Daniel Pittet ordinato diacono a Friborgo il 23 settembre 2023.  © Bernard Hallet/cath.ch
Svizzera

Friborgo: vittima di abusi nella Chiesa, è stato ordinato diacono

«Gesù vi ama, anch’io vi amo! Per la sua prima «omelia», il nuovo diacono permanente Daniel Pittet ordinato sabato 23 settembre 2023 a Friborgo, è stato conciso. La storia della sua vita, sconvolta dagli stupri di un prete pedofilo prima di ricostruirsi attraverso il perdono, dice tanto quanto le parole.

Cronaca di Maurice Page (cath.ch) e Bernard Hallet (foto); traduzione e adattamento catt.ch

L’ordinazione di Daniel Pittet a diacono permanente, avvenuta il 23 settembre 2023 nella chiesa di St-Pierre a Friborgo, ha richiamato una grande folla per accompagnare il padre di sei figli in questa nuova tappa della sua vita.

La coincidenza della sua ordinazione con le rivelazioni della inchiesta storica sugli abusi sessuali in Svizzera era ovviamente nella mente di tutti. Ma non poteva smorzare la gioia nei cuori dei presenti. La scelta dell’inno d’apertura ha già delineato la scena: «Dio che ci chiama a vivere nella lotta per la libertà… per la verità… per la dignità». A 64 anni, Daniel Pittet rimane un uomo di lotta, per se stesso, per la Chiesa e per la sua famiglia. Nato in una famiglia disastrata, violentato quando era bambino da un prete, Daniel è riuscito a superare ogni tempesta.

La forza della grazia

Come ha sottolineato Charles Morerod, vescovo di Losanna, Ginevra, Friborgo (LGF) nel suo messaggio di benvenuto, letto in sua assenza a causa della convalescenza dopo l’intervento subito settimana scorsa: «La vita di Daniel è incomprensibile senza Cristo. Tu, che avevi buone ragioni per allontanarti dalla Chiesa, illustri con la tua testimonianza la forza della grazia di Dio. Quando ti ho incontrato, con tua moglie Valérie e la tua famiglia, non sapevo della tua tragedia, ma ho visto una fede gioiosa in Gesù Cristo».

Per il vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo, che ha scelto di accogliere Daniel Pittet al diaconato permanente, spiegare teoricamente la fede non basta, servono dei testimoni. Daniel è uno di questi testimoni. Il vescovo ha affidato a Daniel un mandato verso le periferie dell’annuncio, dalle persone che non vengono più in chiesa, ma che aspettano un messaggio di amore e di perdono. «In un’epoca in cui la fede è percepita come strana e persino pericolosa, dobbiamo parlare con la nostra vita per farla conoscere e testimoniarla», ha insistito mons. Morerod.

Il Vangelo del giorno della celebrazione (Gv 15,9-17) lo ha detto chiaramente: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi. (…) Quello che vi comando è di amarvi gli uni gli altri».

Guarire i cuori feriti

Per mons. Ettore Balestrero, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a Ginevra, a cui è stato chiesto di ordinare Daniel in assenza di mons. Morerod, il diacono deve servire tutti con competenza e dolcezza. «L’efficacia della sua azione è legata al suo essere radicato nella preghiera. Servire non significa usare o manipolare», ha detto il presule. «Attraverso l’ordinazione, il cuore ferito di Daniel è chiamato a curare altri cuori feriti. Proclamare la parola non significa riprendere idee alla moda, né accarezzare le orecchie degli ascoltatori, ma essere il profeta di un mondo nuovo».

La litania dei santi

Dopo la chiamata dello Spirito Santo, mentre l’ordinando si sdraiava a faccia in giù sul pavimento, la lunga litania dei santi, dagli apostoli a Padre Pio e a Marguerite Bays, la santa svizzera canonizzata nel 2019, ha richiamato volti concreti di testimoni di amore che hanno costituito la storia della Chiesa.

Al richiamo del vescovo, Daniel Pittet si è fatto avanti per ricevere l’imposizione delle mani e ha ricevuto il sacramento dell’Ordine. Ha poi ricevuto i paramenti liturgici da diacono. Dopo la liturgia eucaristica, come si addice a un fedele friburghese, la celebrazione si è conclusa con il canto della Nothra Dona di Maortse, alla quale i fedeli chiedono in dialetto locale di sostenerli nei momenti difficili, di mantenerli sulla retta via e di aprire loro le porte del paradiso.

