Don Luigi Giussani fondatore di Comunione e Liberazione - Foto di Elio Ciol
Ticino e Grigionitaliano

Don Giussani: «Che cosa vuol dire essere giovani?»

Cosa può aiutare i giovani oggi? Cosa possono fare i genitori e gli educatori per ridestare i loro figli e i loro allievi al gusto per la vita e alla passione per la realtà? Ad anni di distanza sono più che mai attuali queste preoccupazioni di don Luigi Giussani raccolte nel libro «Realtà e giovinezza. La sfida», che raccoglie interventi, interviste, dialoghi, del sacerdote milanese dagli anni ’50 fino agli anni ’90.

Ora, in occasione del Sinodo sui giovani appena concluso, dal titolo «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale», il Centro Culturale della Svizzera Italiana promuove mercoledì 14 novembre alle 20.30 presso l’Aula Magna dell’USI una presentazione pubblica del libro, da poco ristampato da Rizzoli.

Alla presentazione, che avrà la forma di un dialogo e di un confronto, parteciperà Davide Prosperi, vicepresidente della Fraternità di Comunione e Liberazione. Un contributo originale e attuale, un testo che ha ispirato e ispira molti educatori, ricordandoci che «la giovinezza è un atteggiamento del cuore. Si è giovani quando non ci accomoda, ma si è tesi verso la realtà con l’avidità di imparare quel che essa suggerisce sul nostro destino».

Dal libro….

Don Giussani: «Ho quasi sessantaquattro anni e anch’io sono passato per la vostra età e ho un po’ la presunzione di essermela portata dietro. […] Essere giovani vuol dire avere fiducia in uno scopo. Senza scopo uno è già vecchio. Infatti la vecchiaia è determinata da questo: che uno non ha più scopo. Mentre chi ha quindici, vent’anni, magari inconsciamente, è tutto teso a uno scopo, ha fiducia in uno scopo. Questo rivela un’altra caratteristica dei giovani. E» la razionalità. Essi lo sono molto più degli adulti. Un giovane vuole le ragioni. E lo scopo è la ragione per cui uno cammina. Per dire la parola grossa, che può sapere di romantico, l’ideale. Se uno non l’ha, è vecchio. […] Così, davanti a chi è premuto dentro da una gioia ed è tutto proteso, di fronte a chi è vivo, il vecchio fa: «Eh, poi imparerai, vedrai, vedrai la vita». […] E il vecchio non ha più presa con la vita. Copre allora questo disinteresse per la vita con la scetticità.
[…] Se uno nasce in Groenlandia o in Nuova Zelanda tutti capiscono che è un uomo perché ha una grinta, una faccia da uomo. Ma la madre, insieme alla faccia, dà a lui un’altra faccia che lo fa uomo, qualcosa dentro, quel che la Bibbia chiama «cuore». La parola «cuore» sintetizza le urgenze che mettono in moto l’uomo. L’esigenza della felicità. Vi confesso che una tra le prime cose che mi hanno persuaso del cristianesimo è stata la considerazione in cui era tenuta la felicità. E» difficilissimo trovare persone che parlino di felicità sul serio. […] L’esigenza di felicità, di giustizia, di amore, dell’essere soddisfatti nel senso tenero e totale del termine: questo è il cuore. E il cuore è vivo, non è mai fermo, e quando raggiungi qualcosa non si ferma, e sei daccapo. Mai tranquillo. Non nel senso di ansioso, ché sarebbe malattia. […] Se vuoi bene a una donna, e ti metti tranquillo, stai attento che la puoi perdere: non la conquisti più, non la capisci più, non la godi più.»
Don Luigi Giussani fondatore di Comunione e Liberazione – Foto di Elio Ciol
13 Novembre 2018 | 11:00
Tempo di lettura: ca. 2 min.
Giussani (10), libro (126)
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