Don Willy Volonté, è stato il primo segretario generale della Facoltà di teologia di Lugano
Ticino e Grigionitaliano

Diocesi di Lugano: don Willy Volonté sulla rinuncia del Vescovo Lazzeri

Riproponiamo l’intervista a don Willy Volonté, Delegato vescovile per la Pastorale Familiare diocesana, pubblicata in queste ore su kath.ch.

Intervista di Barbara Ludwig di kath.ch / traduzione catt.ch

Don Volonté, si aspettava che il vescovo Valerio Lazzeri si dimettesse?

Si vedeva che l’episcopato gli chiedeva molto. Ho sempre sperato in silenzio che non si arrivasse a questo.

Quali ragioni potrebbero essere responsabili del fatto che egli viveva sempre più il suo ministero come un peso?

Non posso che riferirmi alle motivazioni che ha addotto nella conferenza stampa sulle sue dimissioni: i suoi tratti caratteriali potrebbero avergli impedito di soddisfare le esigenze dell’episcopato come avrebbe voluto.

Ciò significa che non era la persona giusta per questo incarico?

Papa Francesco, che lo ha scelto, aveva certamente delle ragioni legittime per farlo: queste sono note solo al Nunzio e alla Santa Sede. Forse gli è stato offerto un compito che non era in grado di svolgere. Tuttavia, ci sono molte situazioni in cui viene assegnato un compito arduo ma poi lo si padroneggia in modo soddisfacente. Non è stato così per lui.

È anche possibile che circostanze particolari della diocesi di Lugano siano responsabili del suo fallimento. E’ d’accordo?

La situazione della diocesi di Lugano non è più complessa di quella di altre diocesi. Ci sono stati momenti difficili. C’erano tensioni perché un sacerdote o un altro commetteva errori.

Intende i sacerdoti dello scandalo che sono finiti sulle prime pagine dei giornali per frode o violenza sessuale?

Sì. Il vescovo Valerio Lazzeri è una persona molto sensibile. È possibile che questi errori abbiano pesato così tanto che è diventato troppo per lui. Tuttavia, dovrebbe essere chiaro a un vescovo che può trovarsi di fronte a tali situazioni nel suo ministero.

Quali sono le sfide che la Diocesi di Lugano deve affrontare oggi?

Sono i problemi della Chiesa. Innanzitutto, la fede deve essere rafforzata. Non abbiamo ancora capito: il cristianesimo come era 50 o 70 anni fa non esiste più oggi. È necessario un rinnovamento basato su una fede matura e consapevole. Recentemente, circa 130 sacerdoti della diocesi si sono riuniti per affrontare proprio questo tema.

Come amministratore, il Papa ha nominato il vescovo ausiliare Alain de Raemy, una persona esterna alla diocesi. Quale potrebbe essere il motivo?

Alain de Raemy ha lavorato come cappellano della Guardia Svizzera al servizio della Santa Sede, nel cuore della Chiesa cattolica, per così dire. Lì ha imparato ad affrontare le difficili sfide della realtà ecclesiastica. Inoltre, conosce la realtà ticinese e parla molto bene l’italiano. È la persona ideale per il periodo di transizione, di cui non conosciamo la durata.

Perché non è stato affidato questo compito al Vicario Generale, che conosce ancora meglio la situazione del Ticino?

Il Vicario generale è un sacerdote, non un vescovo. Abbiamo bisogno di un vescovo. Inoltre, una persona esterna può affrontare le cose in modo imparziale e più libero.

Quale profilo dovrebbe avere il futuro Vescovo di Lugano?

Alla riunione dei sacerdoti che ho citato, abbiamo delineato tre linee di sviluppo. In primo luogo, dobbiamo capire che abbiamo a che fare con delle persone. Non si tratta di amministrare qualcosa. Anche noi sacerdoti dobbiamo prenderci cura di noi stessi. Non siamo lavoratori che iniziano a lavorare alle sette del mattino e finiscono alle sei di sera. Abbiamo una missione e un rapporto speciale con il Signore che dobbiamo coltivare.

In secondo luogo, le persone sono sempre in relazione con altre persone. Anche queste relazioni devono essere coltivate. Dobbiamo sforzarci di diventare una comunità di credenti.

In terzo luogo, la fede vissuta dalla Chiesa è molto importante. La Chiesa non appartiene a noi, ma a Cristo. Il nostro obiettivo deve essere quello di realizzare una chiesa dove si possa incontrare Cristo. Troppo spesso la Chiesa viene usata impropriamente come luogo di esercizio del potere. Auspico un vescovo che ci aiuti a sviluppare la Chiesa su queste tre linee.

Don Willy Volonté, è stato il primo segretario generale della Facoltà di teologia di Lugano | © Screenshot Caritas Ticino
16 Ottobre 2022 | 12:42
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