Ticino e Grigionitaliano

Fondo Berna. Al via i lavori per far rivivere la più antica biblioteca «pubblica» del Ticino

di Laura Quadri

Costruita nel 1714, «Casa Berna», nel cuore della Vallemaggia, a Prato, fu per molto tempo luogo di accoglienza, studio, confronto grazie a una fornita biblioteca messa a disposizione della popolazione e soprattutto, a quei tempi, dei sacerdoti della valle, su iniziativa dell’allora arciprete di Locarno, ma originario proprio del paese, Giovanni Giulio Girolamo Berna (1717-1804).
Un’iniziativa, quella della fruizione libera di tanti libri, molto innovativa per l’epoca del Berna e allora unica in tutta la regione ma, quanto allo stesso lascito librario, finora ancora poco indagata.
Proprio per questo, l’Ufficio dei Beni culturali (UBC) del Cantone, intenzionato all’acquisto dell’intero edificio, ha da poco incaricato il Centro di competenza per il libro antico (CCLA) della Biblioteca Salita dei Frati di Lugano di iniziare a studiare questo patrimonio. I primi rilevamenti si sono svolti la scorsa settimana, grazie a Laura Luraschi per il CCLA e lo storico Flavio Zappa: «IL CCLA ha una lunga esperienza nella catalogazione e valorizzazione di fondi librari antichi. La scorsa settimana abbiamo dunque svolto i primi lavori perlustrativi. Dalle indagini preliminari risulta un dato molto interessante: dell’antico fondo, come costituito da don Berna, è conservato un buon 70-80%. Questa è un’informazione incoraggiante che ci conferma che, pur avendo subito delle spoliazioni, il fondo è pressoché integro e meritevole di valorizzazione», raccontano Luraschi e Zappa, da noi interpellati.

Si tratta di una vicenda storica, sin dai suoi inizi, molto ben documentata: «Nel gennaio del 1784 l’arciprete volle aprirla alla consultazione per il clero della Valle Lavizzara. Esiste a memoria di questo fatto un regolamento d’uso a stampa redatto in latino dall’arciprete stesso. Dalla fine del 1785 venne concesso anche il prestito a domicilio». Nella sua collocazione originaria la biblioteca si trovava al terzo piano di Casa Berna in scaffalature appositamente costruite per accoglierla, e i volumi si presentano accuratamente rilegati per volontà dello stesso sacerdote; nel 2010, vista l’incuria del tempo e il decadimento della casa subito dopo la metà dell’Ottocento, è stata trasferita dalla protezione civile nell’ex casa comunale di Fusio. In tale occasione, «i volumi sono stati inventariati, puliti e trattati contro i parassiti».

Dalla conservazione, il prossimo passo sarà la catalogazione. «L’attività principale che verrà proposta dal progetto del CCLA è la catalogazione completa e approfondita dell’intero fondo librario, secondo i più moderni criteri, all’interno della rete del Sistema bibliotecario ticinese. Questo permetterà una vera valorizzazione, in quanto il fondo sarà disponibile a chiunque svolga delle ricerche bibliografiche nel catalogo cantonale».

A questo proposito, «da uno sguardo d’insieme possiamo senz’altro confermare la sua natura di fondo ecclesiastico, destinato alla formazione e alla pratica della vita religiosa. Non mancano Sacre Scritture e Opera omnia dei Padri della Chiesa, come pure sermonari e omiliari, libri di preghiera e devozione, testi indispensabili per l’esercizio del ministero».

L’obiettivo finale dei lavori è ben chiaro, anche alla luce della riqualifica che il Cantone conta di poter promuovere nei prossimi anni di «Casa Berna», che potrebbe così tornare ad accogliere il suo fondo: «Con la catalogazione del fondo librario e la creazione di altri contenuti, ancora da definire, Casa Berna potrà tornare ad essere un centro culturale dell’intera valle, come, in parte, era stato immaginato dal suo antico proprietario, Giovanni Giulio Girolamo Berna», concludono i due studiosi.

25 Giugno 2023 | 07:31
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