Meeting Rimini. Dorothy Day: dall’ateismo alla fede, una vita spesa in favore dei poveri

Quattrocento relatori, sedici mostre e un intenso cartellone di spettacoli hanno caratterizzato la 44.ma edizione del Meeting per l’Amicizia tra i popoli che si è appena conclusa venerdì scorso, 25 agosto, alla fiera di Rimini. Impossibile sintetizzare questo evento in poche righe per questo l’invito è di andare a rivedere i video degli incontri tutti disponibili sul sito meetingrimini.org o il dossier di catt.ch.

L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile

Il Meeting non è stato un invito generico all’amicizia, ma un invito a riscoprire l’origine di quell’amicizia che nasce dall’esperienza cristiana, un’amicizia che proviene dal Mistero, da Dio stesso. Il tema di quest’anno era dedicato all’amicizia «inesauribile» di Dio, ed è proprio sull’amicizia che è fondata la pedagogia di Giussani, un’amicizia chiave dell’unità di CL e del rapporto con la Chiesa. Ma «abbiamo una terribile difficoltà a lasciarci amare e perdonare», ha affermato mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Conferenza episcopale italiana, nell’incontro dedicato al titolo del Meeting. «Accadde anche a Pietro: è la tentazione ultima dell’autosufficienza, che consiste nell’eliminare l’altro e potersi salvare da sé». Ma l’amicizia è accettare di lasciarci amare, accettare di dipendere da un altro.

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Dorothy Day e l’amicizia sociale

Tra le «amicizie inesauribili» che danno il titolo all’edizione 2023 del Meeting di Rimini, c’è anche quella che legò la giornalista, pacifista radicale ed ecologista ante-litteram, Dorothy Day all’attivista francese cattolico, Peter Maurin insieme al quale esattamente 100 anni fa, fondò il Catholic worker movement, movimento iniziato con la pubblicazione, il 1° maggio 1923, del giornale Catholic Worker. Ma non è solo per questo, seppur importantissimo e fecondo legame amicale, che al Meeting di Rimini domenica scorsa si è parlato di Dorothy Day. Infatti è uscita in questi giorni per la Libreria Editrice Vaticana (LEV) la sua autobiografia, dal titolo: «Dall’ateismo alla fede: il mio cammino interiore», curata da Robert Ellsberg.

Ma chi fu Dorothy Day, da non confondere con Doris Day, la biondissima attrice holliwoodiana degli anni ’50! Per papa Francesco – come ebbe a dire durante la sua visita al Congresso USA, una delle quattro personalità americane da indicare ad esempio a tutto il mondo: accanto ad Abramo Lincoln, Martin Luther King e Thomas Merton. Diventando in questo modo la prima donna laica, presentata da un pontefice, come figura fondamentale per lo sviluppo di un Paese. Un biglietto di presentazione di tutto rispetto per questa donna dalla vita travagliata, incongruente per certi aspetti, che vide nei poveri l’unica opzione possibile.

Conobbe un’infanzia difficile, diversi amori sbagliati e uno grande che si vietò di vivere, il carcere, le strade di Manhattan, le acque di Staten Island, ebbe una figlia e fu madre di un numero indefinibile di poveri, per i quali aprì 33 case dell’Ospitalità. Su molti aspetti anticipò il Concilio Vaticano II. Si può dire che incarnò nella sua vita e in ogni suo gesto, quella che è la dottrina sociale della Chiesa. A tre anni dalla sua morte, nel 1983, è stata aperta la sua causa di canonizzazione.

26 Agosto 2023 | 17:23
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