Donne e uomini che credono nella «grande politica, quella con la P maiuscola»

«Serve ancora la politica?» una domanda quanto mai attuale che è anche il titolo di un libro di recente pubblicazione che intende interrogarsi sul fare politica oggi con un’ottica cattolica, come ci racconta uno dei due autori, Gioele Anni, redattore di Strada Regina e catt.ch.

Gioele, la vostra riflessione parte dall’invito di papa Francesco a fare politica. Di che cosa si tratta?
Si cita spesso l’appello del Papa ai laici cattolici di impegnarsi «nella politica con la P maiuscola». Lo disse per la prima volta in un discorso rivolto all’Azione cattolica italiana radunata in piazza San Pietro per celebrare i 150 anni dell’Associazione: era il 30 aprile 2017. Dietro a quella espressione, letta anche alla luce della Laudato sì e di Fratelli tutti vi è il desiderio di una politica che non si rinchiude più in un partito, ma che cerca di vivificare la buona politica anche a partire da ideali e sensibilità diverse, chiaramente all’interno di una cornice di valori che sono quelli del cattolicesimo.

All’interno del libro date voce a uomini e donne di diversi schieramenti che hanno deciso di mettersi in gioco per il bene della cosa pubblica…
Esattamente. Abbiamo voluto intervistare dieci personalità con posizioni politiche anche molto distanti tra loro, ma con una corrispondenza di valori; abbiamo cercato di capire il loro percorso di vita e la loro formazione che li hanno portati a concretizzare attraverso strade diverse lo stesso messaggio di servizio. Nella Laudato sì il Papa chiede di impegnarsi per la pace sociale e per l’inclusione degli ultimi: ci sembrava che le esperienze di questi politici cattolici potessero concretizzare entrambe le dimensioni in una ottica di servizio. Da qui il titolo del libro «Serve ancora la politica?» che nasce da una doppia riflessione sul termine servire: da un lato ci chiediamo se la politica serve, ovvero se è utile ancora oggi in un momento di grandi emergenze economiche, sociali e ora anche sanitarie; e poi servire nel senso di essere a servizio degli ultimi, degli scartati.

Chi sono dunque questi politici? Perché hanno deciso di intraprendere tale carriera?
Il tratto comune che lega tutti i personaggi è che emergono da comunità o da un’esperienza associativa cattolica di vario tipo; non sono arrivati in politica da soli per raggiungere obbiettivi personali, ma portando a maturazione delle esperienze di servizio all’interno della propria comunità, civile ed ecclesiale, in cui hanno coltivato l’interesse per il bene comune. Tutti gli intervistati sono politici italiani, ma le tematiche trattate nelle interviste sono volutamente di ampio respiro e hanno valore anche al di fuori del contesto italiano.
Da tutti questi personaggi è emerso il desiderio di avere bisogno di cittadini attivi, interessati e partecipi per poter creare uno scambio fertile. Emerge dunque la necessità di creare un tessuto di comunità intorno alla politica e questo è qualcosa che le comunità cattoliche possono e devono ricoprire.

In conclusione, possiamo ancora dire che la politica… serve?
Sì, la politica serve ancora, perché se non è la politica ad occuparsi dei problemi della collettività c’è comunque qualcuno che se ne occupa, rischiando di far prevalere logiche economicistiche o individualistiche. Serve la politica come sforzo collettivo che sappia guardare al bene comune e che sappia anche mantenere quella sua diversità interna. In questo mi ricollego all’appello di papa Francesco di creare «unità nella diversità», perché servono diverse letture del mondo in cui provare ad arrivare a formare delle unità pensate e mediate dalla scala di valori che i politici mettono in gioco. Serve la politica in cui i risultati sono messi a servizio di ideali e valori; serve la politica che unisce e non divide e che è a servizio delle persone.

Il libro «Serve ancora la politica?» di Gioele Anni e Roberta Lancellotti è edito dalla casa editrice «Ave». Per acquistarlo clicca questo link.

Silvia Guggiari