Christian Rauch in viaggio verso Venezia (foto: cath.ch)
Ticino e Grigionitaliano

Da Tenero a Venezia per dire no alla guerra

Christian Jauch (52 anni) di Svitto ha deciso di intraprendere un lungo viaggio partendo da Tenero in barca lo scorso 21 aprile e giungendo, alla fine di 12 giorni di viaggio, a Venezia. Su internet nel mentre raccoglie donazioni per la popolazione ucraina tramite Caritas. Finora ha raccolto oltre 10’000 franchi.  

Christina Jauch, qual è la motivazione che l’ha spinta a intraprendere questo viaggio e a dare avvio a questa iniziativa?

Quando la guerra è iniziata non potevo crederci. Ne sono rimasto molto colpito. Volevo fare qualcosa, che andasse al di là della semplice raccolta fondi. Avrei voluto andare al confine tra Polonia e Ucraina per portare in Svizzera chi ne avesse avuto bisogno. Ma non ha funzionato e così ho dovuto pensare ad altro.

Quindi è arrivato a questa idea…

È un progetto che in realtà avevo in mente da tempo. Volevo partire già nel luglio dello scorso anno, prima della guerra. Poi però ho pensato che potevo dare avvio anche a una raccolta fondi. Sulla pagina ufficiale di Caritas presento nel dettaglio il mio progetto. Ogni centesimo donato va direttamente a Caritas, che si sta impegnando in favore della popolazione ucraina.

Concretamente, come si giunge dal Ticino a Venezia in barca?

Ho percorso i primi 62 sul Lago Maggiore, poi mi sono immesso nel fiume Ticino. Ho dvouto affrontare molte sfide, trasportando la mia barca, in alcuni tratti, nei modi più incredibili.  Giunto al Po, proseguirò fino al punto in cui potrò immettermi in un canale in direzione Venezia.

È da una settimana che è in viaggio. Come sono le sue giornate?

Di solito navigo per sette ore al giorno. A mezzogiorno mi cucino qualcosa e mangio. Alla sera mi cerco un punto sull›acqua sicuro per attraccare. Nel mezzo, pulisco la mia barca, faccio delle riparazioni se necessario e, soprattutto, aggiorno la pagina web di Caritas con le ultime novità sul mio viaggio.

Come ricarica il suo cellulare?

Con l’energia solare.

Entra in contatto con altra gente?

Certamente. Ne ho incontrate tante finora.

Per esempio?

Qualche giorno fa ho incontrato per caso un pescatore, che veniva dall’Ucraina. Quando ha visto sul lato della mia barca la scritta «Una barca per l’Ucraina» abbiamo incominciato a parlare. Mi ha poi invitato alla sua festa di famiglia. Mi hanno riempito di cose golose. Un’altra volta ho incontrato un Kajak. L’uomo che lo guidava aveva solo cinque euro con sé, per le emergenze. Eppure ha voluto darmeli per l’Ucraina. E ieri ho incontrato un altro pescatore che mi ha dato 30 euro.

A cosa pensa mentre naviga?

Penso meno alla guerra, perché non seguo tutte le notizie. Noto però come la vita mi sia diventata più semplice. Gusto la possibilità di lasciar correre i miei pensieri e di potermi immergere nella natura, osservando uccelli, tartarughe e il resto della fauna selvatica.

Qual è stata la sfida più grande finora affrontata?

Sulla barca è sempre umido. Devo fare in modo he ogni giorno possa asciugare i miei vestiti. È anche una grande sfida fisica. Ma al contempo sono molto sorpreso di constatare che le cose stanno andando bene.

Come si è preparato a questa sfida?

Ho fatto esercizio ogni due giorni e anche d’inverno ho fatto spesso delle attraversate del lago.

Come va con la stanchezza?

Mi concedo pause regolari; per fortuna, per il momento non mi sono mai sentito davvero sfinito.

Non tutti possono fare quello che fa lei in favore dell’Ucraina. Ci sono altri modi per aiutare?

Certo, ci sono molte possibilità. Ad esempio vendere qualche oggetto o del cibo in una bancarella, tenere qualche evento, organizzare cinema all’aperto. Qualsiasi cosa che permetta di raccogliere dei fondi.

Ma può la sua iniziativa davvero cambiare le cose?

Io ci credo. Voglio anche lanciare un segnale, in modo che anche altri possano usare la propria creatività in favore della causa ucraina. Finora ho raccolto nel 10›000 franchi. Non è molto, in realtà. Ma aiuteranno di sicuro qualcuno.

Cosa fa nella quotidianità, quando non è su una barca?

Sono sempre molto sportivo. Ma al contempo passo tanto tempo con la mia famiglia e i miei tre bambini.

Qui per donare per l’iniziativa di Christian.

(Jacqueline Straub/red)

Christian Rauch in viaggio verso Venezia (foto: cath.ch)
29 Aprile 2022 | 11:16
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