L'edificio principale dell'USI di Lugano, dove è stata creata l'aula di preghiera e meditazione
Ticino e Grigionitaliano

Don Kamil Cielinski sull’aula per la preghiera all'università: «Una cura tridimensionale: corpo, anima e spirito»

di Laura Quadri

Prendersi cura della persona nella sua interezza, da un punto di vista, se necessario, spirituale e non solo psicologico. È sotto questo auspicio e con questa intuizione che da febbraio 2022, all’inizio delle lezioni del semestre primaverile, l’Università della Svizzera italiana ha aperto le sue porte alla creazione di una «cappellania universitaria»: concretamente, tre figure afferenti tre rispettive religioni – l’Islam, l’ebraismo e il Cristianesimo – a disposizione costante di studenti e professori che dovessero necessitare di un confronto sui temi della fede o, più semplicemente, di una mano tesa e un orecchio che li ascolti. «La vera novità – ci spiega don Kamil Cielinski, cappellano per la religione cattolica – è stata capire che, per prendersi cura di una persona nella sua interezza, servano oltre a figure di psicologi, anche referenti spirituali, con i quali potersi confrontare su questioni più intime legate alla dimensione della fede».

Un’aula per la preghiera

Don Kamil, oltre ad essere da febbraio cappellano dell’università, è anche responsabile della Pastorale universitaria: un progetto che invece va avanti già da diversi anni. «Fa parte degli incontri proposti ormai da tempo – ci spiega – la S. Messa del martedì, alle 12.30, nella Basilica universitaria del Sacro Cuore. Un incontro che di solito, in passato, era animato a turno da qualche realtà religiosa presente sul territorio e in particolare alla Facoltà di Teologia ma che oggi, invece, è completamente animato da studenti, che volontariamente si mettono a disposizione per questo importante servizio nei confronti dei propri colleghi». Di recente, grazie all’ulteriore importante decisione dell’Università di permettere l’apertura di un luogo di preghiera tra le aule scolastiche, la Pastorale universitaria ha potuto avviare qualche altro progetto: «L’apertura di questa aula, a disposizione di chiunque senta il bisogno, durante la giornata, di prendersi del tempo da dedicare alla preghiera, è stata davvero un passo decisivo: con questa decisione è stata fondamentalmente riconosciuta l’importanza, anche dai vertici accademici, per lo studente di prendersi cura della propria dimensione interiore». Per ora, in questo spazio si svolgono, per la parte cristiana, due appuntamenti al mese: un momento di preghiera animato dai canti di Taizé e un altro momento di meditazione curato dai missionari della Comunità Shalom. «L’auspicio è che con il coinvolgimento di sempre più persone si possa pensare, in futuro, di tenere incontri simili ogni settimana».

Tra i prossimi eventi organizzati dalla Pastorale universitaria in collaborazione con la Città di Lugano, ci segnala don Kamil, lo spettacolo «Pietro» di Pietro Sarubbi – gratuito per gli studenti – allo Studio Foce il prossimo 27 novembre alle 20.30. «La comunità accademica dell’USI è molto variegata, con studenti che spesso vengono da molto lontano e da altre realtà o che rientrano il fine settimana a casa. Con le nostre proposte cerchiamo di raggiungere tutti. Perché, come mi piace ricordare, il futuro della Pastorale universitaria non è solo nelle mani di chi organizza, ma degli studenti stessi, ai quali spetta manifestarci i loro bisogni e le loro esigenze, di cui siamo sempre in ascolto».


Dopo la pandemia la nascita di «USI in ascolto», un servizio di accoglienza psicologico all’università

Oltre al sostegno spirituale offerto dalla cappellania universitaria, l’USI organizza, a partire da dicembre 2020, «USI in ascolto», uno spazio di ascolto e sostegno individuale a titolo gratuito a disposizione di tutti i membri della comunità accademica dell’Università della Svizzera italiana.

«»USI in ascolto» – spiega la dott.ssa Gloria Dagnino del Servizio Pari Opportunità dell’Università – nasce alla fine del 2020 come risposta all’accresciuto stress psicologico portato a studenti e studentesse dall’emergenza pandemica. L’iniziativa è partita dalla dott.ssa Rosalba Morese, esperta in psicologia e neuroscienze, ed è stata subito accolta favorevolmente dai vertici dell’Università che ne hanno affidato il coordinamento al Servizio pari opportunità. Nel corso del tempo il servizio si è poi aperto anche al corpo accademico e amministrativo».

L’offerta accompagna studenti e professori lungo l’arco di tutto l’anno: «Il servizio è dedicato all’accoglienza e all’ascolto delle difficoltà e dei momenti di disagio vissuti dalla persona. Offriamo da una a cinque consulenze da svolgersi in presenza o da remoto, a seconda delle preferenze dell’utenza. Gli incontri mirano ad accompagnare la persona nella comprensione del proprio momento di difficoltà (individuale, relazionale e/o sociale) e ad aiutarla a sviluppare delle strategie che ne consentano il superamento. È garantita la massima riservatezza».

Un servizio che non da ultimo sottolinea come oggi non si possa più, in una scuola o in un’università, prescindere da un accompagnamento anche psicologico di allievi e corpo docenti. Infatti, conclude Dagnino, «le istituzioni formative hanno a cuore la crescita formativa, professionale ma anche personale dei propri studenti e studentesse. Garantire loro uno spazio e un canale di ascolto delle difficoltà contribuisce a migliorare la loro esperienza di vita e di studio». (LQ)


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1 Novembre 2022 | 08:59
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