Campo Vita Serena - Olivone
Ticino e Grigionitaliano

Da cinquant'anni il dono di una vacanza a misura di anziani e disabili

Nella magnifica cornice alpina della Valle di Blenio ha inizio oggi una delle più belle ed intense esperienze di volontariato del Ticino che si ripete da ben cinquant’anni: il campo invalidi e anziani Vita Serena organizzato dall’omonima associazione di volontariato con sede a Giubiasco. Dopo due anni di stop forzato, la colonia di Olivone riaprirà oggi le sue porte agli ospiti giunti da ogni parte del Cantone per trascorrere due settimane di vacanza supportati dai tanti volontari, dal personale medico e paramedico e da don Angelo Ruspini.

Una storia lunga cinquant’anni

A parte un’interruzione nel 1974-1975 e quella di questi anni dettata dalla pandemia, il campo Vita Serena raggiunge quest’anno il suo mezzo secolo di vita. A raccontarci la storia di questa realtà è il capo campo Alberto Mombelli: «Fu il vice direttore dell’arsenale militare di Bellinzona e di Biasca a dare vita a questa realtà negli anni ’70, periodo nel quale in Ticino mancavano le strutture per gli anziani e per i disabili. La proposta partì con l’obiettivo di portare in vacanza ben 45 tra «grandi invalidi, anziani e persone sole» e allo stesso tempo dare due settimane di sollievo ai familiari che se ne prendevano cura per tutto il resto dell’anno».
Col tempo sono cambiate tante cose, ma è rimasto vivo il desiderio di offrire agli ospiti di Vita Serena due settimane di svago: «Lo scorso anno siamo riusciti ad organizzare otto giornate con dei piccoli gruppi; non è stata la stessa cosa ma era il nostro modo di dire agli ospiti che non ci eravamo dimenticati di loro». Quest’anno la situazione è decisamente migliorata, ma «ancora a causa del covid – racconta Mombelli –, siamo costretti a fare un campo più ristretto dal punto di vista degli ospiti, che saranno solamente una ventina, ma anche dei volontari: la pandemia ci ha infatti segnato pesantemente sotto questo punto di vista».

Campo Vita Serena – Olivone

Per Vita Serena è dunque il momento di ripartire: come racconta Mombelli, ci sarà da ricostruire «un gruppo di volontari; e poi, col tempo, ci piacerebbe tornare ad offrire la visita agli anziani una volta al mese. Sarebbe importante affinché le due settimane estive non rimangano qualcosa di isolato ma vengano inserite in una proposta lunga tutto il corso dell’anno».

Il ruolo del capo campo

Alberto Mombelli segue tutti gli aspetti organizzativi del campo, dalla ricerca del personale e dei volontari agli aspetti logistici, ai contatti con il comune di Olivone: un impegno che porta avanti da anni e che gli richiede tanto lavoro lungo tutto l’arco dell’anno. «Ho iniziato a partecipare al campo per caso – ci racconta –, nel 1986 ero in attesa di iniziare il militare e mi hanno invitato ad andare». Alberto trova una bella realtà nella quale spendersi e continua a partecipare per una decina di anni; è al campo Vita Serena che conosce sua moglie. La vita poi prende altre strade fino a quando «qualche anno fa, mia figlia ha trovato delle foto che le hanno suscitato curiosità. Insieme al fratello ha fatto visita al campo dove stavano cercando un nuovo responsabile. Ed eccomi qua… Il mio ruolo richiede tanto impegno, ma lo farò fino a quando continuerà ad appassionarmi».

L’importanza dei volontari

Lara Allegri è infermiera all’hospice con formazione per le cure palliative, durante l’estate da ormai una decina di anni vive il campo di Vita Serena dove svolge il suo lavoro sotto forma di volontariato. È lei a raccontarci della bellezza che ogni anno ritrova in questa esperienza, che le permette di fare quello che fa ogni giorno ma «con ritmi più lenti nei quali riesco a dedicare del tempo alla relazione con gli ospiti. L’incontro con la persona – racconta Lara –, scoprire le sue risorse, la sua storia, è per me qualcosa di molto arricchente».

Campo Vita Serena – Olivone

Prima dell’arrivo della pandemia, i volontari del campo erano circa una novantina: giovani studenti dai 16 anni, o adulti provenienti da tutti gli ambiti professionali che trascorrevano al campo due settimane o anche solo qualche giorno. «I compiti a loro affidati – spiega Lara – sono tra i più svariati: l’aiuto con le cure di base, l’assistenza in refettorio, l’animazione della giornata, le pulizie, la lavanderia… è un piccolo villaggio che ogni anno prende vita e nel quale ci si aiuta a vicenda nelle varie mansioni. Gli ospiti stessi, con grande pazienza, ci dicono come prenderci cura di loro».
Gli stabili ad Olivone che anche quest’anno accoglieranno ospiti e volontari fino all’8 luglio – l’ex Lazzaretto militare – non hanno grandi comodità: «La struttura è molto semplice ma questo non pesa a nessuno. Gli ospiti sono sempre molto contenti di questa esperienza nella quale si sentono ascoltati, valorizzati e nuovamente protagonisti delle loro giornate. Per chi vive in una struttura questo è molto bello, perché purtroppo durante il resto dell’anno non ha la possibilità di stare con i volontari o di instaurare relazioni profonde con gli operatori».

Silvia Guggiari

Campo Vita Serena – Olivone
27 Giugno 2022 | 06:17
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