senza chiederci il contraccambio. È un amore gratuito quello di Gesù, mai ci chiede il contraccambio. E vuole che questo suo amore gratuito diventi la forma concreta della vita tra di noi: questa è la sua volontà.

Lo Spirito Santo ci aiuta a rimanere nella strada di Gesù

«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito»: nelle parole di Giovanni c’è la promessa che Gesù fa, al suo congedo, ai discepoli per aiutarli a camminare nella strada dell’amore: promette di non lasciarli soli e di inviare al Suo posto un «Consolatore» un «Difensore» che infonda loro «intelligenza per ascoltare» e «coraggio per osservare le Sue parole». Questo dono che discende nel cuore dei cristiani battezzati, è lo Spirito Santo :

Lo Spirito stesso li guida, li illumina, li rafforza, affinché ognuno possa camminare nella vita, anche attraverso avversità e difficoltà, nelle gioie e nei dolori, rimanendo nella strada di Gesù. Questo è possibile proprio mantenendosi docili allo Spirito Santo, affinché, con la sua presenza operante, possa non solo consolare ma trasformare i cuori, aprirli alla verità e all’amore.

La Parola di Dio è vita

Lo Spirito Santo che consola dunque, che trasforma, che «ci aiuta anon soccombere» di fronte all’esperienza dell’errore e del peccato che «tutti facciamo», che ci fa ” vivere pienamente» la Parola di Dio che è ” luce ai nostri passi» e ” vita»:

La Parola di Dio ci è data come Parola di vita, che trasforma il cuore, la vita, che rinnova, che non giudica per condannare, ma risana e ha come fine il perdono. E la misericordia di Dio è così. Una Parola che è luce ai nostri passi. E tutto questo è opera dello Spirito Santo! Egli è il Dono di Dio, è Dio stesso, che ci aiuta ad essere persone libere, persone che vogliono e sanno amare, persone che hanno compreso che la vita è una missione per annunciare le meraviglie che il Signore compie in chi si fida di Lui.

L’affidamento conclusivo del Papa è alla Vergine Maria, in quanto «modello della Chiesa che sa ascoltare la Parola di Dio e accogliere il dono dello Spirito Santo»: che ci aiuti, prega Francesco, a vivere il Vangelo con gioia, nella consapevolezza che lo Spirito Santo ci sorregge e ci guida.

Vatican News/red

17 Maggio 2020 | 12:42
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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