La migliore predica

Tra i sacerdoti presenti c’era Guy Gilbert. All’età di 88 anni, con la sua folta capigliatura e la sua parlata fiorita, il sacerdote dei loubard ha voluto accompagnare il suo amico Daniel. È stato uno di quelli che lo ha convinto a parlare del suo viaggio di redenzione. «Con quell’unica frase: ‘Gesù ti ama e anch’io ti amo’, hai fatto il miglior sermone che abbia mai sentito in vita mia», ha esclamato. (cath.ch/mp/traduzione e adattamento catt.ch)

Il libro di Pittet con la prefazione di Papa Francesco

Daniel Pittet è autore del libro «La perdono padre», Piemme 2017 dove racconta – anni dopo – la sua drammatica esperienza di abusato da parte di un padre cappuccino. Papa Francesco ha scritto la prefazione del libro di Daniel, che qui, in sintesi, vogliamo riproporre.

Chiedo perdono» alle vittime di abusi da parte di sacerdoti, dobbiamo dare prova di «estrema severità» verso i preti pedofili. Poi una domanda: «Come può un prete, al servizio di Cristo e della sua Chiesa, arrivare a causare tanto male? Come può – si chiede il Pontefice – aver consacrato la sua vita per condurre i bambini a Dio e finire invece per divorarli in quello che ho chiamato «un sacrificio diabolico», che distrugge sia la vittima sia la vita della Chiesa?». Il Pontefice definisce questo libro una «testimonianza necessaria, preziosa e coraggiosa». Alcune vittime, ricorda con amarezza il Papa, «sono arrivate fino al suicidio. Questi morti pesano sul mio cuore, sulla mia coscienza e su quella di tutta la Chiesa. Alle loro famiglie porgo i miei sentimenti di amore e di dolore e, umilmente, chiedo perdono». Si tratta, ammonisce ancora una volta Francesco, «di una mostruosità assoluta, di un orrendo peccato, radicalmente contrario a tutto ciò che Cristo ci insegna».

Ricorda dunque che nella Lettera Apostolica Come una madre amorevole ha esortato la Chiesa a «prendersi cura e proteggere con affetto particolare i più deboli e gli indifesi». «Abbiamo dichiarato – ribadisce – che è nostro dovere far prova di severità estrema con i sacerdoti che tradiscono la loro missione e con la loro gerarchia, vescovi o cardinali, che li proteggesse, come già è successo in passato».

«Daniel ha perdonato il suo aguzzino»

«Daniel Pittet -continua il Papa – ha potuto incontrare anche un’altra faccia della Chiesa e questo gli ha permesso di non perdere la speranza negli uomini e in Dio. Ci racconta anche della forza della preghiera che non ha mai abbandonato, e che lo ha confortato nelle ore più cupe». Francesco ricorda così che Pittet ha scelto di «incontrare il suo aguzzino quarantaquattro anni dopo e di guardare negli occhi l’uomo che l’ha ferito nel profondo dell’animo. E gli ha teso la mano. Il bambino ferito – afferma il Papa – è oggi un uomo in piedi, fragile ma in piedi. Sono molto colpito dalle sue parole: ›Molte persone non riescono a capire che io non lo odii. L’ho perdonato e ho costruito la mia vita su quel perdono’».

Il Papa, infine, ringrazia «Daniel perché le testimonianze come la sua abbattono il muro di silenzio che soffocava gli scandali e le sofferenze, fanno luce su una terribile zona d’ombra nella vita della Chiesa». Sono testimonianze che «aprono la strada a una giusta riparazione e alla grazia della riconciliazione e aiutano anche i pedofili a prendere coscienza delle terribili conseguenze delle loro azioni». «Prego per Daniel e per tutti coloro che, come lui – conclude Papa Francesco – sono stati feriti nella loro innocenza, perché Dio li risollevi e li guarisca, e dia a noi tutti il suo perdono e la sua misericordia».

red

Daniel Pittet ordinato diacono a Friborgo il 23 settembre 2023. © Bernard Hallet/cath.ch | © cath
25 Settembre 2023 | 10:05
Tempo di lettura: ca. 5 min.
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